MACCHETTI, Teofilo
– Nacque a Venezia il 3 marzo 1632. Fu allievo del musicista Giovanni Legrenzi a Venezia. Nel 1669 entrò nell’Ordine camaldolese presso l’abbazia della Vangadizza (Rovigo), dove svolse l’incarico di procuratore negli anni 1672-74. Nel 1672 e nel 1673 compì due viaggi a Venezia. Alla ricerca di notizie su Ugo di Toscana, probabile fondatore del monastero, fu a Roma dal 1675 al 1679, anno in cui, dopo un tappa a Loreto e a Spoleto, si stabilì presso l’abbazia di S.Michele in Borgo a Pisa.
Dal 15 maggio 1681 alla morte fu maestro di cappella della cattedrale di Pisa, con l’incarico di insegnare canto alla scuola dei chierici. Nell’ambito di tale magistero ebbe come allievo Giovanni Carlo Maria Clari. Nel 1690 soggiornò a Roma, dove ebbe modo, come lui stesso riferisce, di consultare le opere teoriche degli antichi maestri custodite presso le biblioteche cittadine. Negli anni 1695-96 ebbe uno scambio epistolare con Giovanni Andrea Angelini Bontempi, riguardante, tra l’altro, il problema delle tipologie di divisione dell’ottava, che Bontempi stava affrontando per la pubblicazione della sua Historia musica. Allo stesso periodo risale la corrispondenza con il camaldolese Guido Grandi, uno fra i maggiori matematici del primo Settecento.
Nel 1699 il M. fu a Volterra e Siena. Nel 1711 diede inizio alla stesura di un trattato intitolato Curiosità musicali, che dovette servire da punto di riferimento per le successive ricerche storiografiche compiute da padre Giovanni Battista Martini.
Il trattato contiene non solo informazioni di tipo storico-erudito, ma anche resoconti di esperienze autobiografiche relative all’ambito musicale. Fra queste si ricorda l’esperimento condotto in una fucina per dimostrare l’inconsistenza scientifica della leggenda secondo cui Pitagora avrebbe teorizzato il principio delle consonanze musicali ascoltando i suoni prodotti dai martelli sull’incudine; oppure l’esperienza condotta ascoltando in più riprese una famosa cappella musicale italiana che eseguiva la messa Aeterna Christi munera di G. Pierluigi da Palestrina, portandola con un tempo completamente diverso a distanza di alcuni anni. Il problema del tempo e della misura nella musica risulta in effetti fra i più dibattuti nello scritto del M., che si dimostra sempre attento alle questioni di prassi esecutiva. In questo, il suo trattato si presenta con un approccio nuovo rispetto ai precedenti, data la priorità spesso accordata alle questioni pratiche piuttosto che alle teoriche. Fra gli autori che il M. dimostra di conoscere figurano i trattatisti Marchetto da Padova, J. de Muris, J. Ciconia, J. Tinctoris, F. Gaffurio, P. Aaron, il Glareano, G. Zarlino, V. Galilei, L. Zacconi, A. Banchieri, A. Kircher. Nella sezione intitolata Come siasi praticata la musica moderna, dal suo principio, fin alli nostri tempi, quasi un vero e proprio profilo di storia musicale, il M. si sofferma anche sulla pra- tica musicale coeva, sottolineando il frequente impiego di arie – stigmatizzato come un abuso – anche nella musica sacra del tempo, che a giudizio dell’autore pareva aver abbandonato il tradizionale stile a cappella.
Il M. dirigeva la cappella musicale non solo nella primaziale pisana, ma anche in molte altre chiese cittadine in particolari festività dell’anno. Spesso nei Conti di musiche – vero e proprio diario musicale autobiografico – si fa riferimento all’impiego di voci e strumenti (cornetti, oboi, trombe, tromboni, violini, viole, violoncelli, contrabbassi, tiorbe, clavicembali, organi), doppi e tripli cori, sinfonie strumentali. Il M. dirigeva essenzialmente opere proprie, ma occasionalmente anche composizioni di altri autori, come F. Alessi, Clari, A.B. Della Ciaia, P. Franceschini, Legrenzi, A. Melani.
Il M. morì a Pisa, nel monastero di S. Michele in Borgo, nel marzo 1714.
Dai Conti di musiche si apprende che il M. compose un gran numero di messe, sezioni di messe, salmi, Magnificat, mottetti, inni e sequenze. Dopo la morte, molte sue opere sacre destinate alla liturgia di S. Michele furono acquistate dall’Opera della primaziale pisana.
Edizioni: Sacri concerti di salmi a quattro voci e quattro instrumenti… dedicati al serenissimo Ferdinando Medici gran prencipe di Toscana (Bologna 1687); Sacri concerti di salmi a quattro voci (ibid. 1693; perduti).
Presso la Biblioteca universitaria di Pisa si conservano inoltre i seguenti manoscritti del M.: Lettere al p. G. Grandi (93); Conti di musiche (201-202; 311); Scritture diverse (247); Curiosità musicali nelle quali si tratta di musica in generale e si dimostrano alcune inconvenienze che si hanno nelli scrittori specialmente in ordine alli modi e tuoni armoniali degli antichi e nel tempo della moderna applicazione (248-249); Miscellanea (307-310; 321-330); Trattato di musica (354). Presso il Civico Museo bibliografico musicale di Bologna: Della musica degli antichi (I.43).
FONTI E BIBL.: A. de La Fage, Essais de diphthérographie musicale, Paris 1864, I, p. 389; G. Gaspari, Catalogo della Biblioteca musicale G.B. Martini di Bologna, Bologna 1890, pp. 34 s.; R. Gandolfi, La cappella musicale della corte toscana, in Riv. musicale italiana, XVI (1909), pp. 506-530; U. Morini, Alcune lettere di G. Andrea Angelini Bontempi al padre T. M. camaldolese, Pisa 1909; B. Pescerelli, T. M. (1632-1714): un dimenticato precursore della ricerca musicologica, in Acta musicologica, XLVIII (1976), pp. 104-111; F. Baggiani, Musicisti in Pisa. I maestri di cappella nella primaziale, in Boll. stor. pisano, LI (1982), pp. 271-294; P. Barbieri, L’accordatura strumentale in Toscana: proposte e contrasti da V. Galilei a Cristofori (c. 1580-1730), in Musicologia humana. Studies in honour of Warren and Ursula Kirkendale, a cura di S. Gmeinwieser - D. Hiley - J. Riedlbauer, Firenze 1994, pp. 214-219; C. Gianturco - L. Pierotti Boccaccio, T. M. and sacred music in Pisa 1694-1713, ibid., pp. 393-415; Diz. encicl. univ. della musica e dei musicisti, Appendice, p. 504; The New Grove Dict. of music and musicians (ed. 2001), XV, p. 449.