terreno (sost.)
Il sostantivo ricorre soltanto in un luogo del poema, nel significato di " terra coltivabile ".
Ciò si verifica in Pg XXX 119 più silvestro / si fa 'l terren col mal seme, dov'è notevole l'associazione in apparente bisticcio sinonimico con ‛ terrestro ' (v.) e insieme l'impiego dell'immagine agricola - forse di matrice guittoniana - in similitudine implicita (o figura) dell'animo umano.
In modo egregio Benvenuto: " Ingenium vigorosum recte assimilatur agro fertili, cui si committitur mala doctrina et non excolatur virtute, facit malum fructum, quia melius scit facere malum ".