TEUDA (Teoda)
Nome di un insorto giudeo che in Palestina, sotto il procuratore romano Cuspio Fado (44-46 d. C.), si atteggiò a profeta e raccolse gran folla con promesse di miracoli e d'instaurazione del regno messianico; ma Cuspio Fado gl'inviò contro delle truppe che dispersero o uccisero i seguaci, e preso vivo T. lo mise a morte. Così Flavio Giuseppe (Antichità giudaiche, XX, 5,1).
Il fatto non avrebbe particolare importanza se non trovasse un parallelo nelle parole pronunziate da Gamaliel nel Sinedrio di Gerusalemme per indurre i membri del consesso a non perseguitare gli Apostoli (Atti, V, 36 segg.); sennonché, mentre il nome (Teuda) e il tipo dell'insurrezione concordano, discorda totalmente la cronologia, perché Gamaliel assegna l'insurrezione di questo T. a un'epoca anteriore a quella di Giuda il Galileo, avvenuta ai tempi del censimento di Quirinio (6-7 d. C.).
Molti studiosi, nel passato, hanno supposto un errore nel testo di Atti; altri invece in quello di Flavio Giuseppe, e costoro divengono sempre più numerosi col progredire degli studî critici su Giuseppe, i quali mostrano ogni giorno meglio che compilatore disattento egli fosse. Tuttavia non è punto necessario supporre, alternativamente, un errore; la semplice coincidenza del nome non è un argomento valido, essendovi altri casi di giudei omonimi insorti in Palestina al tempo della dominazione romana; d'altra parte lo stesso Flavio Giuseppe riferisce di altre insurrezioni avvenute prima del censimento di Quirinio, poco dopo la morte di Erode il Grande, e più generalmente dice che in quell'epoca le sedizioni furono innumerevoli (Antichità, XVII, 10, 4). Una di queste, non ricordata distintamente da Flavio Giuseppe, poté esser capeggiata dal T. a cui Gamaliel si riferisce (v. i commenti ricordati in atti degli apostoli).