GARGIULO, Terenzio
Nacque il 23 nov. 1903 a Torre Annunziata (Napoli), da Gaspare e Concetta Romano. Compì gli studi musicali presso il conservatorio S. Pietro a Majella di Napoli, ove si diplomò in pianoforte sotto la guida di F. Rossomandi, e in composizione, avendo come maestri A. Savasta, C. De Nardis e G. Napoli. Iniziò giovanissimo l'attività concertistica, affiancata dal 1928 da quella didattica, insegnando pianoforte principale al liceo musicale di Bari, e successivamente nei conservatori di Parma, Palermo e Napoli. Dal 1959 al '61 fu direttore del conservatorio V. Bellini di Palermo e dal 1962 di quello di Napoli.
Morì a San Sebastiano al Vesuvio, vicino a Napoli, il 13 nov. 1972.
Gli esordi del G. compositore subirono gli influssi di quel colorismo sinfonico in voga in Italia negli anni Trenta, ma la sua scrittura, pur nella convenzione del momento, si distinse per il solido impianto musicale. Gli anni del dopoguerra accelerarono nel G. la maturazione di una crisi che lo portò all'adozione della tecnica seriale, senza tuttavia rinnegare le radici della propria formazione e della tradizione musicale italiana. Tale scelta fu infatti soprattutto dettata dalla necessità di coniugare il rigore della forma e la pienezza dell'espressione melodica all'interno di strutture linguistiche autosufficienti. Le opere del G. restano perciò sempre caratterizzate da un solido sinfonismo che non sembra aver dimenticato la lezione dei grandi modelli ottocenteschi.
Varia e vasta è la sua produzione, comprendente musiche sinfoniche, da camera, vocali, per strumenti vari, e per il teatro, eseguite nei maggiori centri internazionali. Alcune composizioni gli valsero significativi riconoscimenti: il Concerto per pianoforte e orchestra fu premiato nel 1939 alla V Rassegna nazionale di musica contemporanea; l'affresco sinfonico Georgicon, del 1941, vinse il Concorso nazionale Terre d'oltremare; la sua Seconda sinfonia ottenne nel 1956 il premio G. Martucci.
Tra le prime composizioni di rilievo del G. si colloca il Quintetto per 2 violini, viola, violoncello e pianoforte (1931), con il quale il G. riprende il discorso aperto da G. Martucci e G. Sgambati, e proseguito dalla generazione dell'Ottanta, teso a una rinascita della musica strumentale in Italia.
Con il Concerto per pianoforte e orchestra lo stile del G. si apre verso quel fortunato eclettismo che caratterizzò la prima fase della sua opera. In esso è infatti possibile rintracciare varie e disparate influenze: la scuola francese per l'eleganza armonica e coloristica, la matrice russa per un certo pianismo percussivo e motorio, mentre nelle cadenze il modello è ancora quello titanico e retorico del concerto tardoromantico.
Per il teatro scrisse Il borghese gentiluomo, andato in scena al S. Carlo di Napoli nel 1947, e Maria Antonietta, composta nel 1952 e riveduta nel 1965, entrambe su libretti di V. Viviani (S. Carlo 1952 e 1965). Fu proprio con Maria Antonietta che il G. diede forma alla sua ansia di rinnovamento e di chiarificazione stilistica avvicinandosi alla tecnica seriale. Le tappe salienti di questa seconda maniera sono tuttavia ancora più evidenti nelle composizioni posteriori, e cioè nelle tre sinfonie, nella Serenata n. 1 (1961) per clarinetto, pianoforte, percussioni e archi, concepita in linguaggio seriale libero, e nel Concertino (1956) per oboe e archi. Quest'ultimo è particolarmente significativo del modo in cui il G. adottò la tecnica dodecafonica. Dei tre tempi del Concertino solamente il primo rispetta con più rigore il disegno seriale, pur alludendo in vari momenti a implicazioni tonali. Tale tecnica è del tutto abbandonata nel movimento centrale - una pavana di raveliana memoria - per essere poi ripresa con maggiore cautela nella marcia finale, che si conclude con un'inequivocabile triade minore.
Di impronta nettamente classicistica è invece la Serenata n. 2 (1961) per due oboi, due corni e archi, che si ricollega per il tono di libero ed elegante divertissement allo spirito della serenata settecentesca.
Nel 1966 il G. scrisse, su commissione della RAI - Radiotelevisione italiana, la sua ultima importante composizione, una Suite per orchestra, in cui la libertà della concezione si accompagna a una sicura consistenza tematica, sviluppata talvolta a modo di serie dodecafoniche. Il brano, di particolare condensazione ed equilibrio espressivo, è articolato in tre movimenti: Sinfonia, costruita sulla contrapposizione dell'elemento ritmico, concentrato nel settore degli ottoni, e di quello melodico, affidato ad archi e legni, fino a culminare in un vigoroso "più mosso, pesante", ove il pieno orchestrale si articola in due ordini sovrapposti di unisono; Ditirambo, un largo in cui i bassi profilano il disegno di una serie, proseguito da sinuose volute melodiche del clarinetto, finché il fraseggiare si fa sempre più teso e serrato, per poi placarsi con un digradare di sonorità e movimenti melodici; e una Marcia conclusiva, il cui stacco, dato dalla tromba sola, stabilisce subito il suo carattere di gioco brillante e umoresco.
Tra le altre composizioni si ricordano il balletto Fantasia romantica (Napoli 1952); per orchestra: Prima sinfonia (1956); Sinfonia breve (1959); musica da camera: Sonata per violino e pianoforte; Improvviso per violoncello e pianoforte, 2 Vocalizzi per voce e pianoforte; per pianoforte: 3 Fiabe; Toccata; Bagatelle pastorali; 2 sonatine; 3 studi; 3 pezzi; Momento musicale; Canzonetta; Preludio, Adagio e fuga (da G.B. Martini); Walzer per 2 pianoforti; per organo: Pavana.
Revisioni: Concerto in mi bem. magg. per oboe e archi di V. Bellini (1951); Le nozze per puntiglio di V. Fioravanti (1963); Lo sposo senza moglie di D. Cimarosa (1965); Il dottorato di Pulcinella di G. Farinelli.
Fonti e Bibl.: Necr. di A. Parente in Il Mattino, 15 nov. 1972, p. 10; Orazio Fiume e T. G. vincitori del "Premio Martucci"…, in Rass. musicale Curci, XI (1957), 6, p. 13; Il successo della "II Sinfonia" di G. al teatro S. Carlo di Napoli, ibid., XII (1958), 6, p. 8; Il successo della nuova "Sinfonia breve" di T. G. a Napoli e a Bari, ibid., XIII (1959), 3, p. 10; G.A. Baldi, L'VIII Autunno musicale napoletano, ibid., XIX (1965), 4, p. 26; A. Garbelotto, La scuola musicale palermitana e i suoi direttori, in Conservatorio di musica "V. Bellini". Annuario 1960-61, Palermo 1962, p. 24; R. Zanetti, La musica italiana nel Novecento, Busto Arsizio 1985, III, pp. 137, 611 s.; Il teatro S. Carlo. La cronologia 1737-1987, a cura di C. Marinelli Roscioni, Napoli 1987, pp. 604, 643, 754, 892; Diz. encicl. della musica e dei musicisti, Le biografie, III, p. 123; The New Grove Dict. of opera, II, p. 352.
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