TEXAS (A. T., 143-144)
Il più vasto degli stati della confederazione nord-americana, situato tra 25° 51′ e 36° 30′ di lat. N. e 93° 31′ e 106° 38′ di long. O., confinante con gli stati di Oklahoma, Arkansas, Luisiana, Nuovo Messico, con la confederazione messicana e il Golfo del Messico (limiti parzialmente naturali offerti dalla costa, dai fiumi Red, Sabine e Río Grande), presenta nel suo immenso territorio diverse regioni morfologiche. Nella sezione occidentale è la cosiddetta regione delle Cordigliere, che comprende soltanto una piccola parte dei grandi corrugamenti che dal Nuovo Messico si estendono nel Messico: si distinguono tre catene parallele, che toccano la massima altezza di tutto lo stato nel Guadalupe Peak (m. 2895). Verso est si estende la regione morfologica dei Great Plains, che occupano, si può dire, tutta la metà occidentale dello stato, individuando diverse sottosezioni, quali il Panhandle Plateau a nord del fiume Canadian, cui seguono verso sud i così detti Stacked Plains o Llano Estacado e l'Edwards Plateau, con un'altezza di solito superiore ai 1000 m., che va decrescendo andando verso sud e verso oriente; chiusi da queste sottosezioni si estendono verso est i North Central Plains, immenso bacino con altezze varianti tra gli 800 e i 300 m., molto eroso dai corsi d'acqua, donde anche l'appellativo di North Central Dissected Plains: chiusa fra questi piani e l'Edwards Plateau, abbiamo la regione centrale mineraria (Mineral Central Region) costituita da rocce antiche (graniti, sedimentazioni del Paleozoico superiore) e ricca di minerali rari. Un gradino molto accentuato, che da Del Río presso il Río Grande passando presso S. Antonio e per Austin, sale verso nord fino al Red River, divide i Great Plains dall'altra grande regione chiamata Gulf Coastal Plain, immenso territorio ondulato, che diviene pianeggiante soltanto lungo le coste, in una fascia larga 50-100 km., orlata di lagune e baie, chiuse alla loro volta da numerose, strette e allungate penisole e isole (lidi). Il clima del'Texas è nel complesso temperato caldo subtropicale: le maggiori temperature si hanno nella sezione orientale, di sud-est e nel corso inferiore del Río Grande mentre decrescono salendo verso ovest e nord-ovest (Houston 20°,5 in media all'anno; Brownsville 22°,7; Waco 19°,4; El Paso 17°,2; Amarillo 13°,3); l'inverno è tiepido nelle zone interne e diviene caldo lungo la zona costiera, soprattutto nella valle inferiore del Río Grande (Brownsville 15°; El Paso 7°,2; Amarillo 2°,2); l'estate e molto calda, permettendo quindi le colture di piantagione. Enormi contrasti presenta il Texas nei riguardi delle precipitazioni: mentre nella zona orientale e di sud-est possono cadere oltre 1000 mm. di pioggia all'anno (prevalenza della primavera e dell'autunno) come a Houston (1205 mm.) e Galveston (1136), le precipitazioni vanno diminuendo procedendo verso ovest (a S. Antonio 710 mm.; ad Amarillo 547) sino a ridursi a meno di 250 mm. all'estremità occidentale dello stato (a El Paso soli 232 mm.), con prevalenza nel periodo estivo. La nevosità è un fenomeno quasi sconosciuto lungo la sezione costiera, mentre appare frequente nella parte nord-occidentale (ad Amarillo 475 mm. di neve all'anno); la serenità del cielo è molto più accentuata nelle regioni dell'ovest, semiaride (70% nella contea di El Paso) mentre decresce scendendo verso il mare. Frequenti sono i cicloni (tornadoes) quasi sempre disastrosi per gli abitanti e le campagne. Si viene quindi a individuare una netta distinzione tra l'ovest, arido, steppico con associazioni prevalentemente erbacee e l'est, ricco di piogge e quindi molto boscoso (la forested area degli Americani). Dal punto di vista idrografico, il Texas manda le sue acque parte al Mississippi mediante il Canadian, affluente dell'Arkansas, e il Red River, che interessano la sezione settentrionale dello stato, parte al Golfo del Messico direttamente per mezzo di numerose arterie, di cui le principali, da est verso ovest, sono i fiumi Sabine, Trinity, Brazos, Colorado, Río Grande con il suo principale affluente di sinistra, il Río Pecos.
