TENIE (dal gr. ταινία "nastro"; lat. scient. Taeniidae Ludwig.)
Si riuniscono sotto questa voce i rappresentanti di una famiglia dell'ordine Cyclophyllidea, della sottoclasse dei Cestodi che comprende nell'odierna sistematica due generi parassiti di Uccelli e cinque di Mammiferi.
La classificazione dei Cyclophyllidea, Cestodi dallo scolice provvisto di quattro ventose simmetricamente disposte, con proglottidi a pori genitali laterali, e come tali ben distinti dai Pseudophyllidea o Botriocefali, data di recente. In un primo tempo al genere Taenia, in senso esteso, si riferivano tutti i Cyclophyllidea e sotto il nome generico di Tenie s'indicarono anche altri Cestodi come il Dipylidium, e l'Hymenolepis, ecc.; successivamente, dopo i primi tentativi di E. Perrier (1897), gli studî di M. Braun (1900) e soprattutto per opera di O. Führmann (1907), il gruppo delle Tenie fu smembrato in varie famiglie che oggi (O. Führmann, 1933) ammontano a dieci con undici sottofamiglie e numerosissimi generi (129). La famiglia delle Tenie str. s. (Taeniidae Ludwig, 1886) che comprende i generi: Taenia Linn., Echinococcus Rudolphi (sin. Echinococcifer), Cladotaenia Cohn, Anoplotaenia Beddard, Dasyurotaenia Beddard, Urocystidium Beddard, è definita dai seguenti caratteri: scolice con rostello ben sviluppato, provvisto di una doppia serie di uncini, raramente ed eccezionalmente con rostello rudimentale o inerme; ventose inermi; proglottidi più o meno allungate, ma sempre, quelle mature, più lunghe che larghe, con orifizî genitali alterni irregolarmente; vagina posteriore al cirro; utero o matrice senza tocosoma, allungato, mediano e, se ripieno di uova, disteso in diverticoli laterali a fondo cieco, più o meno numerosi; vitellogeno compatto situato nella parte distale della proglottide, posteriormente all'ovario che è doppio. Testicoli numerosi sparsi nel parenchima, spostati verso la faccia della proglottide considerata come dorsale.
Le uova mature, provviste di guscio sottile, senza opercolo, si sviluppano già nell'utero e, quando sono emesse, contengono la caratteristica larva esacanta o oncosfera, provvista di sei uncini: l'embrione è circondato fin dai primi stadî del suo sviluppo, da una spessa membrana, l'embrioforo.
Nell'ospite intermedio che ha ingerito l'uovo, il guscio è disciolto dai succhi digestivi e la larva esacanta, sgusciatane, attraversando l'epitelio intestinale migra per via sanguigna o linfatica, andando a raggiungere la sua sede definitiva (muscoli, peritoneo, fegato, ecc.). Ivi va incontro a una serie di modificazioni (idrope) che la trasformano nello stadio larvale incistato (forma cistica), il cisticerco, vescica ripiena di liquido, dalla cui parete interna (membrana germinativa) per tipica invaginazione si forma il futuro scolice, oppure per invaginazioni multiple, che ricordano una sorta di poliembrionia hanno origine numerosi scolici (forma cistica del tipo Cenuro), o addirittura la membrana germinativa produce delle vescicole figlie dette proligere, in quanto ciascuna, per lo stesso processo, dà origine a scolici più o meno numerosi (Echinococco). Ai Teniadi appartengono le due forme ben note e più comuni di vermi solitari dell'uomo: Taenia solium L. e Taenia saginata Goeze, la prima che ha come ospite intermedio il maiale (Cysticercus cellulosae Rud.) di cui infesta i muscoli (in prevalenza quelli del collo, gli pterigoidei, la lingua, ecc.) e i varî visceri, la seconda i bovini (Cisticercus bovis Cobbold), prediligendo il connettivo adiposo intermuscolare e spesso anche il cuore. La T. solium può infestare l'uomo anche allo stato larvale, sia per ingestione diretta delle uova, sia per autoinfestazione. La gravità della cisticercosi dell'uomo dipende dalla localizzazione dei cisticerchi (sistema muscolare, sottocutaneo, occhio e annessi, sistema nervoso, ecc.) che possono essere causa di varie lesioni, talora gravi, irritative, infiammatorie, meccaniche, ecc.
Sia la T. solium sia la saginate sono abitatrici dell'intestino tenue, la solium in prevalenza del tratto anteriore: caratteri differenziali fra le due specie sono dati dalla forma dello scolice, globoso e armato di un rostello invaginabile nella prima, quadrangolare e inerme nella seconda; dalla lunghezza della strobila che non oltrepassa i 3 m. nella T. solium, laddove la saginata raggiunge fin gli 8 metri con un numero complessivo di proglottidi di circa 2000; dal numero dei diverticoli dell'utero nelle proglottidi gravide di uova, 5-io e di aspetto dendritico nella solium, più numerosi nella saginata che ha inoltre pori genitali disposti irregolamente, mentre nella solium questi si alternano regolarmente nelle successive proglottidi.
