The Sea Hawk
(USA 1940, Lo sparviero del mare, bianco e nero, 127m); regia: Michael Curtiz; produzione: Jack L. Warner per Warner Bros.; sceneggiatura: Howard Koch, Seton I. Miller; fotografia: Sol Polito; montaggio: George Amy; scenografia: Anton Grot; costumi: Orry-Kelly; musica: Erich Wolfgang Korngold.
È il 1585. Il re di Spagna si prepara ad attaccare l'Inghilterra. Il corsaro Geoffrey Thorpe, 'sparviero del mare' al servizio della regina Elisabetta, intercetta la nave sulla quale viaggiano il nuovo ambasciatore spagnolo a Londra, don José, e la bella nipote Maria. Thorpe, subito invaghitosi della ragazza che s'appresta a diventare dama di corte di Elisabetta, sta organizzando una spedizione segreta a Panama, per procurarsi denari destinati a potenziare l'esercito inglese. La missione viene scoperta dall'infido cancelliere Wolfingham e da don José, che avvertono gli spagnoli del prossimo arrivo a Panama dello 'sparviero'. Thorpe viene dunque catturato e condotto in Spagna, dov'è condannato alla prigione a vita. Capeggiata fieramente una rivolta carceraria, trova i documenti che provano il tradimento ai suoi danni e torna a Londra, dove l'aiuto dell'innamorata e intrepida Maria gli consente di entrare a palazzo e di infilzare il perfido Wolfingham. Lo 'sparviero del mare' viene quindi nominato Lord.
Per Michael Curtiz e per gli autori della sceneggiatura di The Sea Hawk, Howard Koch e Seton I. Miller, il nome di Rafael Sabatini e il titolo del suo romanzo rappresentavano soltanto un pretesto. La vicenda narrata dallo scrittore inglese aveva come sfondo la tratta degli schiavi in Arabia, mentre il film si svolge tra la corte del re Filippo II di Spagna e quella della regina Elisabetta I d'Inghilterra. Inoltre, la trama di Sabatini si ramifica nel film di Curtiz (risultandone potenziata) fino ad assumere i toni della commedia, dell'avventura di mare e di terra, dell'intrigo e del film carcerario, arrivando persino a un accenno di parabola politica. Il risultato, contrariamente a ogni pronostico e nonostante tale curiosa commistione, è uno dei più brillanti film di avventura del cinema classico nordamericano, al quale Michael Curtiz (che lavorava fino all'esaurimento fisico per combattere il suo pressoché abituale stato di psicosi maniaco-depressiva) imprime il suo segno distintivo già nella prima sequenza, quando l'ombra di Filippo II si proietta su una carta geografica appesa alla parete e questi proferisce la sua minaccia: "Domineremo il mondo intero, tutto diventerà Spagna". Dei film di avventura realizzati da Curtiz, spesso si ricorda la frequenza con cui entrano in scena le ombre dei personaggi, che si tratti di Captain Blood (Capitan Blood, 1935), di The Charge of the Light Brigade (La carica dei 600, 1936) o di The Adventures of Robin Hood (La leggenda di Robin Hood, 1938), e bisogna riconoscere che si tratta di un'idea non banale; se in altri film tale soluzione arricchisce lo sviluppo figurativo delle azioni, in The Sea Hawk serve invece a introdurre l'idea dell'ambizione, del torbido sospetto, dell'intrigo di palazzo. Il minaccioso progetto del monarca dà avvio a una vicenda fatta di grandi gesti di lealtà, grandi cospirazioni e grandi tradimenti, che si svolge sullo sfondo di due corti reali passando attraverso abbordaggi di vascelli, foreste tropicali, tribunali dell'Inquisizione spagnola, vite di galeotti e atti di giustizia cavalleresca. Alla fine Geoffrey Thorpe, lo 'sparviero del mare' al servizio di Elisabetta d'Inghilterra ('sparvieri' erano chiamati i capitani che esercitavano la pirateria con il consenso della regina e allo scopo di rimpinguare le malconce casse reali), affronta in duello il cancelliere Lord Wolfingham, traditore e segreto aspirante al trono, che non ha esitato a cospirare con gli spagnoli ai danni della regina: e in questa bellissima scena le ombre dei duellanti acquistano il pathos tipico e inconfondibile dei migliori film d'avventura di Curtiz. Infine Geoffrey viene nominato Cavaliere del Regno, anche se non ha mai nutrito l'ambizione di esserlo. Lo 'sparviero' prediletto della regina combatte non soltanto per senso del dovere, ma anche perché spinto dal proprio personale spirito cavalleresco, cifra che appartiene a tutti i personaggi interpretati per Curtiz da Errol Flynn, cavaliere romantico ante litteram; siamo nel 16° secolo, ma è come se i personaggi del film avessero letto Heinrich von Kleist.
