TESTAMENTUM DOMINI
. È un libro apocrifo, conservato in siriaco, conosciuto parzialmente dal 1856 e pubblicato integralmente nel 1899. Il titolo dell'opera è alquanto oscillante, comparendo sotto queste due forme: Testamento o Parole dette da Nostro Signore ai santi apostoli, quando fu risuscitato dai morti, scritte da Clemente di Roma, ecc., ovvero Primo libro di Clemente, chiamato Testamento di Nostro Signore, dopo che fu risuscitato dai morti, ecc.
L'opera è in due libri. Il vero "Testamento" è costituito circa dai primi 15 capitoli del libro I, ed è un'apocalisse (v. apocalittica, letteratura) riguardo alla venuta dell'anticristo, presentata come pronunciata da Gesù Cristo dopo la sua resurrezione in dialoghi fra lui e i suoi discepoli; il resto del libro I e il II contengono prescrizioni ecclesiastiche e liturgiche, spesso scendenti fino a minimi particolari, presentate come emanate egualmente da Gesù Cristo.
L'attribuzione a Clemente rientra nel quadro della letteratura pseudoclementina (v. clemente 1 papa), e nell'opera appaiono chiare interferenze con l'altra letteratura ecclesiastico-liturgica, quale i Canoni e le Costituzioni apostoliche (v. apostolo) e di Ippolito (v.). L'opera non risale oltre il sec. IV o V; se ne conoscono traduzioni copte, arabe ed etiopiche, ma il testo siriaco è a sua volta tradotto da un testo greco. Il luogo d'origine sembra esser l'Egitto.
Bibl.: Il testo siriaco, dopo i frammenti pubblicati da P. de Lagarde nel 1856, fu edito per intero da I. E. Rahmani, Testamentum D. N. Jesu Christi, Magonza 1899, con introduzione e traduzione latina. Cfr. G. Morin, Le Test. du Seigneur, in Revue bénédictine, gennaio 1900; J. Parisot, Le Test. du Seigneur, in Revue du monde cathol., 1900, pp. 174-196; F. X. Funk, Das Test. des Herrn und die verwandte Schriften, Magonza 1901.