TEMSA (o Temesa; Τεμέση, Tempsa)
Colonia greca della Magna Grecia, fondata nel luogo stesso di un preesistente villaggio indigeno del Bruzio. Il sito non è sicuro, ma è certo che va cercato nell'immediato retroterra del Golfo di S. Eufemia. I Greci che colonizzarono codesto luogo, furono probabilmente Locresi, mescolati forse a Focesi: una saga ne attribuiva infatti la fondazione agli eroi focesi Schedio ed Epistrofo, reduci da Troia; un'altra agli Etoli di Toante. Per la sua debolezza e per l'oppressione di cui era fatta segno dalle forti e barbare tribù dei nativi, Temsa dové accettare il protettorato di Sibari; dal quale, dopo il 510 a. C., passò in quello di Crotone. Il decadere della potenza di Crotone, verso il 460 a. C., fu causa che Temsa, insieme con Medma ed Ipponio, rientrasse nell'orbita della connazionale Locri: proprio allora, e per effetto di ciò, dové collegarsi con le saghe più antiche della città la figura dell'eroe nazionale locrese Eutimo.
Dopo esser rimasta per parecchi decennî, insieme con Locri, nella sfera d'influenza dei tiranni di Siracusa, cadde, intorno alla metà del sec. IV, in mano dei Bruzî; venuta in dominio di Roma, fu colonia romana nel 194 a. C.; esisteva ancora al tempo dell'impero.
Bibl.: F. Lenormant, La Grande-Grèce, III, Parigi 1884, p. 96 segg.; D. Marincola-Pistoia, Di Temesa, Catanzaro 1871, p. 81 segg.; E. Pais, La leggenda di Eutimo di Locri, in Ricerche storiche e geografiche, Bologna 1908, p. 43 segg.; G. De Sanctis, L'eroe di Temesa, in Atti R. Accad. delle scienze Torino, XXII (1907), p. 164 segg.; G. Giannelli, Culti e miti della Magna Grecia, Firenze 1924, p. 318 segg.; E. Ciaceri, Storia della Magna Grecia, I, 2a ed., Città di Castello 1928, p. 256 segg.