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TEUDA

Enciclopedia Italiana (1937)
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TEUDA (Teoda)


Nome di un insorto giudeo che in Palestina, sotto il procuratore romano Cuspio Fado (44-46 d. C.), si atteggiò a profeta e raccolse gran folla con promesse di miracoli e d'instaurazione del regno messianico; ma Cuspio Fado gl'inviò contro delle truppe che dispersero o uccisero i seguaci, e preso vivo T. lo mise a morte. Così Flavio Giuseppe (Antichità giudaiche, XX, 5,1).

Il fatto non avrebbe particolare importanza se non trovasse un parallelo nelle parole pronunziate da Gamaliel nel Sinedrio di Gerusalemme per indurre i membri del consesso a non perseguitare gli Apostoli (Atti, V, 36 segg.); sennonché, mentre il nome (Teuda) e il tipo dell'insurrezione concordano, discorda totalmente la cronologia, perché Gamaliel assegna l'insurrezione di questo T. a un'epoca anteriore a quella di Giuda il Galileo, avvenuta ai tempi del censimento di Quirinio (6-7 d. C.).

Molti studiosi, nel passato, hanno supposto un errore nel testo di Atti; altri invece in quello di Flavio Giuseppe, e costoro divengono sempre più numerosi col progredire degli studî critici su Giuseppe, i quali mostrano ogni giorno meglio che compilatore disattento egli fosse. Tuttavia non è punto necessario supporre, alternativamente, un errore; la semplice coincidenza del nome non è un argomento valido, essendovi altri casi di giudei omonimi insorti in Palestina al tempo della dominazione romana; d'altra parte lo stesso Flavio Giuseppe riferisce di altre insurrezioni avvenute prima del censimento di Quirinio, poco dopo la morte di Erode il Grande, e più generalmente dice che in quell'epoca le sedizioni furono innumerevoli (Antichità, XVII, 10, 4). Una di queste, non ricordata distintamente da Flavio Giuseppe, poté esser capeggiata dal T. a cui Gamaliel si riferisce (v. i commenti ricordati in atti degli apostoli).

Vedi anche
Flàvio Giusèppe Flàvio Giusèppe (gr. Φλάουιος 'Ιώσηπος, lat. Flavius Iosephus). - Storico giudeo (n. 37 d. C. - m. dopo il 100), di casta sacerdotale. Fu della setta dei Farisei e, dopo essere stato a Roma (64), tornato in patria partecipò alla rivolta contro i Romani (67). Arresosi a questi dopo l'assedio a Iotapata, ... Eròde il Grande re di Giudea Eròde (gr. ‛Ηρώδης, lat. Iulius Herodes) il Grande re di Giudea. - Figlio (n. circa 73a. C. - m. 4 a. C.) di Antipatro, un Idumeo giudaizzato. Alla fine del suo regno nacquero Giovanni Battista e Gesù; secondo Matteo (2, 16), appresa dai magi la notizia della nascita di Gesù, da essi qualificato "re ... Marcióne Marcióne (gr. Μαρκίων -ωνος; lat. Marcio -onis). - Eretico (n. Sinope 85 d. C. circa - m. 160 circa). Di agiata condizione, si trasferì a Roma; quando espose le sue tesi sulla totale inconciliabilità tra Nuovo e Vecchio Testamento fu subito scomunicato. Dalla sua predicazione sorse un movimento religioso, ... sinedrio Presso gli antichi Greci, la riunione dei rappresentanti di leghe sacrali o politiche nazionali. In particolare ad Atene, il collegio costituito da un magistrato (arconte eponimo; arconte re e polemarco) e i suoi assessori (πάρεδροι). ● Supremo consiglio degli Ebrei al tempo dell’occupazione romana della ...
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    Ribelle giudeo che in Palestina (44-46 d.C.) si atteggiò a profeta e instauratore del regno messianico raccogliendo molti seguaci; fu ucciso dai Romani. Un episodio affine a questo, narrato da Flavio Giuseppe, è ricordato negli Atti degli Apostoli (5, 36 segg.): il fatto e il nome del protagonista, ...
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