Il Texas copre una superficie di kmq. 688.643 (divisi in 254 contee), ponendosi quindi al primo posto tra gli stati della confederazione. La popolazione nel 1930 sommava a 5.824.715 ab., con una densità relativa di 8,7 per kmq. Tale valore presenta forti oscillazioni fra parte e parte, in relazione con le diverse condizioni fisiche ed economiche del paese. Le zone più spopolate sono quelle occidentali (regione delle Cordigliere, Panhandle, Llano Estacado, Edwards Plateau), dove le contee registrano densità minime, uguali o inferiori ai 2 ab. per kmq. In condizioni molto migliori le contee dell'est e della costa: 8 contee poi superano i 40 ab. per kmq. a causa della presenza di grandi centri urbani. Nel complesso 36 città superavano nel 1930 i 10.000 ab.; oltre 100.000 individui contavano Houston (292.352), collegato con la Baia di Galveston mediante canale, divenuto in questi ultimi anni un grande porto per il cotone e il petrolio, Dallas (260.475) e Fort Worth (163.447) nella sezione nord-orientale del paese, in rapidissimo incremento per ragioni minerarie (petrolio), S. Antonio (231.542), El Paso (102.421), sulla sponda sinistra del Río Grande, di fronte alla messicana Ciudad Juàrez, posto di frontiera e di transito di primissimo ordine. La composizione etnica dello stato nel 1930 era la seguente: 73,5% di Bianchi; 14,7% di Negri; 11,80% di altri elementi di colore (soprattutto Messicani). Su 100 Bianchi il 97,7% era costituito da elementi indigeni e nati da genitori parzialmente e totalmente stranieri; il 2,3% da Bianchi nati all'estero, in tutto 98.396 individui (principalmente Tedeschi con 25.913 persone; Cecoslovacchi con 12.272; Inglesi e Scozzesi con 8493; Italiani con 6550; Russi con 5467, ecc.), viventi in maggior numero nelle contee di Harris (Houston), Bexar (S. Antonio), Dallas, Galveston. Molto numerosi sono i Messicani (683.681 individui) soprattutto nelle contee del sud-ovest, ai confini col Messico.
La popolazione dello stato è andata aumentando molto notevolmente: 212.592 ab. nel 1850, 3.048.710 nel 1900, 4.663.228 nel 1920, 5.824.715 nel 1930. Ciò è dovuto principalmente al magnifico sviluppo agricolo, minerario e industriale della regione, che offre immense possibilità economiche. Il numero delle farms è salito da 352.190 nel 1900 a 495.489 nel 1930. L'agricoltura è ancora oggi una delle basi fondamentali, favorita nelle zone meno ricche di piogge dall'irrigazione, che si diffonde oggi su circa 3240 kmq. (0,5% della superficie totale dello stato), specialmente nelle vallate del Río Grande, Pecos, Nueces, Colorado, Red River. I principali prodotti agricoli riguardano cereali (grano e mais) e soprattutto cotone, per cui il Texas occupa il primo posto nella confederazione; la produzione è stata di 4.180.000 balle (di 500 libbre ciascuna) nel periodo 1911-1915, salita a 4.612.000 negli anni 1926-1930 (4.428.000 nel 1933), con ingente esportazione verso gli altri stati della confederazione e verso l'estero: notevole è anche la produzione delle frutta e degli ortaggi. La grande diffusione delle aree pascolative favorisce l'allevamento: nel 1930 si contavano 762.042 cavalli, 1.040.106 muli, 6.602.702 bovini (di cui 1.076.287 da latte, in notevole aumento rispetto agli anni precedenti), 1.561.461 suini, 6.000.000 di ovini e oltre 21 milioni di volatili da cortile. Ingente è il patrimonio forestale, pari al 24% dell'area totale, diffuso nella sezione centro-orientale del paese, con prevalenza del pino giallo. Ma ben più grande importanza ha oggi il Texas per le sue risorse minerarie, che hanno fatto la fortuna di molte contee e molte città, alcune delle quali hanno raddoppiato la popolazione nel giro di un decennio. Occupa il primo posto il petrolio, la cui produzione è andata aumentando vertiginosamente nel periodo 1901-10, 24.500.000 ettolitri annui; negli anni 1916-1920, 93 milioni di ettolitri; nel 1926-1931, 415.400.000 ettolitri. Lo sfruttamento del petrolio è molto recente, ché ben poca attenzione veniva data ad esso anteriormente al 1883: le fortunate scoperte del 1894 nella contea di Navarro, quelle del 1901 nella contea di Beaumont favorirono lo sviluppo dell'estrazione, che oggi si effettua in due zone, quella costiera (contee di Jefferson, Harris, Brazoria, ecc.) e quella centro-settentrionale (contee di Navarro, Comanche, Eastland, Stephens, Wichita), che completa l'immensa distesa dei campi petroliferi dell'Oklahoma. Una fitta rete di oleodotti allaccia il Texas con il nord-est e con i porti del Golfo. In confronto col petrolio le altre ricchezze minerarie passano in seconda linea: lo zolfo con le grandi miniere di Freeport presso la foce del fiume Brazos, e di Matagorda alla foce del fiume Colorado (il Texas produce, si può dire, la quasi totalità dello zolfo degli Stati Uniti), il carbon fossile, costituito in prevalenza da ligniti, l'argilla, il sale, il gas naturale e i metalli preziosi (oro e argento).
