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THAMUSIDA

di G. Ch. Picard - Enciclopedia dell' Arte Antica (1966)
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THAMUSIDA

G. Ch. Picard

Centro mauro, castrum e città romana nella zona atlantica del Marocco, a una cinquantina di km a N-NE di Sala.

Il luogo, identificato nel 1874 dal Tissot (odierna Sidi Ali ben Ahmed) all'incirca equidistante da Sala e da Banasa, fu occupato, al più tardi, nelle prime decadi dell'èra cristiana; gli scavi della Scuola Francese di Roma (1959-62), hanno però messo in luce testimonianze che rimontano alla fine del II sec. a. C. Sono stati ritrovati anche muri di questo periodo, ma non si è conservato nessun monumento. Distrutta da un incendio, probabilmente durante la conquista romana, e ricoperta dalle alluvioni di una inondazione, la città fu ricostruita nel II secolo. Si conservano di quest'ultimo periodo alcune case, delle grandi terme doppie e un tempio prostilo, su podio, circondato da un peribolo. La città fu distrutta di nuovo durante i torbidi della fine del III secolo.

Il castrum (m 165,85 × 138,78) fu costruito nell'ultimo trentennio del II sec. ed evacuato al tempo di Claudio II. Rimane ancora la porta pretoriana, qualcuno degli alloggiamenti, e soprattutto il praetorium, vasta costruzione rettangolare di una trentina di metri di lato, costituita, nel suo stadio primitivo, da una corte che precedeva l'ambiente con le insegne, e trasformata, certamente verso la metà del III sec., per accogliere una basilica.

Bibl.: L. Chatelain, Le Maroc des Romains, Parigi 1944, p. 79; Pub. du Service Ant. du Maroc, III, 1937, p. 32; Bull. Arch. du Comité, 1934-35, pp. 106-107; R. Thouvenot, ibid., 1954, pp. 53-54; 62-63; M. Euzennat, in Bull. Arch. Mar., II, 1957, p. 215; IV, 1960, pp. 544-550; J.-P. Callu e altri, Thamusida. Fouilles du Service des Antiquités du Maroc (École Française de Rome, Mélanges Arch. Hist., Suppl. 2), Parigi 2 voll., 1965 con bibl. prec.

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