TENEDO (turco Bozca Ada; gr. Τένεδος; lat. Tenådos; A. T., 90)
Isola turca dell'Egeó, prossima alla costa nord-occidentale dell'Asia Minore, da cui la separa un canale (che prende nome dall'isola stessa) largo km. 6 e profondo fino a m. 27. È situata a 21 km. dall'imbocco dei Dardanelli. Ha forma triangolare, con minuta frastagliatura; la maggiore lunghezza, da ONO. a ESE. è di km. 11, la larghezza massima di km. 6, l'area di kmq. 42. Tenedo è bassa, ma collinosa. Presso la costa nord-orientale si eleva il roccioso cono trachitico del S. Elia, la cima più alta (solo m. 190); verso SE. affiorano calcari e scisti metamorfici, mentre la parte centrale e occidentale dell'isola è costituita da terreni lacustri neogenici. Il clima è temperato e sano, e la coltura più importante è quella della vite, che dà un vino pregiato, in parte destinato all'esportazione. Altri prodotti agricoli sono l'uva passa, l'olio, il grano e anche il cotone.
La popolazione, dedita anche alla navigazione e alla pesca, è di circa 6000 ab. (1927), e si concentra specialmente nella cittadina di Tenedo, sulla costa orientale, con piccolo porto.
Storia. La città di Tenedo è di fondazione eolica e aveva anticamente due porti, di cui uno chiamato Bóreion, e un santuario di Apollo Sminteo. L'isola, che ha una parte assai importante negli episodî della leggenda omerica, nel sec. VI possedeva un esteso territorio sulla costa opposta della Troade, che dovette poi a lungo difendere contro i tentativi di conquista di Sigeo; già allora la città doveva avere una costituzione assai progredita, se fu celebrata da Pindaro nella XI ode nemea dedicata ad Aristagora di T.; su tale costituzione scrisse un libro Aristotele. Unita da antichi legami con Calcedone, probabilmente nella comune difesa contro i Persiani, l'isola fu da questi conquistata durante le guerre persiane; entrò nella prima Lega delio-attica. Nel 389 a. C. Tenedo fu per tale sua fedeltà saccheggiata dai Persiani durante la guerra corinzia, ma riconquistata da Trasibulo che due anni più tardi vi stazionò con otto navi per impedire i tentativi spartani contro l'Ellesponto. Riconsegnata al dominio persiano dopo la pace di Antalcida, rimase tuttavia in strette relazioni con Atene, ed entrò nella II Lega navale; di nuovo nel 340 a. C. Tenedo aiutò Atene a preparare una spedizione di soccorso a Bisanzio assediata da Filippo. Liberata dal giogo persiano all'epoca di Alessandro, appartenne nel sec. III ai Seleucidi e dal sec. II agli Attalidi; fu, per la sua posizione, importante stazione navale durante le guerre dei Romani in Oriente, e asilo della flotta rodia nella 2a guerra Macedonica come nella guerra contro Perseo; più tardi nelle sue acque Lucullo vinse una grande battaglia navale contro Mitridate. Ma essa era ormai così decaduta d'importanza che, conscia della sua debolezza, si pose sotto la protezione di Alessandria Troade. Tenedo era celebrata nell'antichità per la bellezza delle sue donne, per i suoi vasi fittili, e per una specie di erba, l'origano tenedio. La "bipenne di Tenedo", che appare pure nelle monete della città, va riconnessa con l'antichissimo culto di quest'arma.