TEODORICO da Praga
Pittore attivo in Boemia nella seconda metà del Trecento, presso la corte di Carlo IV.
Il nome di T. compare per la prima volta nei Libri della corporazione dei pittori di Praga nel 1359, alla quale appare iscritto come Theodoricus de Praga e primus magister. Nei Libri della città di Praga nell'anno 1359 viene registrata una casa a lui appartenente sullo Hradčany e definita "domus malerii imperatoris Theodorici" (Praga, Mĕstský Arch. pražský, 2252, c. 13r). Da ciò si può dedurre che egli visse e lavorò a Praga e qualche studioso ipotizza che egli vi sia anche nato.Tra il 1357 e il 1367 T. fu pittore di corte dell'imperatore Carlo IV nel castello di Karlštejn (v.), dove realizzò numerosi dipinti su tavola e decorò la cappella della Santa Croce, per la quale ebbe grande onore e un elevato compenso. Come attesta un documento, nel 1367 Carlo IV gli fece dono di una tenuta in Mořina. T. viveva ancora nel 1381, quando viene citato in una annotazione sulla bella e solenne decorazione della cappella di Karlštejn da lui dipinta. Grazie ai dati documentari si può ricostruire il corpus della produzione di T., che comprendeva ca. centotrenta dipinti su tavola: si tratta, a quanto è noto, della più grande quantità di dipinti realizzati da un unico artista nell'area dell'Europa centrale. Oggetto di un ampio dibattito critico sono alcune opere che si trovano al di fuori del castello di Karlštejn e che vengono attribuite agli esordi dell'attività di T. (miniature a piena pagina che raffigurano la Vergine dell'Umiltà e alcuni santi dal breviario di Vito, prevosto di Rajhrad; Brno, Univ. Knihovna, R394, c. 4v), oppure che appartengono a epoca più tarda, realizzate dalla sua scuola, ovvero da suoi epigoni (immagini votive di Jan Očko di Vlašim; Praga, Národní Gal.).T., che fu il principale autore della straordinaria decorazione della cappella imperiale di Karlštejn, diede un importante contributo allo sviluppo della pittura boema ed europea del Trecento: la sua ampia, sintetica tipologia creativa affonda le radici nella grande tradizione artistica europea e non nasce da un retroterra boemo. Si ritiene che nel 1359 T. abbia dipinto un ciclo di immagini su tavola per il palazzo imperiale, oggi perdute, che raffiguravano sia gli imperatori romani d'Occidente sia quelli bizantini e che inoltre abbia lavorato anche per la cattedrale, entrando così in contatto con il cantiere di S. Vito.
Si deve pensare che T. fosse al seguito di Carlo IV durante il viaggio in Italia in occasione dell'incoronazione e che durante questo soggiorno abbia potuto conoscere importanti opere e maestri, tra cui Vitale da Bologna, Tomaso da Modena e Pacino di Bonaguida.Indubbiamente, T. agli inizi della sua attività era solo un membro della bottega incaricata della decorazione di Karlštejn, a capo della quale era il pittore che gli storici dell'arte definiscono Maestro dell'Albero genealogico. Dopo la partenza di quest'ultimo da Praga per lavorare al monastero benedettino di Emmaus, a T. dovette spettare la decorazione principale del castello. Si tratta di una raffigurazione della realtà futura in forma di visione mistica del paradiso, della città d'oro, dell'utopica comunità dei giusti e soprattutto del fine e del senso della vita cristiana medievale, programma che T., in quanto autore della decorazione della cappella della Santa Croce, portò a compimento in maniera coerente. La cappella, nella quale erano state portate le insegne dell'incoronazione, doveva diventare qualcosa di assolutamente fuori dall'ordinario.
Le raffigurazioni di T. sono caratterizzate da un ritmo geometrico, che regola il ripetersi dei gesti, la loro stabilità e la tipizzazione delle figure, nelle quali è sottolineato il principio della frontalità. Gli elementi profani si bilanciano con quelli spirituali, in un armonico equilibrio generale.Nella raffigurazione dell'Adorazione dei Magi, anch'essa nella cappella della Santa Croce, T. rappresenta Carlo IV nelle vesti di uno dei protagonisti del racconto biblico, Baldassarre. È piuttosto probabile che l'aspetto originale del nuovo movimento devozionale sia fondato sugli stessi elementi caratteristici che distinguono il weicher Stil boemo dalla produzione delle regioni vicine, avvicinandolo al contrario alla concezione artistica senese-bolognese. Di grande significato per i dipinti su tavola di T. furono i coevi polittici d'altare italiani, in particolare le opere di Paolo Veneziano.La soluzione artistica delle pareti interne della cappella della Santa Croce si caratterizza per l'uso di grandi pietre semipreziose levigate (calcedonio, diaspro, agata, onice, corniola e ametista) e dischi di vetro bombati nella cupola e nelle nicchie delle finestre con doratura, a formare i motivi del Sole e della Luna, dorati di modo che la luminosità dell'ambiente venisse ravvivata da effetti di luce. Questa tecnica, così come la quantità delle immagini, ha fatto ritenere a molti studiosi che quest'opera non sia dovuta al solo T. bensì all'intera bottega da lui guidata.
Bibl.: J. Neuwirth, Mittelalterliche Wandmalereien und Tafelbilder der Burg Karlstein, Praha 1896; A. Matĕjček, Česká malba gotická. Deskové malířství 1350-1450 [La pittura gotica boema. Dipinti su tavola 1350-1450], Praha 1928; J. Loriă, Mistr Theodorik [Maestro T.], Praha 1938; T. Kubátová, Zpodobení Karlš IV. mistrem Theodorikem na Karlštejne [La rappresentazione figurativa di Carlo IV dipinta dal maestro T. a Karlštejn], Umĕní 1, 1953, pp. 210-215; A. Friedl, Magister Theodoricus. Das Problem seiner malerischen Form, Praha 1957; J. Krafta, K problematice Karlštejnsých maleb [La problematica dei dipinti di Karlštejn], Umĕní 6, 1958, pp. 2-23; A. Friedl, Poĕštky mistra Theodorika [Gli inizi del maestro T.], Brno 1963; Gothic Mural Painting in Bohemia and Moravia 1300-1378, London 1964; K. Steiskal, Spor o Theodorika [Il dibattito su T.], Umĕní 12, 1964, pp. 575-596; V. Dvořáková, Mistr Theodorik [Maestro T.], Praha 1967; Magister Theodoricus. Court Painter of Emperor Charles IV, cat., Praha 1998; Magister Theodoricus, Hofmaler Kaiser Karls IV., "Symposion im Agneskloster, Prag 1998" (in corso di stampa).