TEODOZIONE
. Autore di una delle versioni greche della Bibbia sorte dopo quella dei Settanta.
Poche e incerte sono le notizie sulla sua persona. Il primo che ne parli è Ireneo (Adv. haer., III, 23), secondo cui T. era un proselita giudeo nativo di Efeso; al contrario Epifanio (De mens. et ponder., XVII) lo dice proveniente dal Ponto, dapprima marcionita e fattosi in seguito giudeo; incerto sembra anche Girolamo (De viris illustr., 54; Prolog. in Daniel.). La notizia più verosimile sembra la più antica, cioè di Ireneo, per cui la versione di T. sarebbe sorta ad Efeso. La sua versione dunque è anteriore a Ireneo (anno 180 circa), ma posteriore a quella di Aquila e probabilmente anche a quella di Simmaco. Per abilità ed eleganza è inferiore alla simmachiana, ma ebbe il grandissimo vantaggio di appoggiarsi molto a quella precristiana e autorevolissima dei Settanta; con essa difatti fu spesso mescolata, e talvolta finì per sostitiurla in parti intere: ad es., per il libro di Daniele il testo greco costante è non quello dei Settanta, ma di T., con una sola eccezione di codici e una di papiri (i recentissimi di Chester-Beatty). Per il giudizio di S. Girolamo su questa e le altre versioni concorrenti, e i frammenti rimasti, v. simmaco.