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TESI

di Guido Calogero - Enciclopedia Italiana (1937)
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TESI

Guido Calogero

Termine rispondente al gr. ϑεσις "posizione", "cosa che vien posta". La parola greca si riferisce originariamente a una situazione di dialogo tra due o più persone, in cui l'una "pone i, "mette avanti", un'asserzione per difenderla contro le "antitesi", cioè le "controproposizioni", che possono essere avanzate dagli altri (onde poi anche il senso di "tesi" come "tema" o "dissertazione" da sostenere in una discussione accademica, o universitaria). Il motivo semantico della "tesi" è quindi analogo per certo aspetto a quello del "problema", cioè della "cosa che si getta innanzi", al pari della prima palla di un giuoco: e si contrappone da un lato all'"antitesi", e dall'altro all'"ipotesi", cioè letteralmente alla "supposizione", a "ciò che si pone al di sotto", come presunto sostegno, di una "tesi" che su di essa si fonda. Inizialmente non connesso col binomio della "tesi" e dell'"antitesi" è invece il concetto della "sintesi" (v.) che, per es., in Aristotele (per opera precipua del quale quei due primi termini acquistano cittadinanza stabile nel linguaggio della filosofia) è "sintesi di noemi" o comunque di altri elementi, ma non mai sintesi di tesi e d'antitesi. Solo quando, più tardi (e principalmente in Kant), il binomio della tesi e dell'antitesi si presenta nell'aspetto dell'"antinomia", sorge il problema del superamento di quest'ultima mercé la sintesi dialettica della tesi e dell'antitesi. La "tesi" diventa così la forma tipica del pensiero "che si pone", per poi contrapporsi e superarsi: donde il motivo della "teticità", del "porsi", come funzione caratteristica dello spirito, che per opera del Fichte e del Hegel influisce a lungo sull'idealismo posteriore, pur non essendo che sopravvivenza di un tema semantico rispondente a un'assai più antica e diversa situazione mentale.

Vedi anche
dimostrazione filosofia Processo logico-discorsivo (dal gr. apodissi) in virtù del quale si arriva a garantire la validità di un enunciato. ● La nozione di dimostrazione venne introdotta da Aristotele che la definì come quella forma speciale di sillogismo che deduce una conclusione da principi primi e veri, distinta ... lògica matemàtica lògica matemàtica Branca della logica, che utilizza un linguaggio simbolico e adotta un sistema di calcolo di tipo algebrico per esaminare le espressioni di un discorso deduttivo. Queste ultime possono essere considerate formalmente come oggetti grafici combinabili tra loro (sintassi) o in relazione ... Zenóne di Elea Zenóne di Elea. - Pensatore greco (sec. 5º a. C.). Scolaro di Parmenide, fu uno dei principali rappresentanti della scuola eleatica. Una testimonianza del suo pensiero è presente nel Parmenide di Platone. Vita e pensiero. Secondo Apollodoro la sua acme cadrebbe tra il 464 e il 460 a. C.; egli sarebbe ... sensazione Stato di coscienza in quanto sia avvertito come prodotto da uno stimolo esterno o interno al soggetto. filosofia L’interpretazione della natura della sensazione costituisce uno dei temi principali della teoria della conoscenza. Le prime dottrine gnoseologiche sulla sensazione la considerano in termini ...
Vocabolario
tèṡi
tesi tèṡi s. f. [dal lat. thesis, gr. ϑέσις (propr. «posizione, cosa che viene posta»), der. del tema di τίϑημι «porre, collocare»]. – 1. a. Proposizione di argomento filosofico, teologico, scientifico, o attinente a un problema di critica...
avvocato
avvocato s. m. (f. -éssa o -a) [dal lat. advocatus, propr. part. pass. di advocare «chiamare presso», nel lat. imperiale «chiamare a propria difesa», e con uso assol. «assumere un avvocato»]. – 1. Professionista forense che assiste la parte...
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