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The Big Chill

di Daniele Dottorini - Enciclopedia del Cinema (2004)
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The Big Chill

Daniele Dottorini

(USA 1983, Il grande freddo, colore, 105m); regia: Lawrence Kasdan; produzione: Michael Shamberg per Carson; sceneggiatura: Lawrence Kasdan, Barbara Benedek; fotografia: John Bailey; montaggio: Carol Littleton; scenografia: Ida Random; costumi: April Ferry.

Un gruppo di sette amici, attivisti politici ai tempi dell'università, si ritrova dopo molti anni per il funerale di Alex, un loro compagno di gioventù suicidatosi inspiegabilmente. Ognuno ha fatto una scelta di vita differente: Harold, che possiede una piccola fabbrica di scarpe, e Sarah, che è medico, si sono sposati e vivono in campagna, vicino alla casa di Alex; Sam è diventato un attore di successo di telefilm polizieschi; Michael scrive per giornali scandalistici; Karen è insoddisfatta della propria vita matrimoniale; Meg è single e vorrebbe avere un figlio; Nick, dopo i traumi del Vietnam, fa uso di droghe ed è forse impotente. Insieme a loro c'è Chloe, la giovane fidanzata di Alex, vaga e silenziosa. Dopo il funerale, il gruppo decide di passare il fine settimana insieme. Quella che sembrava semplicemente un'occasione per ritrovarsi diventa il momento in cui ognuno fa i conti con il proprio presente, con le aspirazioni del passato e con i conflitti e i contrasti rimasti irrisolti. Alla fine, le vite di alcuni di loro saranno cambiate: Sam e Karen chiariranno il loro rapporto irrisolto, Meg rimarrà forse incinta (su richiesta di Sarah, Harold ha fatto l'amore con lei, l'ultima notte), Nick resterà nella casa di Alex insieme a Chloe.

Alla sua uscita, The Big Chill è stato letto come un ritratto spietato ma anche romantico di un'intera generazione, e il suo successo ha dato il via a una serie di film che ne sviluppavano il tema portante, ossia il confronto tra il passato e il presente di coloro che hanno vissuto in pieno gli anni Sessanta e hanno poi, più o meno, tradito i loro ideali di gioventù. Con efficacia, il film di Lawrence Kasdan restituisce i miti e le disillusioni di una generazione, attraverso i dialoghi, la recitazione e la trama dei rapporti tra i vari personaggi. Il regista, al suo secondo lungometraggio dopo Body Heat (Brivido caldo, 1981) e con all'attivo una brillante carriera di sceneggiatore, lavorò con cura alla scrittura del film che, nelle sue intenzioni, doveva essere una sorta di continuazione ideale (ma corale) di Body Heat. The Big Chill è un film che punta molto, oltre che sulla scrittura, anche sulla recitazione. Molti degli attori che appaiono nel film, tra cui Kevin Kline, Glenn Close, Meg Tilly, William Hurt, Jeff Goldblum e Tom Berenger (nonché Kevin Costner, che interpreta Alex in alcuni flashback, la cui parte fu poi tagliata al montaggio), sarebbero stati protagonisti del rinnovamento generazionale del cinema hollywoodiano negli anni Ottanta. Kasdan, prima di iniziare a girare, provò con gli interpreti per quattro settimane, al fine di raggiungere un rendimento ottimale in fase di ripresa. Proprio la precisione nel ritmo e negli scambi di dialogo finisce, però, per essere uno dei punti deboli del film, che appare schematico nel tracciare le caratteristiche esistenziali dei sette amici e piuttosto prevedibile nello sviluppo narrativo e nel gioco interminabile delle battute. The Big Chill è in fondo una lunga confessione corale, priva di uno sviluppo forte. Anche i cambiamenti nella vita di alcuni personaggi saranno più apparenti che reali.

