TENDINE (dal lat. tendo; fr. tendon; sp. tendón; ted. Sehne; ingl. tendon, sinew)
Cenni dell'anatomia normale macroscopica e microscopica del tendine sono riferiti nella voce muscolare, Sistema.
Le affezioni dei tendini hanno parte molto importante nella patologia dell'uomo e degli animali. Le più comuni sono le affezioni traumatiche e quelle infiammatorie.
La sezione dei tendini, la quale può essere accidentale (da strappamento, da schiacciamento, da ferita, ecc.) o chirurgica (tenotomia a cielo aperto o sottocutanea), produce impotenza funzionale del muscolo al quale appartiene il tendine reciso. Avviene uno scarto dei due capi del tendine reciso, in primo tempo in rapporto alla tonicità muscolare e in secondo tempo anche in rapporto alla retrazione muscolare; lo scarto è tanto più grande quanto più il tendine era libero nella sua guaina e quanto maggiore era il suo grado di tensione. Perciò è necessaria la sutura (tenorrafia) immediata del tendine reciso. Solo in alcuni casi, quando lo scarto non è molto considerevole (come può avvenire, p. es., in alcune lesioni del tendine d'Achille) si può avere la cicatrizzazione spontanea; la formazione del tessuto che riunisce i due monconi (il cosiddetto "callo tendineo") procede principalmente dal tessuto connettivo peritendineo (è discusso se anche dalle cellule tendinee); alla neoformazione cellulare segue la neoformazione fibrillare. Ma il più spesso nella sezione tendinea è necessaria la sutura. Quando i due capi tendinei possono essere portati a contatto, si pratica la tenorrafia diretta, una "sutura d'appoggio" assicura la solidità della riunione e una "sutura d'affrontamento" l'esatto combaciare dei capi recisi. Quando non è possibile affrontare i due capi, o se ne pratica l'allungamento (per sdoppiamento, per incisione a zig zag sui due lati), o si tenta l'innesto che può essere vivo (omoplastico o eteroplastico, fornito cioè da un soggetto della stessa specie o di specie diversa) o fatto da sostanza tendinea opportunamente conservata; oppure si pratica la sutura per anastomosi impiantando il capo periferico del tendine reciso su un tendine vicino che ne assume l'attività fisiologica.
Le lesioni infiammatorie dei tendini si dicono tendosinoviti o tendovaginiti; per effetto del processo infiammatorio che si svolge a carico del tendine e della sua guaina è più o meno limitato (in alcuni casi anche soppresso) il giuoco funzionale del tendine nella sua guaina. A seconda della forma anatomopatologica e del decorso clinico, si distinguono forme acute (tendosinovite secca o crepitante, sierosa, fibrino-purulenta, plastica, stenosante, ecc.) e forme croniche (tubercolosi delle guaine tendinee, tendosinoviti fungose, tendosinoviti a grani risiformi, ecc.). In rapporto con le guaine sinoviali dei tendini (molto spesso in rapporto ad azioni traumatiche) possono svilupparsi cisti tendosinoviali, analogamente alle cisti artrosinoviali derivate dalle sinoviali articolari.
La tendosinovite crepitante (frequente nell'avambraccio) ha spesso carattere di malattia professionale ed è caratterizzata da un particolare rumore di sfregamento soffice (crepitazione di neve). Il reumatismo articolare acuto, la blenorragia e talvolta la sifilide secondaria sono le cause della tendosinovite sierosa, caratterizzata da una distensione fluttuante della guaina tendinea, e nelle forme più acute da tumefazione del tessuto perisinoviale. Nelle tendosinoviti plastiche (che possono aversi in seguito a sinovite crepitante prolungata, o successivamente a frattura esposta infetta, ad artrite suppurata, a flemmone delle guaine) la sclerosi tendosinoviale porta al saldamento dei due foglietti della guaina tendinea, donde anchilosi, rigidità, posizioni viziose dei segmenti colpiti. Secondariamente a una ferita settica, a una flogosi suppurativa delle parti vicine (patereccio, callo suppurato, ecc.), a un'infezione generale (tifo, scarlattina, piemia, ecc.), possono aversi forme assai gravi di tendosinoviti suppurative, a decorso flemmonoso, con notevoli deformazioni e difetti funzionali residuali. Come forme di tubercolosi delle guaine tendinee (la quale comprende molte delle forme croniche) sono descritte tendosinoviti sierose, a grani risiformi, a contenuto gelatiniforme, a fungosità, a tipo di pseudomielomi. La cura varia in rapporto alla complessità delle forme anatomopatologiche delle tendosinoviti.