TETRICO (C. Pius Esuvius Tetrĭcus)
Ultimo degli usurpatori in Gallia nel periodo del'anarchia militare. Di nobile famiglia, era governatore dell'Aquitania quando fu scelto come successore di Vittorino (sembra nel 270 d. C.); il figlio omonimo divenne Cesare. L'elezione di T. fu dovuta a una reazione della popolazione civile contro i disordini dei soldati e significò un risveglio dell'aristocrazia fondiaria. Il suo impero comprendeva le tre Gallie, la Britannia, le Germanie, la parte occidentale della Narbonese; incerta rimane la posizione della Spagna. Nell'amministrazione continuò a dominare per tutte le istituzioni il modello di Roma. T. fu un sovrano essenzialmente pacifico. Sull a difesa della frontiera contro i Germani non siamo informati con sicurezza. Le coste subirono incursioni di pirati. La posizione di T. era già divenuta precaria, perché egli aveva perduto il dominio sulle truppe, quando Aureliano marciò contro di lui. T. si mise d'accordo con l'imperatore e quando gli eserciti si scontrarono sui Campi Catalaunici, passò dalla parte di Aureliano (273?). Come prigioniero T. partecipò al trionfo di Aureliano, ma poi l'imperatore gli restituì il rango di senatore e lo nominò corrector della Lucania.
Bibl.: A. Stein, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., VI, coll. 696-704 (con la bibl. precedente): H. Peter, in Abhandl. der königl. sächsichen Gesellsch. der Wissensch., phil.-hist. Kl., XXVII (1909), pp. 216-217, 221; C. Jullian, Histoire de la Gaule, IV, Parigi 1914. Cfr. M. Besnier, in Comptes rendus de l'Académie des Inscriptions et Belles-Lettres, 1929, pp. 216-217; S. Bolin, Die Chronologie der gallischen Kaiser, Lund 1932; P. Damerau, Kaiser Claudius II. Goticus, in Klio, suppl. XXXIII (1934), p. 76 segg.; P. H. Webb, The Roman Imperial Coinage, V, 2, Londra 1933.