TESTATA
. Architettura. - Vocabolo usato per definire sia la parte frontale d'un edificio, sia la sezione estrema d'un elemento di fabbrica orizzontale (trave), o verticale (colonna, pilastro); accezione, quest'ultima, più rara.
Il primo significato può racchiudere in sé un valore architettonico o un valore urbanistico. Se consideriamo la testata come elemento costruttivo, essa unisce al concetto di pura superficie anche quello di spessore e di massa, in quanto la fronte terminale di un palazzo, di un tempio, o, in genere, di qualsiasi manufatto, deve pensarsi integrata dai suoi risvolti laterali. Se invece prendiamo in esame la testata in relazione all'ambiente, è chiara l'interpretazione urbanistica che si deve dare a questa espressione, quando la si adoperi per designare l'elemento finale e conclusivo di un sistema edilizio, verso uno spazio aperto, pubblica via o piazza.
In tutti i casi citati è evidente la precisazione, insita del resto nella struttura etimologica del termine, che differenzia la testata da voci analoghe, come fronte, facciata e prospetto, che, nel caso più generale, designano la parte esterna di un edificio, considerata soltanto a due dimensioni, nella sua espressione prevalentemente decorativa.
Quando la testata si consideri come elemento architettonico, essa può indicare il settore prominente della costruzione, se pur non ne definisce i limiti: come tale potremo usarla, con significato estensivo, anche se i suoi risvolti non si differenziano, ma fanno un corpo unico con le parti laterali. Testate di un tempio greco potranno così dirsi i suoi lati brevi, sormontati dal timpano, pur essendo congiunti senza particolari risalti alle altre fronti.
Con maggior proprietà e chiarezza il termine di testata sarà usato quando alcune caratteristiche strutturali o decorative distinguano la breve fronte terminale dal resto dell'edificio, come avviene spesso, ad es., negli edifici veneti del Rinascimento e nelle loro derivazioni neoclassiche italiane ed estere.
Testate di un ponte sono i suoi imbocchi, raccordati con il piano della strada, in corrispondenza alle spalle; che talvolta, decorati da bassorilievi e da gruppi statuarî, raggiungono una vera espressione architettonica.
La testata d'una galleria o d'un porticato è la sua fronte d'accesso, quella d'un molo, la sua ultima propaggine verso il mare aperto, spesso dotata di un faro.
Il termine di testata in funzione urbanistica sta a indicare sia il breve prospetto terminale d'un sistema di costruzioni, in contrapposto alla lunghezza del suo sviluppo, sia tutto il nucleo edilizio, racchiuso tra gli sbocchi di due vie confluenti in una piazza o in un pubblico spazio.
Con tale significato potranno definirsi testate del Corso Umberto su Piazza del Popolo, a Roma, le Chiese di S. Maria in Montesanto e di S. Maria dei Miracoli di C. Rainaldi; testate dei Borghi Vaticani, i due edifici di L. Poletti; testate delle classiche mura parallele tra Atene e il Pireo, i loro innesti alle fortificazion) di queste città.
Se dalla considerazione di prospetti e di volumi architettonici, passiamo all'esame di spazî interni, se ne potranno ugualmente denominare le estremità come testate, specie se comunque definite in estensione o in altezza, oppure contraddistinte da particolari caratteristiche funzionali o decorative. Con questo significato potremo indicare come testate dei bracci di crociera d'una chiesa, le sue pareti di sfondo; potremo dire che la testata di una sala teatrale è occupata dal palcoscenico, quella di un'aula, dalla cattedra, e così via.
Per evidente estensione analogica, il termine si può applicare anche ad alcuni mobili. Testate si possono dire, in particolare, le sponde del divano e i lati brevi del tavolo o del letto.
Riferendoci ora ad elementi di fabbrica, potremo, con assoluta proprietà, definire come testate le sezioni estreme delle travi, infisse nel muro, o sporgenti a sorreggere la gronda del tetto; lisce o variamente sagomate. Le architetture del Medioevo, in special modo in Toscana, in Lombardia, nel Veneto, ne offrono elegantissimi esempî in palazzi, logge, chiostri.
Non meno propriamente usata, ma con sapore lievemente arcaico, questa voce può indicare la sommità, col suo piano di posa, di un elemento costruttivo verticale isolato, sia esso pilastro o colonna, prescindendo dal particolare aspetto della porzione terminale, che può essere foggiata a semplice abaco, a modanatura o a capitello.