TENESMO (dal greco τείνω "tendo, distendo")
È il bisogno continuo, doloroso e quasi vano di mingere, cui s'accompagna molesto senso di calore e di bruciore (tenesmo vescicale); ovvero il doloroso e conturbante senso di tensione e di costrizione alla regione dell'ano, cui s'accompagna una continua, prepotente e pressoché illusoria voglia di defecare, nulla potendosi evacuare o soltanto un po' di muco sovente sanguinolento (tenesmo rettale). Il tenesmo è, in altre parole, la contrazione spasmodica, violenta, dolorosa e ripetuta dei muscoli vescicali, nel primo caso, e dei muscoli perineali e del retto, nel secondo. Il tenesmo vescicale s'accompagna a varie affezioni della vescica o della prostata (cistite acuta, ritenzione completa acuta nella calcolosi, tumori vescicali, tumori e ipertrofie prostatiche, ecc.; v. disuria). Esso non di rado s'associa per via riflessa a tenesmo rettale e reciprocamente. Il tenesmo rettale ha luogo per stimolazioni interne e continuate dell'ano e del retto, provocate oltreché dallo stato flogistico di questi organi (derivante da cause diverse ma specialmente da elminti, emorroidi, passaggio degli acri materiali espulsi nella colite), anche da varie affezioni degli organi circonvicini, per i noti intercedenti rapporti d'innervazione centripeta e centrifuga (nell'ipertrofia prostatica, nella calcolosi vescicale, in alcune affezioni dell'utero, negli ultimi mesi di gravidanza).