La regia si pone quasi totalmente al servizio della sceneggiatura e le atmosfere del film vengono sottolineate dalla presenza costante e a volte didascalica della musica rock degli anni Sessanta, che interviene sempre quando tutti i personaggi sono contemporaneamente in scena: per esempio, durante il funerale di Alex, quando Karen suona l'organo della chiesa arpeggiando le note di You Can't Always Get What You Want dei Rolling Stones. Alla musica compete infatti il ruolo di dispositivo evocatore della memoria, secondo un'abitudine che accomuna diversi film hollywoodiani degli anni Settanta di cui Kasdan è in misura diversa debitore. L'apporto della regia è comunque evidente in queste sequenze 'musicali', dove la sintesi operata dal montaggio alternato e dalla colonna sonora di sottofondo rende evidente la trama dei rapporti interni ai componenti del gruppo, preparando lo spettatore al flusso di parole, confessioni e battute che permeano soprattutto la seconda parte del film. The Big Chill ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra i quali tre premi Oscar nel 1984 (miglior film, migliore sceneggiatura originale, migliore attrice non protagonista a Glenn Close) e, nello stesso anno, il premio per la migliore sceneggiatura originale attribuito dal Writers Guild of America.

Interpreti e personaggi: Tom Berenger (Sam), Glenn Close (Sarah Cooper), Jeff Goldblum (Michael), William Hurt (Nick), Kevin Kline (Harold Cooper), Mary Kay Place (Meg), Meg Tilly (Chloe), JoBeth Williams (Karen), Don Galloway (Richard), James Gillis (sacerdote), Ken Place (Peter, il poliziotto), Jon Kasdan (figlio di Harold e Sarah), Jacob Kasdan (cercatore di autografi), Muriel Moore (madre di Alex), Meg Kasdan (hostess), Patricia Gaul (Annie).

Bibliografia

[T. Mc]Cart[hy], The Big Chill, in "Variety", September 7, 1983.

K. Newman, The Big Chill, in "Monthly Film Bulletin", n. 601, February 1984.

E. Carrère, À la gloire de la récupération, in "Positif", n. 279, May 1984.

E. Martini, Il grande freddo, in "Cineforum", n. 235, giugno-luglio 1984.

G. Turroni, Il grande freddo, in "Filmcritica", n. 348-349, ottobre-novembre 1984.

R. Edelmann, The Big Chill, in "Cineaste", n. 2, 1984.

G. Fuller, Kasdan on Kasdan, Los Angeles 1993 (trad. it. Milano 1994).

L. Schwarzbaum, Frozen in Time, in "Entertainment Weekly", n. 459, 1998.

Vedi anche
rock and roll (rock’n’roll) Genere musicale, nato intorno al 1955 negli USA e di qui diffuso in Europa e nella maggior parte degli altri paesi assumendo, soprattutto presso i più giovani, anche il valore di un fenomeno di costume, come simbolo di malessere e manifestazione di protesta e ribellione. Il rock and roll, ... Rolling Stones (EI, Appendice V, 1994). - Gruppo inglese di musica rock, considerato, accanto ai Beatles, il gruppo più rappresentativo degli anni Sessanta e Settanta, contribuendo in maniera determinante, forse anche più del quartetto di Liverpool, a costruire l'immagine e il suono di un rock ribelle e trasgressivo. ... Hollywood Distretto della città di Los Angeles (300.000 ab. circa), in California, principale centro dell’industria cinematografica statunitense. Favorito da un clima mite e costante e da una varietà paesaggistica tali da permettere il facile allestimento di scene in esterno, vide nascere intorno al 1911 i primi ... cinema Il complesso delle attività artistiche, tecniche, industriali che concorrono alla realizzazione di spettacoli cinematografici (film) e anche l’insieme di questi, come opera complessiva, in quanto concreta espressione d’arte nel campo della fantasia o strumento d’informazione, di documentazione scientifica, ...
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Vocabolario
chill out
chill out 〈čil àut〉 (o chillout) locuz. ingl. (propr. «rilassamento»), usata in ital. come agg. e s. m. – Genere di musica elettronica suonato all’interno di discoteche e locali notturni (generalm. in sale apposite, concepite come aree...
big
big ‹biġ› agg., ingl. (propr. «grosso»), usato in ital. come agg. e s. m. e f. – Parola che ricorre spesso in locuzioni inglesi divenute d’uso universale: per es., big seven («le sette grandi»), le sette principali clearing banks o banche...
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