temporale (sost.)
Nei due esempi del Convivio vale " tempo ": tutto questo fu in uno temporale, che David nacque e nacque Roma, cioè che Enea venne di Troia in Italia (IV V 6).
Non risulta ben chiaro a cosa D. intendesse riferirsi con la " mancanza di tempo " accennata in XX 8 Puote... l'anima stare non bene ne la persona per manco di complessione, o forse per manco di temporale: e in questa cotale questo raggio divino [cioè la grazia della nobilitade] mai non risplende.
Il Galvani spiega " per difetto di età ", per non aver raggiunto ancora l'età matura, per essere ancora fanciullo; l'interpretazione del Giuliani (" per difetto dello influsso ") lascia supporre che egli alluda al tempo prenatale, durante il quale, a seconda della loro congiunzione e qualità, le stelle esercitano il loro influsso sull'anima; il Busnelli, rielaborando in altra direzione l'ipotesi del Giuliani, propone che D. accenni a una nascita precoce, avvenuta prima del compimento dei nove mesi di gravidanza. Opportunamente la Cordati osserva (ad locum) che la spiegazione proposta dal Galvani non sembra legare bene con quel che segue nel testo, mentre quelle del Giuliani e del Busnelli, pur dando un'interpretazione plausibile di tutto il passo, costituiscono un'evidente forzatura del contesto. E altrettanto può dirsi della spiegazione di Cavazzoni-Pederzini, ripresa dal Fraticelli: " Io intendo: per difetto di tempo in che altri vive, il quale possa sconciare quello ch'era ottimamente disposto dalla natura ".
Ha l'accezione di " età ", attestata anche nel volgarizzamento dei Gradi di san Gregorio (" Ben sa l'uomo fermamente, che in qua dirieto sono stati fanciulli, e vecchi, e uomini, e femmine di tutto temporale " [cap. 69, ediz. Manni]), in Fiore CLIV 3 mi disse quel ribaldo / ... ched e' verrebbe ancor tal temporale / ched i' [la Vecchia] avrei spesso freddo e caldo, " sarebbe venuta l'età in cui io ne avrei sofferte di ogni genere " (Petronio).