TEOFILO imperatore d'Oriente
Appartenne alla dinastia frigia e imperò dall'829 all'842. Fu l'ultimo monarca iconoclasta. La persecuzione contro i fautori del culto delle immagini sotto di lui fu aspra. Ma a parte questa sua politica religiosa, che mirava soprattutto ad abbassare la potenza del monachesimo, anche i suoi più accaniti avversarî riconoscono che T. fu un sovrano di eccezionali qualità e capacità. In lui si ammirava il rigido senso di giustizia; la cura che ebbe per il benessere dei sudditi; la scrupolosa amministrazione che in poco tempo fece floridissimo e attivo il bilancio dello stato, e ciò nonostante la sua attività nel campo dell'edilizia, attività che fa del suo regno uno dei più splendidi e magnifici della storia bizantina. All'avvento di T., gli Arabi continuavano i loro attacchi in Anatolia e da poco avevano iniziato la conquista della Sicilia. T. rivolse le sue forze verso l'Oriente anche perché la capacità di resistenza del califfato appariva allora indebolita da una rivolta provocata dalla setta dei Khurramiti. Le prime operazioni furono fortunate e nell'831 l'imperatore penetrò in Cilicia sconfiggendo un esercito musulmano; ma nei due anni seguenti subì una serie di rovesci. La guerra ebbe una tregua dopo la morte del califfo Ma'mūn (833). Quattro anni dopo, T. riaprì le ostilità distrusse la fortezza di Sazopetra, devastò il distretto di Melitene, saccheggiò Samosata, infliggendo una serie di sconfitte ai nemici; ma nell'838 gli Arabi presero il sopravvento e il califfo Mu'tassim penetrò in Anatolia dove anche espugnò l'importante fortezza di Amorion, luogo di origine della famiglia di T. La caduta di Amorion produsse uno sbigottimento fra i Bizantini, poiché sembrava che agli Arabi fosse aperta la via verso Costantinopoli. T. tentò di formare una coalizione cristiana rivolgendosi a Venezia, all'imperatore d'Occidente, Lodovico il Pio, e trattando anche col califfo omayyade di Cordova, nemico degli ‛Abbāsidi. Nello stesso tempo egli cercò di fermare l'avanzata nemica concludendo (841) una tregua con Mu'tassim. Nel gennaio dell'anno seguente T. moriva lasciando la corona al figlio, ancora bambino, Michele III, e la reggenza alla moglie Teodora.
Bibl.: A. Vasilev, Bisanzio e gli Arabi. Le relazioni politiche fra Bisanzio e gli Arabi al tempo della dinastia amoriana (Frigia), Pietroburgo 1900 (in russo); I. B. Bury, A History of the Eastern Roman Empire from the fall of Irene to the accession of Basil I (802-867), Londra 1912.