Beccaria (Beccheria), Tesauro di
Nato dalla nobile famiglia pavese dei B., fu abate di Vallombrosa, generale dell'ordine e legato di Alessandro IV in Toscana. Dopo la cacciata dei ghibellini da Firenze nel luglio 1258, venne catturato dai Fiorentini, " essendoli apposto che a petizione de' Ghibellini usciti di Firenze trattava tradimento, e quello per martiro gli fecero confessare, e scelleratamente nella Piazza di Santo Apollinare gli feciono a grido di popolo tagliare il capo, non guardando a sua dignità, né a ordine sacro " (G. Villani, VI 65). Il Villani reputa, a differenza di quanto affermeranno gli antichi chiosatori della Commedia (ma con qualche dubbio Benvenuto) e ora conferma il Davidsohn, che " il religioso uomo nulla colpa avea, con tutto che di suo legnaggio fosse grande ghibellino ". Tesauro (o Tesoro) veniva infatti incolpato di aver stretto segreta alleanza coi seguaci e amici del cardinale Ottaviano, in specie con Guido Novello e con Farinata degli Uberti; inoltre gli vennero mosse accuse di immoralità, e dinanzi al parlamento vennero a deporre contro di lui alcuni monaci vallombrosani e altri ecclesiastici fiorentini, oltre che vari laici. Non seguì una vera condanna, e il supplizio (settembre del 1258) avvenne a furore di popolo. Alessandro IV condannò l'operato dei Fiorentini, giudicati incompetenti a condannare il B., e applicò l'interdetto, che ebbe a durare sette anni. Il rapporto sul fatto venne steso da Brunetto Latini a nome della Signoria di Firenze e inviato al comune di Pavia.
In If XXXII 119-120 è ricordato da Bocca degli Abati tra gli altri dannati dell'Antenora: tu hai da lato quel di Beccheria / di cui segò Fiorenza la gorgiera, in una rapida elencazione che ha vigoroso indugio soltanto su Buoso da Dovara e su B., nei confronti del quale Bocca si esprime " con pittoresca ferocia " (Momigliano).
Bibl. - F. Cristofori, ‛ Di quel di Beccheria / di cui segò Fiorenza la gorgiera ', ricordato dall'Alighieri nel XXXII canto dell'Inferno; memorie e documenti, in " L'Arcadia " I (1889) 143-154, 207-216, 273-287, 399-415, 492-497, 548-557 (anche in opuscolo separato, Roma 1890); Davidsohn, Storia II 654-655; F. Maggini, La Rettorica di Brunetto Latini, Firenze 1912, 77.