territorio
territòrio s. m. – Nei sistemi che fondano la conoscenza, la percezione, la rappresentazione e la costruzione della coscienza identitaria di una collettività insediata, il t. contribuisce all’evoluzione di un gruppo umano da aggregato generico di soggetti in autentico corpo sociale, identificandosi così come un elemento costitutivo della società. In tale processo evolutivo, il t. costituisce un riflesso dell’azione sociale in quanto esito dell’opera di trasformazione dell’ambiente prodotta nel seno di una dinamica collettiva da cui trae motivazioni, cadenze, forme; costituisce, al tempo stesso, una condizione dell’azione sociale in quanto il t. consente alla collettività insediata di ottenere le risorse materiali, organizzative e simboliche di cui ha bisogno per vivere e per riprodursi, conformemente alle determinazioni e alle proiezioni storiche che le sono proprie. Il passaggio dall’ambiente naturale al t., che avviene attraverso il processo di , non è dato una volta per tutte, ma contempla trasformazioni continue, segnate da andamenti evolutivi qui e là interrotti da fratture o crisi più o meno profonde in corrispondenza di mutamenti ecologici, demografici, politici, economici, tecnologici. In tale prospettiva, la complessa nozione di t., caratterizzata da una molteplicità di valenze semantiche (da semplice sfondo geografico dell’esistenza ad ambito di esercizio del potere politico), richiama anche quella di disgregazione e frammentazione delle identità territoriali. Oggi, soprattutto in riferimento agli spazi fluidi della globalizzazione, coloro che vivono e abitano il t., intesi sia come singoli che come collettività, non sono più i soli a detenere il governo sui processi di territorializzazione e il controllo sulle dinamiche socioterritoriali innescate da interventi esterni. Negli scenari globali di crisi – legati ai modelli culturali occidentali basati sul primato del mercato, alla subordinazione della politica all’economia, all’abdicazione della politica a favore della scienza e della tecnica – emerge, inoltre, da parte delle collettività insediate l’incapacità di elaborare strategie di messa in forma del t. per costruire e alimentare l'identità. L’incapacità di costruire una rappresentazione del mondo, di raccontare il proprio t. per definirne uno statuto identitario, si manifesta nella difficoltà o impossibilità di mobilitare risorse comunicative quali la memoria e la speranza/fiducia nel futuro e nel non essere più in grado di governare cognitivamente e praticamente il proprio spazio di vita. Conseguenza di tali incapacità è un diffuso sentimento di disagio socioterritoriale che prende la forma del disorientamento, dell’incertezza, della solitudine, della chiusura del singolo abitante nella propria sfera privata.