temporaneo
L'aggettivo compare solo in Cv IV II 10, nel contesto di una citazione dalla Lettera di Giacomo: Ecco lo agricola aspetta lo prezioso frutto de la terra, pazientemente sostenendo infino che riceva lo temporaneo e lo serotino. Il testo latino è ricalcato molto da presso (" agricola exspectat pretiosum fructum terrae, patienter ferens, donec accipiat temporaneum et serotinum ", Iac. Epist. 5,7) ma per quanto riguarda l'ultima frase, e in particolare i due termini temporaneum e serotinum, è male interpretato.
Non si tratta infatti di due aggettivi, concordati entrambi con fructum, come ritiene D. seguendo i commenti medievali (cfr. ad es. Cassiodoro, in Patrol. Lat. LXX 1380b; Beda, in Patrol. Lat. XCIII 37D), bensì di due sostantivi: temporaneum è l'" imber temporaneus " o " matutinus ", la " prima pioggia ", e serotinum è l'" imber serotinum ", l'" ultima pioggia ". Nel testo dantesco, invece, il termine ha il valore di " primaticcio ", contrapposto a " tardivo " (serotino): cfr. F. Groppi, D. traduttore, Roma 1962², 44.