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TENZIN GYATSO

Enciclopedia Italiana - V Appendice (1995)
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TENZIN GYATSO


Attuale Dalai Lama (v. lamaismo, XX, p. 398), nato in una regione del Nord-Est del Tibet il 6 luglio 1935. I più venerabili monaci buddhisti lo riconobbero come quattordicesimo Dalai Lama quando non aveva ancora compiuto cinque anni, il 22 febbraio 1940. Appena quindicenne ebbe a svolgere un importante ruolo politico quando la Cina invase e occupò il Tibet (1950). Per gran parte degli anni Cinquanta s'impegnò, rifiutando sempre i metodi violenti, nel tentativo di conservare al suo paese la maggiore autonomia politica possibile, ma dopo la sanguinosa repressione di una rivolta nazionalista da parte delle truppe cinesi (1959) fu costretto a rifugiarsi in India, dove formò un governo in esilio e da dove ha sempre cercato di tener desto l'interesse del mondo per l'indipendenza tibetana, battendosi per la pace e il rispetto dei diritti civili.

Nel 1987 ha vinto il premio intitolato ad A. Schweitzer, attribuito per meriti umanitari. Nel 1988 propose alla Cina un compromesso in base al quale si sarebbe riconosciuto ai Cinesi il diritto di determinare la politica estera del Tibet, che si sarebbe tuttavia riservato il diritto all'autogoverno (attualmente il Tibet è incorporato alla Cina come regione autonoma). Tuttavia le trattative per risolvere il problema nazionale tibetano s'interruppero nel giugno 1989 in seguito alla violenta soppressione, da parte delle autorità cinesi, del movimento per la democrazia a Pechino e all'imposizione della legge marziale a Lhasa, capitale del Tibet. Nell'ottobre del 1989 al Dalai Lama è stato conferito il premio Nobel per la pace a motivo della sua costante opposizione all'uso della violenza nella pur quarantennale lotta per la liberazione del Tibet.

Tra i suoi scritti si ricordano: Selected writings (1973); The Buddhism of Tibet and the key to the middle way (1975; trad. it., 1976); The opening of the wisdom eye (1981; trad. it., 1982); Kindness, clarity and insight (1984; trad. it., 1986); A human approach to world peace (1984; trad. it., 1985); Freedom in exile: the autobiography of the Dalai Lama (1990; trad. it., 1990); Comme un éclair déchire la nuit (1992; trad. it., 1992).

Bibl.: J.F. Avedon, Il Dalai Lama, Milano 1989; P. Verni, Dalai Lama. Biografia autorizzata, ivi 1990; V.C. Gibb, Il Dalai Lama. Capo del popolo tibetano e paziente operatore di pace, Leumann (Torino) 1991.

Vedi anche
Dalai-lama Maestro supremo del buddhismo tibetano. Il titolo, che letteralmente significa «maestro (lama) del mare universale», fu conferito per la prima volta nel 1577 a Sodnam Djamts’o, terzo successore tibetano di Tsonkhapa (fondatore della ‘Chiesa Gialla’), dal principe dei Mongoli orientali Altan Khān, nel ... Tibet (tibetano Bod) Regione storico-geografica (1,5 milioni di km2 ca.) dell’Asia centrale, politicamente appartenente per la quasi totalità alla Cina e in piccola parte, nella sezione sud-occidentale, all’India (Ladakh); la parte in territorio cinese è formata da una regione autonoma denominata ufficialmente ... lamaismo Buddhismo tibetano, così denominato dall’appellativo lama «maestro», con cui sono chiamati in Tibet i monaci, in quanto maestri spirituali. ● La penetrazione del buddhismo nel Tibet risale all’8° sec. d.C. Il lamaismo discende per la dottrina dalla scuola del Māhayāna, ma nella pratica rivela connessioni ... Lhasa (cinese Lasa) Città capitale della regione autonoma del Tibet (129.490 ab. nel 2003), situata a 3650 m s.l.m. sul fondovalle ben coltivato e alberato del Kichu, affluente del Brahmaputra. Il nome significa in tibetano «trono di Dio» e fino al 1958 esprimeva il carattere religioso della città, principale ...
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