TUA, Teresina
TUA, Teresina (Maddalena Maria Teresa). – Nacque a Torino il 24 aprile 1866 (Atto Ufficio Anagrafe n. 2273), in una famiglia di umili condizioni: i genitori, Antonio e Marianna Rabino, erano entrambi musicisti dilettanti, come già il nonno paterno Giuseppe.
Erronea la data del 22 maggio 1867, riportata in alcuni documenti e riferibile invece alla nascita della sorella Maria Felicita (Atto Ufficio Anagrafe n. 1343), deceduta in tenera età (Bonaventura, 1925, p. 214).
Appresi i primi rudimenti di musica tra le mura domestiche (Rovini, 1938), dopo alcuni concerti nella città d’origine in contesti di poco conto e un incontro a Nizza, peraltro non determinante, con Giacomo Zucchi, allievo di Alessandro Rolla, nel 1876 la giovane violinista fu ammessa nella classe di violino di Lambert Massart al Conservatorio di Parigi: fu una svolta significativa per la sua formazione. Brillante fu il conseguimento del diploma, nel 1879, ma ancor più ragguardevole la vittoria, l’anno dopo, nel Grand Prix bandito dal conservatorio della capitale francese (Roth, 1997; Schoenbaum, 2013).
I programmi da concerto dimostrarono ben presto una spiccata predilezione della giovane violinista per il repertorio virtuosistico di matrice paganiniana, con una netta preferenza per la musica di Henryk Wieniawski, da lei conosciuto di persona nella classe di Massart.
Nel 1881 la quindicenne si rivelò al grande pubblico milanese con due concerti al teatro Dal Verme, accompagnata al pianoforte da Vittorio Vanzo: Charles-Auguste de Bériot, Henry Vieuxtemps e Heinrich Wilhelm Ernst gli autori proposti. Il successo fu tale che la critica accostò il suo nome a quello di un altro giovane talento piemontese, Maria Milanollo, deceduta sedicenne nel 1848. Al marzo del 1882 risale l’incontro a Genova con Giuseppe Verdi, che per la violinista ebbe sincere parole di elogio (Conati, 2000). Ai trionfi di Pavia, Venezia e Trieste seguì l’altro incontro che incise profondamente sulla personalità artistica di Tua: in occasione di alcuni concerti berlinesi presso il teatro Kroll, conobbe il grande violinista e didatta Joseph Joachim, allora direttore della Hochschule für Musik. Nel maggio del 1883 fu poi la volta del debutto, anche in questo caso coronato da strepitoso successo, al Crystal Palace di Londra, con musiche di Joachim Raff, Vieuxtemps e Pablo de Sarasate.
Nel settembre di quello stesso anno la madre si suicidò: dopo la morte della piccola Felicita, fu il primo tragico evento che incise profondamente sulla personalità di Tua. La carriera concertistica riprese con il concerto del 9 maggio 1884 al Regio e, in seguito ad altre esibizioni, Tua si guadagnò gli apprezzamenti, tra gli altri, di Franz Liszt, Richard Wagner, Eduard Hanslick e Hans von Bülow. Altri concerti in Germania e nei Paesi Bassi – la sua fama aveva ormai raggiunto una caratura internazionale – costituirono il trampolino di lancio per la prima esibizione a New York, il 10 ottobre 1887. Meno fortunato fu invece il duo con Sergej Rachmaninov (Bertensson - Leyda, 1956, p. 67; Norris, 1993, p. 21), in un tour concertistico in Russia.
I proventi dei novanta concerti servirono peraltro a riassestare, seppur non completamente, le finanze del conte Giuseppe Ippolito Franchi-Verney (Torino, 17 febbraio 1848 - Roma, 15 maggio 1911), che Tua sposò nel dicembre del 1889: eclettica figura, compositore e revisore di musica pianistica nonché, sotto il nome di Ippolito Valetta, critico musicale e autore di saggi e monografie su vari argomenti storico-musicali, il nobiluomo si cimentò anche in un bozzetto lirico (Il valdese, testo di Ferdinando Fontana) e in un balletto (Il mulatto), pubblicati rispettivamente a Torino e Napoli nel 1885 e nel 1896. Dall’unione nacquero due gemelli, deceduti entrambi prematuramente.
Dopo la duplice perdita dei figli, l’attività concertistica di Tua riprese a Palermo nel 1892 con due concerti al Politeama Garibaldi, accompagnata al pianoforte da Luigi Romaniello (Tiby, 1957). Degno di nota fu poi il ritorno a Parigi, nell’aprile del 1897, in occasione di una esibizione per la Société des concerts du Conservatoire, cui seguì la prestigiosa nomina, da parte del ministro degli Esteri Gabriel Hanotaux, a officier d’Académie (Goldberg, 2019, p. 251). Fu poi la volta, a partire dal febbraio del 1898, di una grande tournée in Russia, che toccò anche vari Paesi siberiani: Bach e Mozart gli autori proposti, unitamente ad altri pezzi di carattere brillante e virtuosistico. Sette mesi più tardi, dopo un’altra serie di concerti londinesi, Tua interpretò nella città natale il Concerto per violino op. 64 di Felix Mendelssohn, direttore Arturo Toscanini; coronati da altrettanto plauso furono i concerti tenuti con Amilcare Zanella al pianoforte, con la Sonata ‘a Kreutzer’ op. 47 di Beethoven più volte proposta.