La messa in scena di Curtiz è qui più immaginosa di quella di The Adventures of Robin Hood e più compatta che in The Charge of the Light Brigade: le oscillazioni tra i generi non comportano fluttuazioni narrative né sproporzioni di tono. Il film si situa all'altezza di Captain Blood (altro splendido risultato di Curtiz nel territorio dell'avventura), anche se Flynn risulta forse meno convincente come paladino della regina di quanto lo sia nei panni del pirata giustiziere, e Brenda Marshall non raggiunge mai l'incanto di Olivia de Havilland. I motivi della commedia si fondono in modo armonioso con quelli dell'avventura, formando un insieme solido e coerente quasi del tutto privo di cedimenti (meno riusciti sono solo il personaggio di Una O'Connor e la sequenza finale, sovraccarica di attori e figuranti quanto un'opera di Cecil B. DeMille e che sembra esigere a gran voce un CinemaScope che tarderà ancora tredici anni a comparire). Nel film esistono peraltro similitudini di tono e di costruzione rispetto a Captain Blood, e in particolare il rapporto che Geoffrey mantiene con il suo equipaggio possiede il medesimo impeto, la stessa incosciente allegria (anche se in Captain Blood esso acquisiva quasi il carattere di un proclama libertario: Geoffrey è un uomo più 'addomesticato' di Peter Blood).
In The Sea Hawk figura una delle più belle sequenze mai realizzate da Curtiz, ed è la sequenza ambientata nel porto di Dover. Maria si è spinta fino a là in carrozza per avvertire il suo amato Geoffrey della trappola che lo attende a Panama, ma è arrivata troppo tardi. Curtiz costruisce una scena carica di sentimento in cui Maria, dando le spalle alla macchina da presa, contempla dal porto nebbioso la nave che prende il largo (nell'inquadratura compaiono allo stesso tempo la donna, la nave, il mare e lo scenario del porto); segue un'inquadratura di Geoffrey che guarda verso la terraferma, alla quale si sovrappone il volto di Maria in primo piano, finché quello dell'uomo scompare e rimane soltanto quello di lei, creando così per alcuni istanti l'illusione di una comunicazione; quindi la macchina da presa retrocede in travelling verso il mare, allontanandosi dal volto di Maria, per mostrare che si tratta di una comunicazione ormai impossibile. I frammenti di commedia, fatta eccezione per la sequenza delle chiacchiere che mantengono a distanza Geoffrey e Maria sul galeone Albatros, sono tutti riservati alla vita di corte e ai rapporti tra lo 'sparviero' e la regina, che non dissimula l'attrazione nei confronti dell'avventuroso capitano suo protetto. Si tratta di situazioni e scene piene di ironica raffinatezza e di una perversione travestita da diplomazia che sembrano uscite dalle pagine dei grandi scrittori satirici inglesi: a Jonathan Swift e a Oscar Wilde non sarebbero certamente dispiaciute.
Interpreti e personaggi: Errol Flynn (Geoffrey Thorpe), Brenda Marshall (doña Maria Alvarez de Cordoba), Claude Rains (don José Alvarez de Cordoba), Donald Crisp (Sir John Burleson), Flora Robson (regina Elisabetta I), Alan Hale (Carl Pitt), Henry Daniell (Lord Wolfingham), Una O'Connor (Miss Martha Latham), James Stephenson (Abbott), Gilbert Roland (capitano Lopez), William Lundigan (Danny Logan), Julien Mitchell (Oliver Scott), Victor Varconi (generale Aguirre), Jack La Rue (tenente Ortega).
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