Le industrie si sono sviluppate rapidamente in grazia dell'eccezionale abbondanza di certe materie prime: il numero degli operai è salito da 38.604 nel 1899 a 107.522 nel 1919, toccando il massimo di 134.500 nel 1929, per scendere a 91.374 nel 1933. Emergono al riguardo le contee di Bexar (S. Antonio), Dallas, El Paso, Harris (Houston), Jefferson (Beaumont) e Tarrant (Fort Worth), tutte con più di 5000 operai ciascuna. Il Texas possiede raffinerie di petrolio (19.434 operai nel 1929), stabilimenti per la lavorazione del legno (16.387 operai), per le costruzioni meccaniche (14.633) e per la spremitura dell'olio di cotone (4480), fonderie (8422), cotonifici (4649), ecc., industrie tutte che lavorano e trasformano le materie prime dello stato. Di pari passo con lo sviluppo agricolo, minerario e industriale si sono sviluppati il commercio e i mezzi di comunicazione. Ingente è l'esportazione di cotone greggio, di petrolio e suoi sottoprodotti, di zolfo, legname, carta, favorita da una fitta rete ferroviaria, che da soli 500 km. nel 1860 è salita a oltre 27.000 km. nel 1933, da numerosi porti, situati lungo le coste del Golfo del Messico, che si possono raggruppare nei tre distretti di Sabine (Sabine, Port Arthur, Orange e Beaumont), di Galveston (Galveston, Houston, Texas City, Freeport) e finalmente quello del sud-ovest (Corpus Christi); emerge il gruppo di Galveston-Houston, soprattutto per l'ingente esportazione di cotone e di petrolio. Data la sua posizione, il Texas è attraversato da numerose linee transcontinentali e internazionali, tanto ferroviarie quanto aeree. Straordinario è anche lo sviluppo preso dagli automezzi, che sono saliti da 32.000 nel 1913 a 1.312.152 nel 1934.
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Storia. - Il territorio del Texas fu visitato da Cabeza de Vaca (1528-36), da Fray Marcos de Niza, e dal Coronado, ma soltanto verso il 1689 ebbe nome Texas o meglio Tejas da una federazione di quasi 30 tribù indiane, comprese le nove tribù Asinais o Cenis. Quattro anni prima i Francesi sotto Lassalle avevano eretto il Forte San Luigi sulla Baia di Espíritu Santo, ma questo durò appena 4 anni. Nel 1689 gli Spagnoli sotto De León e padre Manzanet stabilirono la missione de San Francisco de los Tejas, forse a sud della città odierna di Nacogdoches. Il nome ufficiale di Nuevos Filipinos venne presto sostituito dal nome di Tejas.
