TEMI (Θέμις, Themis)
Divinità del diritto, nella Grecia antica. Il suo nome è identico alla parola ϑέμις, come la dea stessa non è che la personificazione del concetto contenuto in quella parola; la quale, formata dalla radice ϑε (di τίϑημι, ϑέσις, ϑεσμός), indica "legge, norma, regola", mentre il nome proprio corrispondente, cioè la dea, indica "colei che detta leggi, che dà norme". T. rappresentava perciò presso i Greci l'ordine universale, la legge che regola i rapporti fra gli uomini e, in genere, fra i varî esseri creati. Essa presiedeva anzitutto ai doveri che legano gli uomini verso gli dei, vigilava su tutto ciò che, nella religione, è lecito di fare (latino fas), impediva o puniva tutto ciò che non è lecito (nefas). Personificava inoltre l'ordine e la legalità in tutti gli atti della vita pubblica e nelle manifestazioni politiche degli uomini: nei tribunali, nei giudizî, nelle assemblee.
La mitologia s'impadronì presto della sua figura; e già in Esiodo sono fissati la discendenza e i legami di parentela di T. con gli altri dei; che però compaiono in versioni assai divergenti nei mitografi posteriori. Come figlia di Urano e di Gaia, T. appartiene alla stirpe dei Titani; essa fu poi una delle sette mogli di Zeus (la prima delle quali era stata Metis); dalla sua unione col padre degli dei nacquero molte figlie, principalmente le tre Ore, le tre Parche, alcune delle Ninfe, le Esperidi ed Astrea: Eschilo la fa madre anche di Prometeo.
Il suo culto fu diffuso in tutto il mondo greco; la sua figura fu spesso rappresentata nell'arte. Nei vasi a figure rosse, T. comparisce di solito in scene di assemblee giudicanti o deliberanti; come nel "giudizio di Paride" o nelle assemblee degli dei presiedute da Zeus. Delle rappresentazioni statuarie della dea si conosceva la statua criselefantina dello spartano Doriclida, nello Heraion di Olimpia, e quella marmorea nel suo santuario in Tebe.
Bibl.: L. Ahrens, Die Göttin Themis, Progr. Hannover 1862, 1864; L. Preller e C. Robert, Griech. Mythologie, I, ii, 4a ed., Berlino 1894, p. 475 segg.; O. Gruppe, Griech. Mythologie und Religionsgesch., Monaco 1906, passim; R. Hirzel, Th., Dike und Verwandtes, Lipsia 1908; J. E. Harrison, Themis, a study of the social origins of Greek religions, Cambridge 1912; L. Weniger, in Roscher, Lexicon der griech. und röm. Mythologie, V, col. 570 segg.; K. Lutte, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., V A, col. 1626.