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TEOTIHUACÁN

di Guido Valeriano Callegari - Enciclopedia Italiana (1937)
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TEOTIHUACÁN ("luogo degli dei" o "luogo ove s'adorano gli dei")

Guido Valeriano Callegari

Grande città della quale rimangono imponenti avanzi, a 45 km. da Città di Messico, che risale all'inizio dell'era cristiana. Due furono le civiltà di Teotihuacán, una più antica e florida, l'altra decadente. La città, distrutta più volte per cause ignote, probabilmente per invasioni nemiche, presenta ancora vestigia di civiltà diverse: teotihuacana, azteca, totonaca, zapoteca e maya. Esiste un antico substrato arcaico (Otomì?) su cui si fissò principalmente la civiltà dei Toltechi seguita dagli Aztechi che si fusero con i superstiti; tali tribù fecero parte del regno di Texcoco sino alla conquista spagnola del 1521.

La città - non esattamente orientata - occupava km. 6 per 3, mentre la zona archeologica ha una superficie di 2 kmq.; il tracciato è simmetrico, maestosa la struttura, con le sue piramidi tronche e i suoi prismi, piena di grazia l'originalissima decorazione policroma dei suoi tempietti, ove scene di vita o mitologiche si svolgono fra greche e meandri; la scultura è su pietra dura (diorite, nefrite, ossidiana, ecc.), di soggetti animali e vegetali; bella la ceramica. Utensili, ornamenti litici, armi, conchiglie dei due oceani e un numero infinito di figurine di terracotta - specialmente testine umane probabilmente ex voto - si rinvengono in grande quantità.

La piramide del Sole (Tonatiuh Itzacual) - su una piattaforma di 350 m. di lato - alta m. 66, con i lati d'oltre 200 m., copre 16.000 mq. e un volume di quasi 1 milione di mc.; è costruita a strati d'adobe (mattoni cotti al sole), argilla, pietre e tufo, su 5 piani con una grande scala, volta a O., sino alla vetta; la piramide della Luna (Metzli Itzacual) alta 42 m., copre un'area di 17.000 mq.; non essendo stata restaurata come la prima, è in grande deperimento. Ambedue avevano in cima i templi dedicati alle due divinità astrali; presso la base, - in ampie piazze - rovine d'antichi edifici. La Via dei Morti (Micaotli) - larga 40 m. - parte dalla piramide della Luna e attraversa l'asse centrale della città, fiancheggiata da monticoli funerarî (tlateles).

Il tempietto "dell'Agricoltura" è così detto per gli affreschi, oggi restaurati, di fiori, frutta, animali. Interesse particolare hanno i sotterranei, contenenti grandi sale, frammenti di colonne, muraglie merlate, scale, condutture d'acqua, e decorazioni policrome a greche. Altro edificio, detto la "Piazza delle Colonne", misura 150 metri per 75 e si unisce al tempio dell'Agricoltura.

La "Cittadella" (Xincalpan) rappresenta un imponente complesso di 5 edifici alti 7 m. per una lunghezza di 80 ciascuno e di 4 piccole piramidi comunicanti con la piattaforma per mezzo di altrettante scale, una delle quali - la maggiore - è ornata d'enormi e terrificanti teste di serpente a bocca aperta e occhi sbarrati, che raffigurano il dio Quetzalcóatl, che sono ripetute, intercalate con quelle sobrie e austere del dio Tlaloc, per i sei piani della piramide, mentre il largo corpo di un serpente ondeggiante - in bassorilievo, e le cui squame sono sostituite da penne - congiunge le teste dei mostri e cingeva altrettante volte il tempio. L'effetto di tale prodigiosa costruzione, ancora oggi, per quanto soltanto parzialmente restaurata, è straordinario, tanto più quando si pensi che il tutto era dipinto con i più vivi colori.

A Teotihuacán esiste pure un piccolo museo dove è esposto il materiale precolombiano, coloniale e moderno raccolto durante i lavori di scoperta, di sterro e di restauro che continuano tuttora.

Bibl.: D. Charnay, Les anciennes villes du Nouveau Monde, Parigi 1885; A. Penafiel, Teotihuacán, Messico 1900; L. Batres, Teotihuacán ó la ciudad sagrada de los Toltecas, ivi 1889, 1906-08; id., Exploraciones y consolidación de los monumentos arq. de Teotihuacán, ivi 1908; E. Seler, Die Teotihuacán des Hochlandes von Mexico, in Gesammelte Abhandlungen, V, Berlino 1915; J. G. Palacios, El templo de Quetzalcóatl en Teotihuacán, Messico 1921; M. Gamio, La población del Valle de Teotihuacán, voll. 3, ivi 1922; J. Marquina, Estudio arquitectónico comp. de los monumentos arq. de México, ivi 1928; G. V. Callegari, Teotihuacán, in Vie d'Italia e dell'America Latina; 1928; W. Lehmann, Aus den Pyramidenstädten in Alt-Mexico, Berlino 1933; S. Linné, Archaeological Researches at Teotihuacán, Messico-Stoccolma 1934.

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