Linder-Barker, teoria di
Insieme dei contributi, dovuti a S. Linder (1961) e a T. Barker (1977), che possono essere classificati quali idee anticipatrici di varie teorie del commercio internazionale (➔ p) basate sulla concorrenza imperfetta (➔). Fino agli anni 1980 le predominanti analisi economiche sul commercio internazionale erano fondate sul paradigma della concorrenza perfetta (➔ p): l’origine dei vantaggi comparati (➔ vantaggio) dei Paesi risiedeva nella differenza in almeno una delle loro strutture fondamentali (preferenze, tecnologie, dotazioni fattoriali). In tal senso, si prevedeva che a maggiori differenze tra Paesi corrispondessero più elevati vantaggi a commerciare, quindi più frequenti scambi internazionali. Al contrario, L. affermò che la similarità tra i Paesi – in particolare, la similarità nei redditi pro capite – avrebbe reso la struttura della domanda simile e aumentato le potenzialità di esportazione. B. raffinò la teoria di L. e inserì esplicitamente la domanda di varietà, anch’essa correlata positivamente con il reddito pro capite. Queste tesi ben si conciliavano con il fatto che le maggiori intensità di flussi di commercio internazionale si riscontravano, fin dagli anni 1960, tra Paesi con lo stesso livello di sviluppo. Le elaborazioni di L. e B. hanno anticipato intuitivamente quello che le teorie del commercio internazionale basate su modelli di concorrenza imperfetta hanno poi sviluppato in modo approfondito a partire dai primi anni 1980.