Vedi THAMUGADI dell'anno: 1966 - 1997
THAMUGADI (v. vol. vii, p. 793)
Pur non essendo stati effettuati nuovi scavi, le nostre conoscenze su Th. si sono arricchite grazie a numerose pubblicazioni, tra cui, in particolare, il corpus dei mosaici e l'edizione definitiva della fortezza bizantina.
L'originario impianto urbanistico della colonia è stato oggetto di due studi di indirizzo simile (Lohmann, 1979 e Fentress, 1979) in cui è suggerita una regolare suddivisione delle insulae in otto unità, ciascuna delle quali sarebbe stata assegnata a un singolo veterano. Le insulae sul decumanus maximus sarebbero state costituite solo da due unità più ampie, mentre quelle sul cardo maximus potrebbero essere state riservate ai centurioni. Tracce di questo impianto urbanistico sono meglio conservate nella zona orientale della città, meno compromessa dal frenetico sviluppo del III sec. d.C.
Il corpus dei mosaici (Germain, 1969) offre una documentazione di tutti i mosaici esistenti nel sito, corredato dalle piante degli edifici dove questi sono stati rinvenuti. La maggior parte è a ornato geometrico e il numero delle scene mitologiche è di gran lunga minore rispetto ad altre località africane. Uno dei gruppi più importanti risulta, comunque, costituito dai mosaici nello «stile dei Filadelfi». Si tratta di pavimenti con complicati motivi floreali attribuibili al periodo severiano. Il gruppo prende la sua denominazione dal mosaico del calidarium nelle «Terme dei Filadelfi», un'associazione il cui nome compare in un'iscrizione al centro del mosaico al di sopra di un emblema raffigurante Giove e Antiope.
Mosaici di questo gruppo decorano alcune ricche residenze costruite nello stesso periodo, che tendono a occupare più di un’insula e attestano la presenza di una ricca aristocrazia. Un tipico rappresentante di questi gruppi sociali è M. Plozio Fausto, soprannominato (signum) Sertius, responsabile della costruzione del mercato occidentale, del Capitolium e, con ogni probabilità, della demolizione del lato occidentale della cinta muraria traianea.
La porta O da sempre ha costituito un problema, poiché l'iscrizione traianea mal si accorda al suo stile. Tale contraddizione, da tempo osservata (Ward Perkins, 1970), è stata spiegata (Romanelli, 1976) con l'ipotesi che la porta attualmente visibile inglobi una più antica struttura traianea, la cui iscrizione venne riutilizzata. La proposta è avvalorata dall'alto livello di ricostruzione in quest'area agli inizi del III sec. d.C., che certamente è da mettere in relazione con la demolizione del settore occidentale della cinta muraria (Lassus, 1966).
La fortezza bizantina costruita dal generale Salomone, scavata tra il 1938 e il 1956, è stata pubblicata in forma definitiva (Lassus, 1986). Gli aspetti più interessanti della sua pianta sono i quartieri degli ufficiali, che comprendono un piccolo ma elaborato complesso termale, una basilica con nartece e cancellata e una larga piscina che deve essere stata riutilizzata come cisterna. Questo gruppo di edifici occupa la metà O della fortezza, mentre quella E comprende baraccamenti e stalle. Questa è una delle fortificazioni bizantine in Africa meglio conservate, benché dall'epoca degli scavi le sue condizioni siano sensibilmente peggiorate.
È di prossima pubblicazione anche l'altrettanto importante complesso dell'Aqua Septimiana Felix.
Bibl.: J. Lassus, Le rinceau d'acanthes dans les mosaïques de Timgad, in Hommages à A. Grenier, Bruxelles 1962, pp. 948-960; id., Une opération immobilière à Timgad, in Mélanges Piganiol, Parigi 1966, pp. 1221-1231; A. Lezine, Note sur l'arc dit de Trajan à Timgad, in BAAlger, II, 1966-67, pp. 112-118; S. Germain, Les mosaïques de Timgad, Parigi 1969; J. Lassus, Visite à Timgad, Algeri 1969; R. Rebuffat, Sur une mosaïque de la Maison de l'Hermaphrodite à Timgad, in BAParis, VI, 1970, pp. 233-244; J. B. Ward Perkins, in A. Boethius, J. B. Ward Perkins, Etruscan and Roman Architecture, Londra 1970, pp. 482- 484; P. Romanelli, L'arco di Traiano a Timgad: una ipotesi, in Mélanges d'histoire ancienne et d'archéologie offerts à P. Collari, Losanna 1976, pp. 317-321; M. Leglay, Un pied de Sarapis à Timgad en Numidie, in Hommages à M. J. Vermaseren, Leida 1978, pp. 573-589; H. Lohmann, Beobachtungen zum Stadtplan von Timgad, in Wohnungsbau im Altertum, Berlino 1979; E. Fentress, Numidia and the Roman Army, Oxford 1979, pp. 126-132; M. Le Glay, Un Eros de Phidias à Timgad?, in AntAfr, XIV, 1979, pp. 129-144; J. Lassus, Chronologie de Thamugadi, in Urbi, VII, 1983, pp. 112,123; E. Fentress, Frontier Culture and Politics at Timgad, in BAParis, XVII, 1984, pp. 399-408; J. Lassus, Fouilles à Timgad 1938-1956, I. La fortresse byzantine de Thamugadi, Parigi 1986; A. Guerbadi, Chronométrie et architecture antique. Le gnomon du forum de Thamugadi, in L'Africa romana. Atti del X Convegno di Studi, Oristano 1992, Sassari 1994, pp. 359-402; P. Morizot, Timgad et son territorie. L'Afrique, la Gaule, la religion à l'époque romaine. Mélanges à la mémoire de M. Le Glay, Bruxelles 1994, pp. 226-243; M. Le Glay, Fouilles à Timgad 1938-1956, II. Aqua Septimiana, in corso di stampa.