CICONI (o Cicconi), Teobaldo
Poeta, giornalista, autore drammatico, nato a S. Daniele del Friuli il 20 dicembre 1824, morto a Milano il 27 aprile 1863. Nel 1848 fu soldato e combatté a Udine, a Venezia; laureatosi avvocato, a Udine fece rappresentare un suo dramma storico, Eleonora di Toledo, assai applaudito; a questo seguì Pecorelle smarrite, che pur attraverso le inesperienze giovanili, ha in sé una sana vitalità. Poco dopo il C. faceva rappresentare da Bellotti-Bon La figlia unica; e in questo lavoro, che riportò un successo clamoroso, la figura di due genitori, idolatranti la loro unica creatura, è resa con rara penetrazione. In Troppo tardi permane il patriota e il giornalista politico: è un'allegoria della guerra del 1859, nella quale campeggia la figura di Vittorio Emanuele II. Alla commedia d'intenti patriottici appartiene anche I Garibaldini; vengono poi: Peccati vecchi e penitenza nuova; Le mosche bianche; La Rivincita (1861), Statua di carne (1862) e Gelosia (1863).
Le commedie del C. sono quasi sempre vedute bene e svolte scenicamente con gusto e con ardimento: i caratteri, in generale, hanno un bel rilievo e riflettono quasi sempre la realtà: il dialogo è vivo, brioso, e attinge in gran parte la sua comicità dai caratteri e dalle situazioni. A Milano il C., insieme col Ghislanzoni, fondò il Lombardo, giornale combattivo; collaborò attivamente a Lo Spirito folletto, satirico e patriottico. Nella satira civile, che il C. predilesse, arieggia un poco il Giusti, e forse si riflette qualche nota di Heine, del quale il C. tradusse varie poesie. Qualcuna delle sue poesie, come Rematore, la notte è bruna, ha vissuto a lungo sulla bocca del popolo.