TEMENOS (τέμενος)
Il termine greco di t., che non ha corrispondente nella lingua latina, nel suo significato originario indica la dotazione, decisa per atto pubblico, di un appezzamento di terreno a un privato (re, eroe, divinità), come attestato di onorificenza. I caratteri precipui del t. sono l'inalienabilità e l'ereditarietà. Variano invece le dimensioni, l'ubicazione (per lo più il t. si trova al di fuori delle mura di una città, ma può esistere anche nell'interno dell'area urbana), la natura (la superficie del t. può essere completamente brulla e deserta, o occupata da piantagioni o edifici; questi ultimi poi possono essere di carattere civile o religioso), le delimitazioni (che possono essere fittizie o reali; quando la delimitazione consiste in una recinzione continua, prende il nome di περιβολος).
Secondo questo concetto originario di dominio assoluto, dal quale provengono per il possessore le fonti di sostentamento, venne indicata, negli autori antichi, la divisione dell'eredità di Saturno come tèmenoi di Zeus, Posidone e Plutone (espressione che troviamo tradotta dai poeti latini come templa, per il significato che la parola t. aveva assunto in epoca ellenistica: di ναός).
Il significato originario del termine, e quindi la natura del t., subì variazioni sia nelle diverse regioni della Grecia, sia nelle successive età, sino a giungere all'inesatto significato tuttora corrente di santuario (un recinto sacro, delimitato da un peribolos e comprendente, oltre al tempio e all'altare, anche una determinata area di terreno occupata o da spazi verdi e giardini, o da monumenti varî e edifici connessi col culto della divinità venerata nel santuario- case dei sacerdoti, thesauròi, ecc. -) il cui esatto termine greco corrispondente è invece i"eron (a prova della non identificabilità dei due termini τέμενος e ἱερόν, è l'esistenza di più tèmenoi entro lo stesso hieròn e, viceversa, di témenoi la cui superficie supera quella dello hieròn nel quale sono parzialmente compresi).
In origine- e almeno sino all'età ellenistica- t. fu, per così dire, la garanzia materiale della posizione del "signore della città", l'appezzamento di terreno, per lo più situato nelle campagne intorno all'agglomerato urbano, che il "signore" (re, o principe) possedeva per riconoscimento pubblico fatto a lui o a un suo antenato e dal quale provenivano le entrate per i bisogni privati della sua casa. Fu nella regione dell'Attica che, per la prima volta, avvenne la confisca della proprietà regia da parte dello stato: le entrate derivanti dai tèmenoi regi furono destinate al sovvenzionamento del culto pubblico; alla loro amministrazione fu preposto il magistrato che portava il titolo di βασιλεύς (carica ancora esistente al tempo di Aristotele). Pertanto, presso gli Ateniesi, presto si indicarono col nome di t. tutte le aree coltivate i cui proventi erano destinati al mantenimento di culti varî, aree che nelle altre regioni della Grecia continuarono ad essere indicate come ‛ἱερὰ γῆ, ἑερὰ χώρα, ecc. In seguito il termine e il concetto di t. furono trasferiti ad indicare quelle aree di terreno entro cui sorgevano antichissime, venerate sepolture, intese come donativi di suolo pubblico fatti a un eroe per ricompensa delle sue imprese civiche; e anche si indicò col nome di t. quella superficie di terreno recinta che una determinata comunità otteneva in una città, in solo privato, e dedicava ai proprî culti, elevandovi un ναός.
Attraverso la documentazione delle fonti letterarie e delle iscrizioni, l'istituzione del t. sembrerebbe iniziare nelle regioni della Tessaglia e dell'Epiro e in seguito diffondersi presso le popolazioni dell'Arcadia, degli Ioni di Grecia ed Asia Minore e per ultimo presso i Dori. Ma ancora incerta rimane l'origine di questa istituzione: se sia cioè originaria della Grecia, o non piuttosto derivata da regioni orientali.
Bibl.: S. Dorigny, in Dict. Ant., V, 1912, p. 83 ss., s. v.; K. Latte, in Pauly-Wissowa, V A, 1934, c. 435 ss., s. v.; G. Thomson, Studies in Ancient Greek Society (The prehistoric Aegean) Londra 1949, pp. 329 ss.; 357 ss.