(Il racconto d'inverno) Commedia (1611) di W. Shakespeare.
Trama: Leonte, re di Sicilia, ed Ermione, la sua virtuosa moglie, ricevono la visita del re di Boemia Polissene, amico di Leonte. Questi, a un tratto adombratosi per un infondato sospetto circa le relazioni di Ermione con Polissene, cerca di avvelenare quest'ultimo, ed essendo costui sfuggito, imprigiona Ermione che in carcere dà alla luce una bambina. Paolina, moglie del nobile siciliano Antigono, tenta di commuovere il re presentandogli la neonata, ma invano. Egli ordina ad Antigono di abbandonare la bimba su una spiaggia deserta, senza dare ascolto all'oracolo di Delfo che proclama Ermione innocente. Presto apprende che suo figlio Mamillo è morto dal dolore per il trattamento di Ermione, e poco dopo che Ermione stessa è morta; per il che è invaso dal rimorso. Frattanto Antigono lascia la bimba, Perdita, sul lido di Boemia, ed è ucciso da un orso. Perdita è trovata da un pastore che l'alleva. Quando è grande, Florizel, figlio del re Polissene, s'innamora di lei da cui è riamato. L'idillio è scoperto da Polissene, per sfuggire l'ira del quale Florizel, Perdita, e il vecchio pastore fuggono dalla Boemia alla corte del re Leonte, dove è scoperto chi sia Perdita, con gran gioia di Leonte, che pur sente ravvivarsi il suo dolore per la scomparsa di Ermione. Paolina si offre di mostrargli una statua che rassomiglia perfettamente a Ermione, e quando il dolore del re s'inacerbisce alla vista di questa, la statua si rivela essere Ermione in carne ed ossa, la cui morte era stata inventata da Paolina per salvarle la vita. Polissene acconsente alle nozze di suo figlio con Perdita, trovando che la pastorella è in realtà la figlia di Leonte. Le bricconate e le canzoni del venditore ambulante Autolico circonfondono di gaiezza le ultime scene.
Tratta dal romanzo Pandosto or The Triumph of Time del Greene (1588) che aveva accusato Shakespeare di plagio.