TEORIA
. Il greco ϑεωρία designa, inizialmente, l'azione del ϑεορός, o dei ϑεωροί (v. teori). Siccome, d'altronde, codesta azione consiste essenzialmente nel "contemplare" con reverenza la celebrazione d'una festa o cerimonia religiosa, il termine passa a designare la considerazione conoscitiva in genere. Questa metaforizzazione linguistica è tanto più consona allo spirito greco, in quanto da un lato risponde alla sua radicale parificazione dell'atto del conoscere all'atto del vedere, e dall'altro, con la sua solennità sacrale, ben s'addice allo spirito di reverenza con cui il sapiente greco considera la realtà, scorgendone o ricercandone la divina natura. E di fatto, nelle molteplici forme che la sopravvalutazione del βίος ϑεωρητικός, della vita contemplativa dello scienziato assume nel pensiero greco nonostante la parziale reazione delle correnti che proclamano la supremazia del βιός πραγτικός, della vita activa, l'antico spirito della ϑεωρία continua ad esercitare il suo influsso, anche attraverso espliciti richiami alla metafora intrinseca all'uso del termine. Di conseguenza, se la storia delle interpretazioni moderne di ciò che sia "teoria", cioè la storia dell'uso moderno di tale termine, viene ovviamente a coincidere con la storia della gnoseologia moderna, si può anche dire che essa si è svolta liberando sempre più la classica considerazione dell'atteggiamento "teoretico" dello spirito da quanto di teologicamente contemplativo permaneva in esso per eredità dell'antica idea della "teoria".