terzopolismo
s. m. Tendenza a prendere atto della nascita di un terzo schieramento politico, contrapposto ai due precedentemente esistenti.
• Malgrado le evidenti divergenze, con la mozione di sfiducia presentata alla Camera e la candidatura annunciata ieri di Gabriele Albertini a sindaco di Milano, il terzo polo è venuto a esistere. [...] Potrà diventare una proposta credibile, ma quali scenari gli si prospettano? Qual è la consistenza reale del terzopolismo? (Foglio, 8 dicembre 2010, p. 3) • «Sarebbe miope non rendersi conto di quanto potenziale consenso esista in Italia a destra, ragion per cui ‒ aggiunge [Roberto] Menia ‒ è nostro dovere strutturare una proposta politica moderna ma franca, che non scivoli nelle contraddizioni del terzopolismo o nelle inquietudini sloganistiche renziane, ma dica come intende risolvere i nodi italiani». (G. S., Giornale d’Italia, 9 novembre 2013, p. 2, Attualità) • [Pier Ferdinando] Casini ha ammesso che il centro, da solo, non esiste. «Ha dichiarato il fallimento del terzopolismo. È un politico intelligente, prende atto della realtà. Non significa andare in pensione, ma usare il suo potenziale di aggregazione nella sua area di riferimento» (Renato Brunetta intervistato da T. Ci., Repubblica, 2 febbraio 2014, p. 6, Politico).
- Derivato dalla loc. s.le m. terzo polo con l’aggiunta del suffisso -ismo.
- Già attestato nella Repubblica del 1° ottobre 2000, p. 1, Prima pagina (Eugenio Scalfari).