tentazione
Il vocabolo è attestato due volte nell'opera dantesca, nel senso morale e scritturale di " azione diretta a corrompere, a indurre al peccato con allettamenti ", largamente diffuso nell'uso linguistico del tempo e rispondente a uno dei significati specifici del verbo ‛ tentare ' (v.): Vn XXXIX 6 io, volendo che cotale desiderio malvagio e vana tentazione paresse distrutto... propuosi di fare uno sonetto; Cv IV XXV 9 quante male tentapioni non pur ne la pudica persona [il pudore] diffida, ma eziandio in quello che la guarda!