Vedi TESPIE dell'anno: 1966 - 1997
TESΡIE (v. vol. VII, p. 761)
Il territorio di T. risulta abitato fin da epoca neolitica, come mostra un nutrito nucleo di frammenti ceramici di questo periodo, e anche nella prima Età del Bronzo, attestata in località Magoula, tra il fiume Kanavari (l'antico Thespios) e la cinta poligonale della città romana. In epoca micenea e grazie al porto di Creusa, che si trova a c.a 12 km verso S (nel golfo di Livadastra), i Tespii svilupparono il loro emporio di transito. La città è menzionata nel catalogo delle navi (Hom., IIiade, 11, 498). Dopo la battaglia delle Termopili Serse distrusse la città, che venne ricostruita con l'aiuto degli Ateniesi. Dal 447 al 423 i Tespii furono a capo di due delle undici sezioni della Lega Beotica. Con la battaglia di Delio del 424 a.C. la città perse molti uomini e l'anno seguente i Tebani distrussero le sue mura. Gli Spartani le riedificarono nel 386, ma Epaminonda nel 371 ridusse T. a kòme di Tebe. Nel 362 la città riconquistò la sua libertà, batté moneta e nel 338 divenne una delle prime città della risorta Lega Beotica. Intrattenne ottimi rapporti con lo stato macedone e con gli Attalidi di Pergamo, che né divennero generosi evergeti. Strabone (IX, 2, 25) menziona T. assieme a Tanagra (v.), come le uniche città della Beozia (v.) che alla sua epoca fossero degne di nota, mentre Pausania (IX, 26, 6-27, 8, passim) ci informa circa gli antichi santuari e monumenti della città sopravvissuti fino ai suoi giorni.
Le ricerche preliminari di P. Stamatakis avevano localizzato nel 1882 il Polyàndrion, scavato in seguito sistematicamente da A. Keramopoulos. Si tratta di un períbolo rettangolare (m 32 X 23), situato a E dell'attuale villaggio di T., lungo l'ampia strada verso Leuttra, che presenta su entrambi i lati tombe di cittadini di rango elevato. All'interno del peribolo si rinvennero i resti di molti dei combattenti della battaglia di Delio e una grande pira per la cremazione in situ. Elevato era il numero delle offerte, costituite principalmente da vasi del V sec. a.C. e da statuine, ma anche da oggetti di bronzo e di ferro.
Sul peribolo era stato innalzato un basamento al di sopra del quale si trovava un grande leone di pietra, di cui è replica il Leone di Cheronea (v.). Dinanzi al leone erano poste nove stele con i nomi dei centodue Tespii caduti nella battaglia di Delio, nonché un'area fiancheggiata da tombe.
Il Cambridge-Bradford Boeotia Project ha condotto negli anni 1985-86 un'ampia ricognizione di superficie, grazie alla quale è stato possibile accertare l'estensione, le contrazioni, le trasformazioni della città in tutto il corso della storia. Agli inizî dell'età storica e fino alla matura età arcaica sembra che T. fosse formata da insediamenti sparsi nelle vicinanze (abitazioni katà kòmas), che si estendevano a Ν del fiume e anche a O, NE e SE della città tardoromana (del IV-VI sec. d.C.). Questa, a pianta poligonale, è posta al centro del territorio, dove si è individuato abbondante materiale ceramico sporadico.
I limiti della città di epoca classica ed ellenistica sono incerti; non sappiamo ancora quale linea seguissero le mura ricordate da Tucidide. E certo che la città comprendeva uno spazio molto più grande della menzionata cinta poligonale tardoromana e aveva un'estensione extramurale a Ν del fiume Kanavari, protetta da un muro del quale sono venuti recentemente alla luce alcuni blocchi, di sorprendente grandezza; il suo limite orientale si trova più a O del muro orientale della cinta poligonale, come è stato confermato da uno scavo condotto nel 1981 in località Rachi, c.a 1.600 m a S dell'attuale villaggio di Tespie. In questo scavo è stato scoperto un settore della necropoli di epoca arcaica ed ellenistica, che si estende a O della faccia interna del muro della cinta poligonale. Sono state scavate sedici tombe, delle quali solo quattro erano intatte; tuttavia, poiché anche nelle tombe violate si sono rinvenuti uno o due vasi, frammenti ceramici e statuine sfuggite agli scavatori clandestini, siamo in grado di stabilire la datazione di tutte le tombe arcaiche e degli inizi del periodo ellenistico. Il gruppo occidentale comprendeva cinque tombe a fossa rettangolari (tombe 1-5) dell'ultimo quarto del VI secolo. Solo la tomba 2, di un fanciullo, si rinvenne inviolata e con un ricco corredo, principalmente costituito da pissidi corinzie, sferiche e tripodate e da sei figurine a tavoletta, tra le quali una statuina di divinità in trono. Di eccezionale qualità è un modellino di carro in terracotta, trainato da due cavallini, che trasporta due figure femminili con molti gioielli e dipinte a vivaci colori. La tomba conteneva, inoltre, alcuni ornamenti di bronzo e cinque grandi chiodi di ferro, che attestano l'esistenza di un feretro. All'età arcaica è databile anche la tomba 10, consistente in una sepoltura in vaso di infante, all'estremità orientale dell'area. Le rimanenti nove tombe si dividono in due gruppi e si datano alla fine del IV sec. a.C. Di queste, tre hanno una copertura a tegole, mentre le altre sei sono a fossa rettangolare con o senza rampa di accesso, ma comunque senza lastre di copertura. Solo la tomba 13, una sepoltura di infante con copertura di tegole e le tombe a fossa 11 e 12 erano sfuggite alla spoliazione. Contenevano, tra l'altro, vasi a vernice nera e acromi, lacrimatoi a corpo sferico, vasi nello stile delle Pendici Occidentali (v.), due figurine, una lucerna.
Antichità provenienti dall'ampio circondario della città sono raccolte nei depositi del museo di Tebe: iscrizioni, rilievi funerari e votivi, vasi e statuine. Va fatta menzione di una parte di rilievo votivo e di vasi del secondo quarto del V sec., rinvenuti in località Barbakàs di T. e la testa di marmo di un kouros, da un campo sito c.a 300 m a E del Polyàndrion di Tespie. Si tratta di una delle opere più avanzate del gruppo «Ptoon 20», creazione di un grande artista. Un corpus di 1.400 iscrizioni è in avanzato corso di pubblicazione.
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(A. K.. Andreiomenou)