TENAGLIA
. Strumento costituito nel suo schema più semplice, da una coppia di leve di primo genere incrociate e aventi lo stesso fulcro.
Nella tenaglia si distinguono la bocca e le braccia; la maggior lunghezza delle braccia permette di stringere il pezzo afferrato dalla bocca con una forza più grande di quella che potrebbe essere esercitata direttamente con la mano.
L'impiego della tenaglia permette anche di mantenere l'oggetto afferrato ad una certa distanza dalla mano che lo tiene.
La forma costruttiva varia secondo gli usi cui l'utensile è destinato.
La tenaglia per falegname, impiegata per afferrare ed estrarre i chiodi, presenta la forma classica (fig., n. 5).
Quando le labbra della bocca sono taglienti e l'utensile può venir impiegato a tagliare piccoli oggetti metallici, come fili, ecc., prende il nome di tronchese (fig., n. 4).
Nella lavorazione a caldo del ferro, il fabbro usa, per afferrare e tenere il metallo rovente, una estesa serie di tenaglie a lunghe braccia con la bocca di forme svariatissime secondo la configurazione del pezzo che l'utensile deve tenere (fig., n. 14-18). Spesso, per mantenere il ferro in lavoro serrato senza necessità di esercitare una pressione continua con la mano, le braccia della tenaglia vengono strette con un anello opportunamente forzato.
Numerosissimi tipi di tenaglie, anche di schema cinematico diverso da quello descritto, e in molti casi sotto la denominazione di pinze, sono impiegati nei lavori più svariati da cui spesso prendono il nome, come ad es. le tenaglie per tubi, da gassista (fig., n. 6), da maniscalco (fig., nn. 11-13), per piombare (fig., n.1) ecc., pinze a bocca tonda o piatta (fig., 2, 3), da elettricista (fig., 7), ecc.
Il medico dentista nelle estrazioni dentarie impiega una serie di tenaglie (fig., nn. 8-10) la cui forma è in relazione alla forma e alla posizione dei denti da estrarre.
L'origine della tenaglia si confonde con quella della lavorazione dei metalli, giacché suo ufficio essenziale è quello di tenere il metallo rovente sull'incudine per la martellatura: dovette quindi essere usata non appena si cominciò a laminare il rame alla fine dell'età del bronzo. Nei musei si conservano tenaglie di varie età e di varie forme e misure; strumenti di lavoro e oggetti votivi, talvolta riccamente ornati, di bronzo e di ferro, per uso di fabbro, di vetraio, di orefice, di chirurgo e dentista, e anche per uso di toletta, nel qual caso le tenaglie sono spesso unite con piccole spatole e specilli. Robuste tenaglie di ferro si usavano per sollevare pietre pesanti nelle costruzioni edili. Nel mondo greco e romano si trovano rappresentazioni di tenaglie (πυράγρα, forceps; λαβίσ, volsella) in monumenti sepolcrali di fabbri, su doni votivi a Efesto, e in rappresentazioni di esso e dei Ciclopi.
Nel linguaggio tecnico militare, tenaglia si dice la disposizione tattica a V, opposta al cuneo, destinata ad avvolgere contemporaneamente sulle due ali un corpo d'esercito nemico.
Bibl.: Per le tenaglie nell'antichità: H. Blümner, Technologie und Terminologie der Gewerbe und Künste bei Griechen und Römern, II, Lipsia 1879, pp. 193-194, fig. 32 a p. 193; S. Reinach, in Daremberg e Saglio, Dictionnaire des antiquités gr. et rom., II, ii, pp. 1239-1241 (forceps); V. Chapot, ibid., V, pp. 963-965 (volsella); A. Mau, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI, coll. 2851-2853, s. v.: forceps.