TEODOTO di Bisanzio
Eretico del sec. II, principale rappresentante dell'adozionismo romano. Conciatore di pelli, ma provvisto di grande cultura, giunto a Roma vi aveva diffuso largamente la sua dottrina, secondo la quale Gesù, diverso dai profeti che l'avevano preceduto solo per la sua nascita miracolosa, era stato elevato alla dignità di Cristo al momento del battesimo nel Giordano, ma questa adozione a figlio di Dio non implicava la sua divinità.
Scomunicato da papa Vittore (190), riuscì, ciononostante, a guadagnarsi molti seguaci, uno dei quali, anch'esso a nome Teodoto, di professione banchiere, riuscì, per breve tempo all'epoca di Zeffirino, a organizzare una setta con a capo un confessore romano, certo Natale (v. anche adozionismo).
Bibl.: A. Donini, Ippolito di Roma, Roma 1925, pp. 59-60, 149-150.