THEOLOGIA DEUTSCH
. Importante documento del misticismo medievale tedesco. É ignota l'origine e la data di composizione dell'opera: il redattore del più antico manoscritto conservatoci (1497) l'attribuisce a un cavaliere teutonico, custos della casa di Francoforte (donde il titolo Der Franckforter). Risale però probabilmente alla 2a metà del sec. XIV e consta di una serie di trattati, ispirati in prevalenza a ideologie tauleriane; la loro forma originale era forse quella di prediche o allocuzioni, ma fu completamente obliterata nelle redazioni successive. Alcuni accenni nel testo fanno supporre che l'autore appartenesse alla comunità degli "Amici di Dio" (Gottesjfreunde).
La prima edizione del libro (1516), fu curata da Lutero che, ravvisandovi una specie di epitome del pensiero tauleriano e un'espressione della vera teologia evangelica, ne determinò la diffusione e la fama rapidamente crescente. A breve distanza Lutero fece seguire due altre edizioni (1518), l'ultima notevolmente ampliata. Una ristampa fatta in Augusta inaugura il titolo Theologia deutsch, poi divenuto corrente. Ma mentre si andava costituendo la struttura dommatico-teologica della Riforma, ne diminuiva l'adesione incondizionata al misticismo e a questo suo anonimo esponente, e presto si mutò in opposizione quando questo divenne l'insegna tanto di numerose sette quanto di correnti centrifughe entro la Chiesa stessa, in particolar modo del pietismo. La più recisa condanna della Theologia venne formulata da Calvino.
Gli ordini d'idee svolti nel libro appartengono al comune patrimonio del pensiero mistico cristiano, del quale il Frankfurter predilige particolarmente alcuni motivi, come, ad es., l'equazione di autocoscienza, contingenza e peccato. Il concetto fondamentale dell'esclusione reciproca dei due piani d'esperienza, la divina e l'umana ossia l'estatica e l'autocosciente (rappresentata anche dall'opposizione dell'uomo esterno e dell'uomo interno), si esprime nell'immagine, nuova in quest'ambiente, dei due occhi dell'anima. Solo, in Cristo si realizzò un'inesplicabile coesistenza dei due piani, fu sanato l'eterno contrasto che nell'uomo può essere superato solo mediante l'assoluta eliminazione dell'io, della vita creaturale: ossia nell'attuazione del divino Nulla nell'anima. Le conclusioni dommaticamente pericolose cui conduce l'asserzione apofatica di questo Nulla come unico vero essere, sono scansate mercé un relativismo di tipo plotiniano che porta a una conciliazione, speculativamente ibrida, dell'emanatismo con l'acosmismo.
Il Frankfurter segue con cautela la tendenza alla rivalutazione psicologica delle verità rivelate. Tanto il processo della salvazione quanto i destini escatologici dell'uomo sono trasportati nell'attualità dell'esperienza religiosa.
Ediz.: Sul testo delle prime stampe sono basate numerosissime ediz. e traduz. in varie lingue, ancora nel corso del sec. XVI. In base a un'altra redazione più completa che quella nota a Lutero, è fatta l'ediz. di Fr. Pfeiffer, Stoccarda 1851; 2a ed., 1855; 3a, Gütersloh 1875. L'ediz. più recente è la riproduzione del 1912, curata da W. Uhl, Der Franckforter, Bonn 1912.
In tedesco moderno: H. Büttner, Das Büchlein vom vollkommenen Leben.... Jena 1907, H. Mandel, Theologia Deutsch, Lipsia 1908; J. Bernhart, Der Frankfurter, eine d. Theologie, ivi 1922.
Bibl.: F. G. Lisca, Die Heilslehre der Th. D., Stoccarda 1857; F. Reinfenrath, D. den. Theol. des Frankfurters Gottesfreundes, Halle 1863; J. Köstlin, M. Luther, Berlino 1903.