TERRA D'OTRANTO (A. T., 27-28-29)
D'OTRANTO È la parte estrema della regione pugliese, che si allunga fra il Mare Adriatico, il Canale d'Otranto e il Mare Ionio a formare il cosiddetto "tallone d'Italia" e prende il nome dalla città di Otranto, che vi ebbe sia nell'antichità sia nell'alto Medioevo grande importanza e fu sede del governo bizantino, ai cui tempi risale appunto la prima denominazione di "Terra d'Otranto". Dei tre giustizierati in cui da Federico II fu divisa la Puglia, il più meridionale costituì naturalmente la Terra d'Otranto; esso abbracciava tutta la Penisola Salentina e una parte della regione delle Murge, estendendosi a NO. fino al Bradano e includendo quindi anche il territorio materano. Press'a poco con tali limiti questa circoscrizione fu conservata sotto gli Angioini, i Durazzeschi e gli Aragonesi. Durante il dominio spagnolo, nel 1663, il territorio di Matera fu tolto alla Terra d'Otranto e assegnato alla Basilicata. Dal 1663 fino al 1923, salvo le innovazioni di breve durata apportate dalla repubblica partenopea, la Terra d'Otranto conservò pressoché invariati i suoi confini, che nell'uso comune si facevano coincidere con quelli amministrativi della provincia di Lecce. Proprio da ciò è derivato che, in seguito alle due amputazioni recentemente subite dalla provincia di Lecce del territorio tarantino prima (1923) e del territorio brindisino dopo (1927), anche l'espressione "Terra d'Otranto" è stata oggi dai più portata a designare solo la parte mediana e meridionale della Penisola Salentina.
Dal punto di vista fisico la Terra d'Otranto, intesa nei suddetti limiti, abbraccia la sezione meridionale del Tavoliere di Lecce, area piatta e pochissimo elevata sul mare, e tutta la cosiddetta "regione del Capo", attraversata, da NO. a SE., da tre linee di basse colline calcaree, le Serre salentine, individuate da due avvallamenti formati da terreni prevalentemente tufacei. Lungo questi avvallamenti si allineano i centri abitati e s'intensificano le vie di comunicazione e le colture. Il terreno scende con serie di bassi gradini verso occidente sul Mare Ionio, dove si sono perciò formate aree acquitrinose che solo oggi si vengono radicalmente bonificando, mentre precipita con un terrazzo generalmente di oltre 100 metri verso oriente sul Canale d'Otranto, dove la costa ripida, uniformemente calcarea, si presenta foracchiata da numerose grotte e caverne. La Terra d'Otranto è attraversata dalle isoterme annue di 16° e 17°; nella parte meridionale, nella regione del Capo, il mese più caldo è l'agosto; la piovosità aumenta come si procede da ovest verso est; lungo il Canale d'Otranto supera gli 800 mm. annui.
Bibl.: A. De Ferraris (Galateo), De situ Japygiae, 1511; S. Ardito, La Corografia fisica e storica della provincia di Terra d'Otranto, Lecce 1879-85; C. De Giorgi, Note geologiche sulla provincia di Lecce, ivi 1876; id., Geografia fisica e descrittiva della prov. di Lecce, ivi 1897; Descrizione geologica e idrografica della provincia di Lecce, ivi 1922; C. Colamonico, La piovosità della Terra d'Otranto, Roma 1917.