Nel 1711 i missionarî spagnoli si erano stabiliti a San Juan Bautista, e nel 1717 la missione fu rifatta alla distanza di 4 miglia e col nome di S. Francisco de los Neches, e divenne il centro di 5 altre missioni o presidios, ma soltanto tre divennero centri vitali: San Antonio (o Béjar), Goliad (o La Bahía) e Nacogdoches. Gli Spagnoli perdettero la colonia perché non seppero popolarla. Acquistarono il territorio sino al Mississippi nel 1762, ma lo cedettero nel 1803. Nel 1821 il Messico divenne indipendente. Lo statuto del 1824 creò un sistema federale e unì il Texas al Coahuila. Fino dal 1800 gli Americani avevano cominciato a infiltrarsi in questo territorio ricco e poco popolato (nel 1820 la popolazione non superò i 4000 ab., esclusi gl'Indiani). Sinora non vi era stata schiavitù, ma i nuovi venuti portarono i loro schiavi con sé. Il governo americano fece ripetuti tentativi di comperare il Texas, suscitando il sospetto del governo messicano sulla lealtà dei coloni. Questi all'inizio erano favorevoli alla dittatura di Santa Anna, e nella convenzione di San Felipe del 1832 protestarono contro gl'ingiusti sospetti chiedendo la revoca della legge del 6 aprile 1830 con cui il Congresso messicano aveva voluto chiudere le frontiere a nuova immigrazione dagli Stati Uniti. Ma la lotta fra Bustamante e Santa Anna distrasse l'attenzione del governo centrale e l'abolizione nel 1835 dello statuto e la creazione d'un regime centralizzato alienò la simpatia dei Tejani e condusse alla secessione. I più radicali espulsero i funzionarî fedeli, e l'11 dicembre presero Béiar, l'unica città rimasta ligia al Messico. Già il 7 novembre era stato stabilito un governo provvisorio, senza però spezzare i vincoli col Messico. Il 6 marzo 1836, 182 uomini comandati dal colonnello Travis furono massacrati nell'Álamo a San Antonio che avevano difeso per 12 giorni, azione per cui la conciliazione divenne impossibile. Il 2 marzo una nuova convenzione proclamò la repubblica nominando Davide Burnet primo presidente. Il 21 aprile Santa Anna fu battuto e catturato sul San Jacinto dal generale Houston (pron. Hiuston) e col trattato di Velasco dovette riconoscere lo stato di fatto, trattato che fu immediatamente repudiato dal governo messicano. Nel settembre il nuovo stato fu approvato dalle elezioni popolari (e Houston eletto presidente) ed ebbe da lottare contro ribellioni indiane e contro crescenti difficoltà finanziarie, ma fu riconosciuto nel marzo 1837 dagli Stati Uniti, dalla Francia nel 1839, dall'Olanda e dal Belgio nel 1840, e finalmente dall'Inghilterra nel 1842. Quest'ultimo riconoscimento, e il timore che il Texas potesse venire sotto l'influenza inglese, creò, malgrado l'opposizione degli antischiavisti, una corrente americana favorevole all'annessione; e malgrado la dichiarazione fatta dal governo messicano nel 1843 che avrebbe considerato l'annessione come una dichiarazione di guerra, il Congresso americano, con risoluzione unita delle 2 camere del 28 febbraio 1845, invitò il Texas a entrare nell'Unione (v. stati uniti); offerta che dopo un po' di esitazione, dovuta al trionfo dei liberali nel Messico, i Tejani accettarono con una serie di voti ratificati il 13 ottobre. La schiavitù fu mantenuta. La guerra tra Messico e Stati Uniti, provocata da questa annessione, appartiene alla storia dei due paesi.
Col "compromesso del 1850" circa un terzo del suo territorio fu tolto al Texas, il quale ricevette dal governo federale un compenso di 10 milioni di dollari. Nel 1896 la corte suprema decise una vecchia disputa togliendogli ancora la contea di Greer. Ma sotto l'Unione, malgrado queste mutilazioni, il Texas rimase di gran lunga lo stato più grande, e la sua prosperità crebbe enormemente. La popolazione salì da 135.000 nel 1847 a 200.000 nel 1850, 300.000 nel 1860, e oltre 3 milioni nel 1900. Naturalmente lo stato prese parte con i ribelli nella guerra civile. Da allora ha sempre votato con i democratici, con la sola eccezione dell'elezione presidenziale nel 1928, in cui votò per il repubblicano Hoover.
Houston fu fondata per essere la capitale nel 1836, ma nel 1839 questa venne trasferita alla nuova città di Austin, che ne è rimasta la sede malgrado un turbolento tentativo del presidente Houston di riportarla a Houston o a Washington sul Brazos.
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