The Manchurian Candidate
(USA 1962, Va' e uccidi, bianco e nero, 129m); regia: John Frankenheimer; produzione: George Axelrod, John Frankenheimer per MC/United Artists; soggetto: dall'omonimo romanzo di Richard Condon; sceneggiatura: George Axelrod; fotografia: Lionel Lindon; montaggio: Ferris Webster; scenografia: Richard Sylbert; costumi: Moss Mabry; musica: David Amram.
Dopo essere stati catturati in Corea, il sergente dell'esercito americano Raymond Shaw e la sua squadra vengono trasferiti in Manciuria e sottoposti al lavaggio del cervello da parte dei comunisti cinesi, finché non si dimostrano pronti a obbedire a qualsiasi ordine, compreso quello di strangolarsi tra loro. Gli uomini vengono poi fatti rientrare negli Stati Uniti privi di qualsiasi ricordo della loro esperienza. Ma il capitano Bennett Marco inizia ad avere degli incubi in cui rivive alcuni momenti del lavaggio del cervello e decide di dare inizio a un'inchiesta ufficiale per far luce anche sulle condizioni di Shaw, molto simili alle sue. Egli scopre così che Shaw è stato trasformato a propria insaputa in un assassino che, dopo aver compiuto i delitti, non ne conserva alcun ricordo. Quindi si viene a sapere che la madre di Shaw, sposata con un senatore maccartista, complottava con i comunisti cinesi per organizzare le uccisioni perpetrate dal figlio, con lo scopo di favorire l'ascesa alla Casa Bianca del marito. Ma, come succede anche a Marco, alcuni degli incubi di Shaw recano tracce delle sue azioni. In occasione di un raduno politico, egli finirà per assassinare la madre e il patrigno al posto della vittima designata, per poi puntare il fucile contro se stesso.
Nonostante sia una produzione hollywoodiana, The Manchurian Candidate è molto più vicino alla Nouvelle vague francese di quanto lo sia la maggior parte del cinema indipendente americano degli anni Sessanta. Lo stesso vale anche per altre produzioni commerciali di quegli anni (Two Weeks in Another Town ‒ Due settimane in un'altra città, Vincente Minnelli 1962, Bonnie and Clyde e The Graduate), che furono però riconosciute esplicitamente come film ricollegabili alla Nouvelle vague. Forse lo scarso interesse della critica francese nei confronti di The Manchurian Candidate può aver contribuito a farne passare inosservati gli aspetti sorprendenti, quali la radicale commistione di generi (film di guerra, thriller politico, black comedy, pamphlet sulla Guerra Fredda, horror, love story, pseudo-documentario, fantascienza, film di kung fu…) e i diversi registri emotivi a essa legati, che mutano bruscamente dal serio al parodistico fino ad arrivare al camp, oppure si fondono producendo inquietanti combinazioni in grado di disorientarci. Un altro problema relativo all'accoglienza del film nel 1962 dipende dal fatto che John Frankenheimer, il più illustre regista di live dramas televisivi degli anni Cinquanta, non era considerato un autore, e il pregiudizio fece perdere di vista quanto The Manchurian Candidate somigliasse per molti versi a L'année dernière à Marienbad (le allucinatorie carrellate e le panoramiche volutamente confuse, che rievocano sogni inquietanti, i misteri che portano alla luce un passato terribile, il concorrere di parodia e solennità).
Se il regista può rivendicare credenziali d'autore, queste risultano evidenti soprattutto nella scena della conferenza stampa trasmessa in televisione, in cui il senatore John Iselin ripercorre gli esordi della caccia alla streghe voluta da McCarthy. L'effetto di disorientamento e la discontinuità dell'azione sono sottolineati dai monitor televisivi che trasmettono simultaneamente l'evento, ognuno da una diversa angolazione di ripresa. Forse il nostro senso di smarrimento raggiunge il culmine quando, nella stessa inquadratura, vediamo Iselin puntare la mano in una direzione mentre, da una diversa angolazione, un altro monitor ce lo mostra nell'atto di indicare verso la direzione opposta, quasi a prefigurare il finale del film, in cui viene a cadere qualsiasi distinzione ideologica fra destra e sinistra.
Allo stesso modo il disorientamento politico confonde lo spettatore: stiamo assistendo al più paranoico di tutti i thriller anticomunisti o a una parodia della mentalità che sta alla base di questa paranoia? Quando il senatore liberale Thomas Jordan viene brutalmente colpito a morte attraverso il cartone di latte che ha in mano e il liquido si rovescia, si tratta forse di una sorta di macabra allusione al "milk of human kindness" del politico liberale, come ha credibilmente sostenuto Pauline Kael, oltre che del tentativo di suscitare il nostro orrore? Le vertiginose complessità della sceneggiatura freudiana di Axelrod, a metà strada tra una tragedia greca e un fumetto violento, sono magistralmente esposte, ma non mettono certo in luce una posizione politica coe-rente e responsabile. Va però aggiunto che tanto il romanzo quanto il progetto del suo adattamento cinematografico avevano ricevuto l'approvazione di John F. Kennedy, all'epoca Presidente degli Stati Uniti. In realtà le idee politiche del film, i cliché hollywoodiani intenzionalmente utilizzati e i personaggi che emergono come figure oniriche sono protagonisti di una sorta di gioco d'ombre, di un lavoro di manipolazione che intende ottenere effetti vistosi. Ma la conquista più importante di Axelrod e Frankenheimer è l'uso dei personaggi e delle idee politiche per azionare costruzioni narrative che siamo chiamati ad accettare come coerenti e credibili. Così facendo, essi finiscono per smascherare molti degli illusori meccanismi legati alla politica e alla costruzione dei miti hollywoodiani.
Interpreti e personaggi: Frank Sinatra (Bennett Marco), Laurence Harvey (Raymond Shaw), Janet Leigh (Eugenie 'Rosie' Rose), Angela Lansbury (Eleanor Iselin), Henry Silva (Chunjin), James Gregory (senatore John Iselin), Leslie Parrish (Jocelyn 'Jocie' Jordan), John McGiver (senatore Thomas Jordan), Khigh Dhiegh (Yen Lo), James Edwards (caporale Alvin Melvin), Douglas Henderson (colonello Milt), Albert Paulsen (Zilkov), Barry Kelley (segretario della difesa), Whit Bissell (ufficiale medico).
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Sceneggiatura: The Manchurian Candidate, Eye, Suffolk 2002.