Rimasta vedova nel 1911 Tua si risposò nel 1913 con il valtellinese Emilio Angelo Quadrio de Maria Pontaschelli, affermato giornalista e pubblicista (10 aprile 1858-3 dicembre 1933), iniziando nel frattempo a profondersi in varie iniziative di beneficenza e solidarietà. L’impegno sociale della musicista fu poi riconosciuto con tre medaglie d’argento, elargite rispettivamente dal ministero della Guerra, da quello degli Interni e dalla Croce rossa: aveva tra l’altro raccolto e donato una notevole somma per le vittime del terremoto di Messina nonché a favore dei mutilati e invalidi di guerra. I concerti privati di palazzo Quadrio, a Chiuro, divennero intanto un ritrovo di intellettuali e artisti. Nel decennio 1914-24 Tua tenne la cattedra di violino e viola presso il conservatorio di Milano; dal 1925 al 1934 passò all’insegnamento nell’Accademia di Santa Cecilia a Roma: Vittorio Giannini, Virgilio Marzorati e Pina Carmirelli furono i suoi migliori allievi.
Tua possedette vari violini: oltre a quelli moderni di Leandro Bisiach (Milano 1900) e Carlo Giuseppe Oddone (Torino 1926, n. 198), i pezzi più pregiati furono uno strumento recante un’etichetta «Antonio e Gerolamo Amati 1667», ma databile tra fine Sette e inizio Ottocento, e lo Stradivari Mond (1709) donato a Giulia Tommasini nel 1935 e poi ceduto al Conservatorio di Torino, dove attualmente tutti questi strumenti sono custoditi, unitamente a due archetti, uno attribuito a François-Xavier Tourte e un altro di Paul Serdet (Odling, 2006). Un altro Stradivari (1708), precedentemente appartenuto alla virtuosa austriaca Marie Soldat-Röger, allieva di Joachim, fu donato invece al conservatorio di Parigi.
Concessi altri beni immobili alla parrocchia dei Ss. Gervasio e Protasio in Sondrio, Tua entrò nell’Ordine dell’Adorazione perpetua di Roma con il nome di suor Maria del Gesù. Trascorse quest’ultima fase della vita nel più riservato silenzio della meditazione spirituale.
Morì a Roma il 28 ottobre 1956.
Dedicataria di diverse composizioni di vario respiro – dalla Sonata per violino e pianoforte n. 1 di Marco Enrico Bossi (cfr. Martinotti, 1972, pp. 520 s.) a varie pièces de salon di compositori quali Virgilio Ranzato, Pier Adolfo Tirindelli, Nicolò Celega e Luigi Romaniello – Tua fu autrice sia di revisioni di alcuni capisaldi del repertorio violinistico sia di vari articoli, tra cui si segnala quello, di taglio sentitamente commemorativo, dedicato a Joachim, apparso sulla Nuova Antologia di lettere, scienze ed arti (CXXXI (1907), pp. 50-71).
Fonti e Bibl.: G. Branzoli, Manuale storico del violinista, Firenze-Roma 1894, pp. 92 s.; A. Bonaventura, Storia del violino, dei violinisti e della musica per violino, Milano 1925, pp. 214 s.; C. Rovini, Il violino, la liuteria e l’arte del violino, Pisa 1938, pp. 234 s.; S. Bertensson - J. Leyda, Sergei Rachmaninoff. A lifetime in music, New York 1956, pp. 67-69; O. Tiby, Il Real Teatro Carolino e l’Ottocento musicale palermitano, Firenze 1957, p. 338; S. Martinotti, Ottocento strumentale italiano, Bologna 1972, pp. 124, 520 s.; G. Pasquali - R. Principe, Il violino, Milano 1979, pp. 82, 89; G. Norris, Rachmaninoff, London 1993, pp. 21, 211; H. Roth, Violin virtuosos. From Paganini to the 21th century, Los Angeles 1997, p. 311; M. Conati, Verdi. Interviste e incontri, Torino 2000, pp. 162 s.; A. Sessa, Il melodramma italiano, 1861-1900, Firenze 2003, p. 208; F. Odling, Galleria degli strumenti. Collezione di strumenti musicali di pregio e interesse storico del Conservatorio Giuseppe Verdi di Torino, in Le fonti musicali in Piemonte, I, Torino, a cura di A. Colturato, Lucca-Torino 2006, pp. 268-270; A. Trombetta - L. Bianchini, T. T., l’angelo del violino, Torino 2006; D. Schoenbaum, The violin. A social history of the world’s most versatile instrument, New York-London 2013, pp. 452 s.; T. Goldberg, Pioneer violin “virtuose” in the early twentieth century. Maud Powell, Marie Hall, and Alma Moodie: a gendered re-evaluation, London-New York 2019, pp. 248-251.