Altre tenie, ma di assai scarsa importanza per la loro rarità e talora per la dubbia identificazione, sono indicate allo stato adulto come parassite dell'uomo: Taenia africana v. Linstow, T. hominis v. Linstow, T. confusa Ward., T. philippina Garrison, T. Bremneri Stephens. Allo stato larvale, l'uomo può albergare oltre la T. solium, due tenie del cane: eccezionalmente la Taenia multiceps Tschudi (Taenia coenurus Kuchenm.) parassita, da adulto, di cani e canidi selvatici, allo stato larvale (Coenurus cerebralis Rud.), delle pecore ove si localizza nel tessuto nervoso centrale, producendo la cenurosi cerebrale che si manifesta con quei caratteristici sintomi della malattia nota con il nome di "capostorno". Le cisti di cenuro sono state anche rinvenute nel midollo spinale di varî ruminanti. L'Echinococcus granulosus Batsch. tenia armata, di ridottissime dimensioni (3-6 mm.), che vive gregaria nell'intestino tenue del cane e di canidi selvatici, il cui stadio cistico si rinviene in un gran numero di Mammiferi, compreso non di rado l'uomo, Carnivori, Ruminanti, Roditori, frequentissimo nel maiale. Nell'uomo l'Echinococco si localizza principalmente nel fegato, sebbene cisti di echinococco siano state rinvenute nelle sedi più varie: valvole cardiache, corpi vertebrali, midollo osseo, ecc. Per gemmazione, che può essere endogena ed esogena, le cisti di echinococco o idatidi, che assumono talora dimensioni assai rilevanti, dànno origine a delle vescicole figlie che conservano la struttura dell'idatide e che producono migliaia di scolici (v. Echinococco). La malattia nell'uomo è nota col nome di echinococcosi uniloculare, mentre un'altra specie, l'Echinococcus multilocularis Leuck., darebbe luogo a una cisti idatidea multiloculare oechinococcosi alveolare.
Per i Mammiferi selvatici e domestici sono note altre tenie: Taenia crassiceps della volpe, con stadio cistico in arvicole, topi e talpe; Taenia serrata Goeze dell'intestino tenue del cane, della volpe, del lupo, con cisticerco (Cysticercus pisiformis Zeder) nel coniglio, nelle lepri e anche nel topolino, ove si localizza nel peritoneo; Taenia crassicollis Rud. del gatto e di altri carnivori, con cisticerco (C. fasciolaris Rud.) nel fegato di ratti e topi ed anche pipistrelli; Taenia marginata Batsch. del cane e del lupo, la cui forma larvale (C. tenuicollis Rud.) si rinviene nel peritoneo di Ungulati domestici e selvatici, come pure in Roditori, Mustelidi, ecc.
Bibl.: O. Führmann, Cestoidea, in Handbuch der Zoologie, di W. Kükenthal, II, Lipsia 1928-33; G. Alessandrini, Parassitologia dell'uomo e degli animali domestici, in Trattato it. di igiene, 1929; E. Brumpt, Précis de Parasitologie, Parigi 1927.
Patologia.
I disturbi provocati dalla presenza delle tenie nel canale digerente non hanno carattere definito. A volte sono nulli e la presenza del parassita è dimostrata solo dall'emissione dal retto delle proglottidi. Altre volte sono complessi: spesso il malato anche a stomaco pieno avverte senso di fame imperiosa; spesso dimagra; è tutt'altro che accertato che ciò dipenda dal fatto che il parassita sottrae all'ospite sostanze nutritive. Più raramente si hanno rigurgiti, vomito, anoressia, sindromi dolorose che possono perfino simulare l'ulcera rotonda dello stomaco. Più frequenti sono i disturbi intestinali: periodi alterni di diarrea e di stipsi, senso di ripienezza, di tensione intestinale, eccezionalmente fenomeni occlusivi (occlusione intestinale, ittero per ostruzione parassitaria del coledoco). Si producono in via riflessa disturbi nervosi che possono essere assai varî: midriasi, enuresi, cardiopalmo, prurito nasale, cefalea, insonnia; accessi epilettiformi, movimenti disordinati a tipo coreico. Frequentissimo è l'aumento dei globuli bianchi eosinofili nel sangue (eosinofilia). Specialmente il botriocefalo può essere causa di anemia grave che può mentire l'anemia perniciosa tipo Biermer, mentre guarisce facilmente con la rimozione del parassita.
La cura dell'infestione da tenie fallisce se non è bene condotta. S'inizia con una dietetica preparatoria; si consiglia, 24 ore prima di somministrare i rimedî vermifughi, di far mangiare un'insalata con acciughe, aringhe, cipolle, aglio; alla sera dello stesso giorno si dà solo latte e un purgante (calomelano, olio di ricino, infuso di senna); al mattino seguente, a digiuno, si somministra il vermicida. Fra i varî vermifughi noti, uno dei più attivi è l'estratto di olio etereo di felce maschio, che, in capsule da 50 centigrammi, si dà alla dose complessiva di 6-8 grammi. Si fanno ingoiare le capsule alla distanza di dieci minuti l'una dall'altra e dopo circa due ore si somministra un purgante salino. Se si manifestano conati di vomito si dà caffè freddo o qualche goccia di mentolo. Altri rimedî attivi sono il timolo (6-8 grammi in dosi da gr. 0,50), l'infuso di corteccia di radice di melograno, il cloroformio, ecc. Bisogna assicurarsi che il verme sia stato espulso in modo completo, cioè compreso lo scolice; altrimenti dopo due, tre mesi si deve ripetere la cura. L'uso di questi rimedî dev'essere guidato dal medico, perché per dosi improprie si possono avere disturbi secondarî anche assai gravi (vertigine, vomiti, disturbi oculari, perfino amaurosi).