terrigena
Il vocabolo latino appare in tre luoghi del De vulg. Eloq., a indicare i " nativi della regione " (così il Marigo); il termine, col valore di " nato dalla terra ", è già del latino classico, e con lo stesso significato che ha in D., in Cassiodoro: con questo significato, in I XII 8 (riferito ai Pugliesi) e in XV 3 (a proposito della commixtione advenarum Longobardorum terrigenis della Padania, che avrebbe dato origine alla " garrulitas " dei Lombardi); v. DE VULGARI ELOQUENTIA; lingua; e in particolare APULIA e LOMBARDIA: Lingua.
In I XII 6, infine, parla di ‛ terrigenae mediocres ' della Sicilia, al volgare dei quali bisogna rifarsi per poter giudicare della parlata della regione, " trascurando quello della plebe e quello degli uomini più colti, che rappresentano due estremi: rude natura e cultura raffinata " (Marigo). D. cita come esempio il terzo verso del Contrasto di Cielo d'Alcamo, " Tragemi d'este focora, se t'este a boluntate ".