Poeta (Moulins-sur-Allier 1823 - Parigi 1891). Come Th. Gautier, di cui si considerava discepolo, seguì la poetica dell'"arte per l'arte", compiacendosi di raffinatezze stilistiche, e riportando in onore la ballata e il rondeau, alla maniera di F. Villon e di Ch. d'Orléans, o rifacendosi all'antichità greca, sempre con un suo ideale di bellezza e di perfezione tecnica. Notevole fu quindi la sua influenza sul formarsi della poetica parnassiana, e di quella simbolista. Pubblicò numerose raccolte di versi: Les cariatides (1842); Les stalactites (1846); Odelettes (1856); Odes funambulesques (1857); Améthystes (1862); Les exilés (1867); Idylles prussiennes (1871); Nous tous (1884); Dans la fournaise: dernières poésies (postuma, 1892). Scrisse anche un Petit traité de poésie française (1872), alcune commedie, di cui si citano Gringoire (1866) e Florise (1870), e infine Scènes de la vie (prose narrative, 1888) e Petites études (impressioni e ricordi, 1890).