FONTANE, Theodor
Romanziere e poeta tedesco, nato a Neuruppin il 30 dicembre 1819, morto a Berlino il 20 settembre 1898. Discendente da una famiglia di ugonotti francesi rifugiatasi in Prussia dopo la revoca dell'editto di Nantes, figlio di un farmacista e per alcuni anni commesso di farmacia egli stesso a Berlino e a Dresda, tornò a Berlino nel 1844, dove le sue inclinazioni poetiche trovarono impulso e alimento nel cosiddetto Tunnel über der Spree, celebre cenacolo letterario di cui fecero parte, fra gli altri, Chr. Fr. Scherenberg, M. v. Strachwitz, E. Geibel, P. Heyse, Th. Storm, W. Menzel: sono di questi anni le sue prime grandi ballate. Datosi al giornalismo (Zeit, Preussische Zeitung), fu inviato nel 1852 in Inghilterra, dove era già stato per breve tempo nel 1844. Vi ritornò nel 1855 e vi rimase quattro anni, dedicandosi anche allo studio della letteratura inglese e scozzese. Nel 1859 si stabilì definitivamente a Berlino e, pur continuando a scrivere articoli (Kreuzzeitung), si consacrò con ardore a narrare in tre libri le guerre del 1864, '66, '70-'71. Solo a cinquant'anni compiuti entrò come scrittore nel suo grande periodo creativo, vivendo per lo più a Berlino, semplicemente, ma in amichevoli relazioni con gli uomini più insigni della politica, della scienza e della letteratura.
Morì da tutti onorato e compianto, poche settimane dopo aver finito il suo ultimo romanzo (Der Stechlin).
La sua grandezza sta nei romanzi, soprattutto nei "romanzi berlinesi" Effi Briest (1895), sottile e sicura analisi di un'anima, che i critici francesi paragonano a Madame Bovary; Frau Jenny Treibel (1892), ironica e, al tempo stesso, suggestiva pittura dell'atmosfera borghese della capitale; L'Adultera (1880), in cui il tema dell'adulterio è trattato con sobrio e avvincente realismo; Irrungen Wirrungen (1887) e Stine (1890), in cui è ritratta la vita volgare d'ogni giorno con profonda psicologia e fine umorismo. Dopo questi capolavori si possono ricordare Vor dem Sturm (1878) e Schach von Wuthenow (1882), che si svolgono entrambi nel passato e con suggestive evocazioni paesistiche. L'ultimo romanzo, Der Stechlin (1898), grave di pensiero, ma debolmente costruito e poverissimo di azione, è in certo modo il testamento spirituale del F.
Fra le poesie tengono il primo posto le ballate, composte per la più gran parte prima dei romanzi e delle novelle, su motivi attinti dal mondo delle ballate anglo-scozzesi o dalla storia prussiana. Le più famose sono: i Preussenlieder, Archibald Douglas, Der Tag von Hemmingstedt, John Mainard, Herr von Ribbeck auf Ribbeck im Havelland, Auf der Treppe von Sanssouci.
Una posizione a sé, ma ancora sempre notevole, hanno le Wanderungen durch die Mark Brandenburg (4 voll., 1862-1882), le quali non sono né un libro di storia né una guida per il viaggiatore, ma ora l'uno ora l'altra, con descrizioni in cui è espresso il fascino austero del suo paese. Minor pregio hanno invece le opere storiche e quelle autobiografiche (Meine Kinderjahre, 1894; Von Zwanzig bis Dreissig, 1898), come pure le narrazioni dei suoi viaggi in Inghilterra e nella Scozia (Ein Sommer in London, 1854; Jenseit des Tweed, 1860).
L'opera del F. rappresenta la forma più pura del realismo letterario in Germania. Realista fu il F. per la concezione della vita, per il senso sociale a cui si ispirò, per le forme del romanzo che predilesse, per la materia trattata, per i modi dello stile. Il suo costante sforzo fu verso un'adesione semplice e sottomessa alla realtà. I suoi romanzi, perciò, pur avendo una struttura rigorosa e perfettamente meditata, sembrano un succedersi quasi fortuito di singole situazioni nettamente disegnate, con dialoghi spesso arguti e profondi, con personaggi vivi che agiscono e parlano come si parla veramente nella vita. Se poi qualche volta il F. direttamente descrive, lo fa evitando a ogni costo di dare nel patetico, spesso con un tono di bonaria ironia e inclinando al paradosso, sempre con raffinata psicologia. Perciò fu concesso al vecchio F. di diventare, nelle sue opere migliori, lo scrittore tipicamente rappresentativo dell'età sua e del suo ambiente. Ma in due o tre opere, il F. ha superato sé stesso, tracciando quadri d'una verità umana così larga e profonda, che la sua arte ne acquista un valore universale; e queste opere non verranno meno.
Edizioni: Th. Fontane, Gesammelte Werke, Berlino 1905-1908, 21 volumi). In questa, che è l'edizione principale delle opere del F., non sono però comprese le Wanderungen durch die Mark Brandenburg, che sono pubblicate dalla casa editrice Cotta di Stoccarda. Ottima è la Gesamtausgabe der erzählenden Schriften, a cura di P. Schlenther, Berlino 1925; Das Fontanebuch, edito da E. Heilborn, Berlino 1919.
Bibl.: C. Wandrey, Th. Fontane, Monaco 1919; H. Spiero, Fontane, Wittenberg 1928.