The Rocky Horror Picture Show
(GB 1974, 1975, colore, 101m); regia: Jim Sharman; produzione: Michael White, Lou Adler per 20th Century-Fox; sceneggiatura: Richard O'Brien dalla sua omonima commedia musicale; fotografia: Peter Suschitzky; montaggio: Graeme Clifford; scenografia: Brian Thomson; costumi: Sue Blain; coreografie: David Toguri; musica: Richard Hartley, Richard O'Brien.
In una notte buia e tempestosa, Brad Majors e Janet Weiss stanno raggiungendo il loro vecchio professore Everett Scott, studioso di UFO, per dargli la buona nuova: si sono appena fidanzati. Una ruota bucata li costringe a riparare in un sinistro castello. Un maggiordomo deforme, Riff Raff, li accoglie alla porta e li introduce alla convention annuale dei Transylvani, che ha l'aria di una festa a dir poco eccentrica. Su tutti troneggia per carisma e potere Frank N. Furter, il padrone di casa, un travestito col pallino della scienza che, proprio quella notte, presenterà ai convitati la sua nuova creature: Rocky Horror, un 'mostro di Frankenstein' bello come un Apollo. Nel mezzo dell'esperimento, però, irrompe da una cella frigorifera il biker Eddie, suo malgrado sottoposto a espianto di organi per dare vita a Rocky. Frank lo infilza presto con una picca. La notte, i due fidanzatini vengono iniziati al sesso senza tabù dal padrone di casa, che subdolamente si infila sotto le coltri prima di Janet e poi di Brad; Janet, rabbiosa perché ha visto attraverso un monitor il tradimento del suo uomo, va a letto anche con Rocky. A sorpresa giunge al castello Scott, in cerca di suo nipote Eddie. Frank, all'insaputa di tutti i presenti, fa servire a tavola un arrosto di carne di Eddie. Per sedare il disgusto e l'ira dei commensali, Frank li pietrifica con una invenzione aliena, poi li rianima per farli partecipare a una sorta di musical carnevalesco e orgiastico. Riff Raff e la servetta Magenta, stanchi del padrone, uccidono Frank e Rocky. Fatti uscire i terrestri, la villa prende immediatamente il volo: è un'astronave diretta verso il pianeta Transexual, nella galassia Transylvania.
La storia di The Rocky Horror Picture Show ebbe inizio con una piccola produzione teatrale londinese, scritta da Richard O'Brien. Jim Sharman ottenne di mettere in scena lo spettacolo nel piccolo teatro sopra il prestigioso Royal Court, il cosiddetto Upstairs. Lo spettacolo, prodotto da Michael White, esordì nel giugno del 1973, con ottime recensioni e un discreto successo di pubblico. Almeno metà degli attori sarebbero stati poi scritturati per il film. Anche il produttore discografico americano Lou Adler assisteva allo show: trentasei ore dopo si era già assicurato i diritti per una rappresentazione negli Stati Uniti. Il Rocky Horror Show debuttò al Roxy di Los Angeles nel marzo del 1974, davanti a grandi star del rock come Elvis Presley, Keith Moon e Carole King. Tra il pubblico erano presenti anche Susan Sarandon e Barry Bostwick, i futuri Janet e Brad della versione cinematografica. Adler convinse i dirigenti della 20th Century-Fox a firmare un contratto. A riprese terminate, nel marzo del 1975, per favorire il lancio del film venne messa in scena una grande produzione teatrale al Belasco Theater di New York, ma fu un fallimento. Dopo una proiezione di prova a Santa Barbara, poi, il film fu giudicato troppo lungo e privo di vena 'ironica e goliardica'. The Rocky Horror Picture Show venne distribuito con tagli nel settembre del 1975 in un gruppo ristretto di sale: il responso fu pessimo. Tim Deegan, responsabile della Fox, optò allora per un marketing diverso. Il film venne rimontato e ridistribuito come 'film per adulti'. Dopo aver tagliato le due canzoni finali, Super Heroes e Science Fiction/Double Feature: Reprise (reintegrate solo nella versione rimasterizzata del 1990), si decise di provare al Waverly Theater di New York, nel primo week-end dell'aprile del 1976. Questa volta fu un trionfo. Ebbe inizio così il culto inossidabile di The Rocky Horror Picture Show. Il successo planetario del film favorì il rilancio dello spettacolo teatrale, ancora itinerante in tutto il mondo. Lo show vede la partecipazione attiva ed entusiastica di un pubblico che conosce ogni singola battuta, veste gli stessi panni dei personaggi e canta insieme a loro tutte le canzoni.
The Rocky Horror Picture Show è un film unico nel suo genere, un mix perfetto tra musical, fantascienza e b- movie, dove la cultura del Novecento si ritrova sballottata in un trionfo camp. Cavalca in modo grottesco e irriverente l'ideale 'liberato' delle generazioni post-sessantottine, giocando con l'omosessualità e il lesbismo in modo disincantato e divertito. È un inno insieme scanzonato e nostalgico alla gloriosa 'Golden Age', in una cornice neoclassica al contempo kitsch e barocca. Le citazioni dal cinema horror sono innumerevoli, a partire dal castello, perfetta dimora di un qualunque Dracula. Forti soprattutto i riferimenti a Frankenstein: dal nome del dottor Frank N. Furter alla sua 'creatura' terrorizzata dal fuoco. Persino i capelli di Magenta hanno la stessa acconciatura di Elsa Lanchester in Bride of Frankenstein (La moglie di Frankenstein, James Whale 1935). Il dottor Scott, scienziato bloccato su una sedia a rotelle, riecheggia invece il dottor Stranamore di Stanley Kubrick: ha difficoltà nel controllo di un arto e, in qualche sporadico attimo di rabbia, impreca in tedesco. Ma il furore citazionista e iconoclasta di The Rocky Horror Picture Show interessa anche la storia dell'arte: in un tripudio di stili e colori, riconosciamo American Gothic di Grant Wood, appeso all'entrata del castello ma anche proposto 'dal vivo' nella scena iniziale del matrimonio; e ancora, le riproduzioni della Gioconda e del David di Michelangelo, la Venere di Milo con una candela sul capo, il Discobolo senza testa, fino alla Creazione di Michelangelo, sul proscenio della piscina, a fare il verso all'esperimento del demiurgo en travesti.
Frank N. Further, lo scienziato pazzo, l'istrione seduttore, trasgressivo e irresistibile, il dolce travestito del pianeta Transexual, galassia di Transylvania, è rimasto nell'immaginario collettivo come un'icona indimenticabile. Nella versione cinematografica ha il corpo e, soprattutto, le gambe di Tim Curry, mentre in quella teatrale è interpretato da Bob Simon, ricordato per l'incredibile voce e lo charme conturbante. Richard O' Brien, lo sceneggiatore che veste i panni del sinistro Riff Raff, ha continuato a calcare con grande successo le scene. L'accoppiata Sharman e O'Brien ha tentato un secondo capitolo nel 1981, Shock Treatment: una pessima rivisitazione del primo film.
Interpreti e personaggi: Tim Curry (Frank N. Furter), Susan Sarandon (Janet Weiss), Barry Bostwick (Brad Majors), Richard O'Brien (Riff Raff), Patricia Quinn (Magenta), Nell Campbell (Columbia), Jonathan Adams (Dr. Everett Scott), Peter Hinwood (Rocky Horror), Meat Loaf (Eddie), Charles Gray (criminologo), Jeremy Newson (Ralph Hapschatt), Hilary Labow (Betty Munroe).
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