BERRA, Teresa
Nata a Milano il 22 marzo 1804 da Domenico, avvocato, e da Carolina Frapolli, per influenza dell'ambiente familiare nutrì sentimenti liberali e patriottici. Dopo il matrimonio con l'industriale, di origine svizzera, Carlo Kramer, dall'ottobre 1824 al giugno 1826 visitò la Francia, l'Inghilterra e la Svizzera, stringendo rapporti di stima e d'amicizia con numerosi esuli italiani.
Documento di queste e di successive conoscenze (la B. compì un, secondo viaggio all'estero nel 1849 per dare al figlio una più vasta educazione) sono due album di ricordi consegnati alMuseo del Risorgimento di Milano dalla discendente Emilia Nathan Berra, con le firme e le dediche di personaggi della vita letteraria e politica italiana di quel tempo: tra gli altri V. Monti, T. Grossi, G. Berchet (che le dedicò la romanza Matilde), A. Panizzi, B. Bossi, C. Ugoni, G. Ciani, A.Vannucci, C. Cattaneo, A. Saffi, M. Quadrio, M. Montecchi, A. Usiglio, A. Bertani, G. Modena, G. Medici, P. Giannone, C. Cabella.
Tornata in Italia nel 1826, la B. aprì ai convegni patriottici la casa di Milano e le ville di Cremella e Tremezzo. Nel 1829 le nacque l'unico figlio, Edoardo; negli anni successivi aderì alla Giovine Italia, venendo in sospetto, specialmente per le sue relazioni con Gasparo Ordofio de Rosales, alla polizia, che il 6 dic. 1832 la sottopose ad interrogatorio.
Nel settembre 1844 rimase vedova. Nel 1848, in occasione delle giornate di Milano, al pari di molte signore milanesi, si dedicò all'allestimento delle ambulanze e alla cura dei feriti; quando fu imminente il ritorno degli Austriaci riparò a Lugano, dove la sua casa fu il ritrovo dell'emigrazione politica; come possidente, venne sottoposta dagli Austriaci a una tassa di guerra di 40.000 lire. Nell'agosto 1849 passò a Ginevra, legandosi di devota amicizia con Mazzini. Mori a Milano il 26 ott. 1879.
Il figlio Edoardo, laureato in legge e in ingegneria, combattente della seconda e della terza guerra d'indipendenza, poi deputato della VII legislatura (29 aprile - 28 dic. 1860), cavourriano, morì il 28 ag. 1869. Tra le testimonianze d'affetto rivolte allora alla madre figura una lettera consolatoria di Mazzini (Ediz. naz. degli scritti, LXXXVIII, pp. 153 s.). La B. si dedicò, anche per consiglio di Mazzini, ad opere benefiche e istituì nelle sue ville asili per l'infanzia e pensioni per operai invalidi. Alla pia fondazione diede il nome del figliolo perduto.
Fonti e Bibl.: Ediz. naz. degli scritti… di G. Mazzini, XXXVII, pp. 49 s., 136, 142; XL, pp. 238, 247, 260, 261, 268, 333, 341; XLII, p. 177; XLIV, pp. 59, 90; XLV, p. 36; XLVIII, p. 60; C. Cattaneo, Epistolario,a c. di R. Caddeo, II, Firenze 1952, pp. 48, 202, 204; G. Visconti Venosta, Ricordi di gioventù, 1847-1860, Milano 19591, pp. 108, 222, 426; G. Borghi, Il patriottismo di A. Vannucci nella vita e nelle opere, Firenze 1901, pp. 43 ss., 149-180; R. Barbiera. Passioni del Risorgimento, Milano 1903, pp. 422-424; Id., Figure e figurine del sec. XIX, Milano 1934, pp. 226 s.; A. Monti, Una gentildonna lombarda sulle orme degli esuli, T. K. B., in Donne e passioni del Risorgimento, Milano 1935, pp. 149-179.