Testimonianze - Roberto Rossellini
Roberto Rossellini
SIAMO LIBERI! Molti scrittori italiani hanno ricordato gli ultimi giorni di guerra vissuti nel loro paese natale. Potevano avere più o meno dieci, dodici anni in quei giorni. Le loro sono per me le testimonianze più interessanti. Ricordavano, quegli scrittori, i momenti in cui i partigiani entrarono, venendo giù dalle montagne, nei paesi in cui vivevano. La gente si riversò felice nelle strade, nei vicoli, nelle piazze per ascoltare parole diverse da quelle che avevano ascoltato fino ad allora sotto l'occupazione nazista. Parlava il comandante della brigata e tutti erano eccitati nell'ascoltarlo. Su per giù le parole che ogni comandante pronunciò in quell'occasione, ho constatato, furono le stesse: due semplici parole, contro tutta la bugiarda e teatrale verbosità del fascismo, di ogni fascismo ‒ che scorpora sempre la parola dalla sua verità per costruire le proprie grandi e interminabili bugie. Quelle due parole semplici erano: 'Siamo liberi!'. Un intero comizio si raccolse in quella sintesi emozionante.
Immagino che l'emozione suscitata nell'animo dei primi spettatori di Roma città aperta sia stata simile all'emozione provata dalle persone che assistettero al comizio di quel capo partigiano, che con la sua onestà conquistò il cuore di tutti.Roberto Rossellini, rinunciando all'estetica sovrabbondante e rassicurante del cinema di quei tempi, riportò la verità dell'immagine verso la realtà della vita di tutti i giorni. Le strade di Roma erano le nostre stesse strade e gli attori professionisti venivano lodati e amati per altri motivi. Non erano più delle stelle che brillavano nel cielo della città, ma persone simili alla gente comune. Erano diventati anch'essi persone normali, esattamente come i non professionisti presenti nel film. Con le stesse paure e le stesse speranze camminavano sui marciapiedi della città.
Rossellini ha fatto della conquista della realtà la propria bandiera, il proprio stendardo. Il suo cinema non era un'imitazione di quello che aveva già visto sugli schermi. Egli si guardò intorno. E come diceva Cesare Zavattini: "Chiunque ti passa accanto potrebbe essere il protagonista del tuo film", lui guardò le persone che gli erano accanto. Questo fu il potere del Neorealismo, un potere che non solo in Italia, ma anche nel resto del mondo e addirittura a Hollywood ha lasciato il suo segno indelebile.
Anche nel nostro lontano Iran successe la stessa cosa. Ogni giorno diminuiva la richiesta dei film stranieri provenienti da altri Paesi e aumentava in proporzione la voglia di film italiani. Io che in quel periodo avevo sedici o diciassette anni, accanto ai film western americani che continuo ad amare anche oggi, scoprii un altro tipo di cinema che parlava dei miei vicini di casa. Moltissimi tra i personaggi dei film neorealisti, io li ritrovavo poi tra i miei vicini di casa e tra i parenti. Per me il cinema italiano, o almeno il cinema italiano di quel periodo, aveva questo nuovo sapore. Era un cinema che parlava della realtà concreta, quella tangibile...Però il concetto di verità, per quanto riguarda il credo degli spettatori nei quattro angoli della Terra, non era un elemento nuovo. Nessun film è esente dalla necessità di autocertificazione della verità. Qualunque film per poter lasciare un segno sul proprio spettatore, deve farsi credere da lui. Ed è per questo che ogni tipo di film, a qualunque livello, si sente in dovere di mostrare una sua verità. Partendo dai film pieni di lustrini di Hollywood fino ai sogni di Federico Fellini e agli incubi di Ingmar Bergman, tutti quanti hanno l'esigenza di mostrarsi veri. Ovviamente tutti quanti devono, in base al film e al proprio stile, cercare di rendere vero o almeno verosimile il mondo che stanno rappresentando, per poter lasciare un segno sul proprio spettatore. Quindi l'esigenza della verità non era una prerogativa o un'invenzione di Rossellini. L'importanza di Rossellini e degli altri autori neorealisti è stata quella di far arrivare quella verità senza intermediazioni. E proprio questa assenza di intermediazione ha fatto sì che egli potesse arrivare a livelli profondi di comprensione della verità e quindi di rappresentarla in maniera più diretta. Era questa modalità di rappresentazione della verità la vera novità che aveva scatenato tanti entusiasmi nel mondo. Un cinema che all'apparenza sembrava fatto di niente. E invece ogni parte di quel niente rivela una verità. Questa era la nascita di un cinema che riduceva al minimo i propri mezzi e le proprie attrezzature per poter creare un rapporto più diretto con il mondo circostante. E il suo messaggio aveva uguale contenuto di semplicità ed emozione. SIAMO LIBERI!Siamo liberi?Sono passati più di cinquant'anni dalla nascita di Roma città aperta di Rossellini. Il periodo d'oro del Neorealismo e il periodo d'oro del cinema italiano in generale. Un cinema che è la punta di diamante del cinema stesso. E noi non siamo altro che i figli illegittimi di quei cineasti sinceri che osservarono la vita.