tessuto
Struttura organizzata costituita da cellule specializzate e nella quale viene assolto uno specifico compito. L’attività coordinata di una molteplicità di tessuti fa sì che l’organismo nel suo insieme possa adempiere a funzioni essenziali e complesse. n
I t. si formano durante lo sviluppo embrionale dai tre foglietti embrionali (➔ embriogenesi). Sono costituiti da cellule specializzate, nate in quella stessa sede o migrate da sedi lontane, e da una sostanza che riempie gli spazi intercellulari (matrice extracellulare). La matrice svolge un ruolo fondamentale nel determinare tanto la dimensione quanto le proprietà meccaniche dei t. e degli organi; sebbene con alcune variazioni, essa è quasi sempre costituita da tre classi di molecole: i glicosaminoglicani e i proteoglicani, che formano una sostanza idratata gelatinosa; le proteine strutturali, come i collageni e l’elastina, che forniscono ai t. resistenza e flessibilità; le proteine di adesione (caderina, fibronectina, laminina, ecc.) che favoriscono l’unione delle cellule alla matrice e tra loro.
I t. fondamentali sono quattro. Il t. epiteliale (➔ epitelio) ha una funzione protettiva. Il t. connettivo propr. detto (➔ connettivo) svolge una funzione di connessione e di supporto per gli altri tessuti; i suoi elementi possono però subire modificazioni in rapporto precise specializzazioni funzionali (➔ cartilagine; osseo, tessuto). Il t. muscolare è costituito da cellule specializzate (fibrocellule) contenenti miofibrille con funzioni contrattili (➔ contrazione muscolare; muscolo); si può distinguere in liscio, cardiaco e striato. Il t. nervoso è specializzato nelle funzioni di ricezione, di conduzione e di elaborazione degli stimoli; la sua unità strutturale e funzionale è la cellula nervosa o neurone (➔), a cui sono associate le cellule gliali (➔ glia) con funzioni trofiche, protettive e di sostegno. Anche il sangue viene considerato un t., sebbene presenti un carattere fluido, in quanto composto da cellule (globuli rossi, globuli bianchi, piastrine) e da una matrice liquida, il plasma.
Allo scopo di studiare i diversi fattori che regolano la crescita tissutale si possono estrarre dai t. cellule o frammenti di t. da coltivare in vitro. Le cellule vengono dissociate e seminate in specifici terreni di coltura sui quali aderiscono; crescendo per mitosi formano monostrati cellulari. In questo modo cellule o t. espiantati dall’organismo continuano a svolgere le loro funzioni per un certo tempo, che può essere anche illimitato (linee clonali). Le possibili utilizzazioni dei t. coltivati sono terapeutiche (trapianti, ricostruzioni, trasfusioni), diagnostiche, didattiche, di ricerca, di archivio e, infine, di produzione industriale di dispositivi medici, di medicamenti o di cosmetici.
I tessuti coltivati sono raccolti, purificati, conservati e distribuiti da apposite strutture sanitarie, dette banche dei tessuti. In base alle direttive del Consiglio d’Europa (dir. del 31 marzo 2004), i t. che possono essere raccolti in una banca comprendono tutte le parti del corpo, inclusi i prelievi chirurgici, le placente e i tessuti embrionali, ma si assegna una collocazione a parte al sangue e ai suoi derivati, ai gameti, agli embrioni (banche degli embrioni), o ancora ai capelli, alle unghie.