THEOS MEGAS (Θεὸς Μέγας)
Divinità attestata in alcune città greche del Ponto Sinistro- Histria, Tomis (?), Dionysopolis, specialmente Odessos (Varna)- dall'inizio dell'epoca ellenistica sino ai tempi di Gordiano III. La più antica testimonianza è la dedica tracciata sull'architrave marmoreo di un tempietto dorico venuto recentemente in luce dagli scavi di Histria (1956-57); il tempio, databile all'inizio del III sec. a. C., è dedicato al Th. M. da un cittadino di Thasos, Pisistrato, figlio di Mnesistrato.
Il nome della stessa divinità appare, accanto alla sua immagine, sul decadracmi di Odessos (ultimo venticinquennio del II sec. a. C.) che, in mancanza di una statua di culto, costituiscono la più antica e autentica documentazione del tipo iconografico del dio: stante, barbato, avvolto in chitone e himàtion, la patera nella destra protesa, la grande cornucopia nella sinistra. Statuette fittili d'epoca ellenistica, trovate sempre ad Odessos, riproducono lo stesso tipo che continua poi ad essere battuto sulle monete odessitane d'età imperiale, da Traiano in poi, a volte con l'aggiunta di un kàlathos e di un altare.
Tale immagine si può considerare, allo stato attuale delle nostre conoscenze, l'unico documento certo per l'iconografia del Grande Dio; il tentativo di molti studiosi, basato su una vecchia ipotesi del Pick, di riferire alla stessa divinità altri tipi della monetazione di Odessos tra il IV e il I sec. a. C., quali un'immagine virile giacente, seminuda barbata (del tipo d'una divinità fluviale) nonché quella di un cavaliere pure barbato, per il motivo comune della cornucopia (che spesso poi è un semplice rhvtòn) è tutt'altro che convincente e fondato.
In iscrizioni di Odessos e di Dionysopolis di età imperiale romana, accanto al nome greco di Th. M. appare, a volte, un epiteto d'indubbio carattere tracico: Δερζέλας o Δαρζάλας (come ad esempio presso Efesto l'epiteto di Dabatopienos, o presso Heros quello di Manimàzos, Karabàsmos, ecc.). Corrispondentemente a questo nuovo epiteto, che appare solo nei primi decennî del III sec., monete odessitane del tempo di Gordiano III ci conservano il ricordo delle feste Δαρζάλεια, celebrate in onore del dio. Un rilievo votivo databile pure all'inizio del III sec., proveniente da un piccolo centro della Mesia Inferiore (oggi TîrgoviŞte, già Eski Dzumaja) ci offre, nel linguaggio di un artigiano provinciale, un'immagine del dio, identica a quella dei decadracmi di Odessos, con la dedica Κ]υρίῳ Δαρζάλα- unico documento nel quale il nome del dio appare senza la sua componente greca. Si è associato al nome di Δαρζάλα quello di Δέρξος che appare su una tavoletta votiva (ϑεῷ ἐπηκόῳ Δέρξει) trovata a Mufatlar con l'immagine di un cavaliere barbato, una clava (?) nella destra. Ma anche ammettendo l'identità linguistica Δερζέλας = Δέρξος qui non si tratta che di una delle tante accezioni del cavaliere trace, identificato volta a volta con le più diverse divinità (v. culturale, rilievo).
Nonostante i numerosi e penetranti studi dedicati al Th. M., tale divinità è ancora oscura sotto molti punti di vista; il nome eufemistico sotto il quale si cela, nonché l'attributo della cornucopia indicano senza possibilità di dubbio una divinità ctonia: greca? tracica? La massima diffusione del culto sull'area dell'attuale Bulgaria (antica Tracia) come anche il tardo epiteto tracio di Derzelas, Darzalas, hanno favorito l'ipotesi di un dio locale, tracio. Ma il tempio scoperto a Histria- così ligia al pantheon greco, fino ad epoca romana tarda- offre elementi nuovi per una revisione critica del problema. Non si può non pensare al misterioso Θεός della coppia di Eleusi, a Hades-Plutone datore di ricchezza e nello stesso tempo temuto sovrano dell'Oltretomba, in epoca romana certo assimilato a Serapide. Solo ulteriori scoperte potranno chiarire la provenienza del Th. M. e i suoi rapporti con altri dèi che godevano dello stesso attributo, primi tra tutti gli dèi di Samotracia, dei quali possiamo seguire la diffusione nel mondo greco orientale parallelamente a quella del Grande Dio.
Monumenti considerati. - Tempio di Histria: G. Bordenache-D. M. Pippidi, Le temple du ΘΕΟΣ ΜΕΤΑΣ à Istros, in Buli. Corr. Hell., LXXXIII, 1959, p. 455 ss. Decadracmi ellenistici di Odessos: B. Pick-K. Regling, Die antiken Munzen von Dacien und Moesien, I, 2, nn. 2214-2215, tav. IV, 1-2. Statuetta fittile di Odessos: G. Tončeva, Contribution à l'iconographie du Gran dieu d'Odessos, in Bull. de l'Inst. archéol. de Sofia, XVIII, 1953, p. 83 ss., fig. 40. Monete di Tomis del periodo autonomo, con la testa del Th. M. (?) di profilo a destra: Pick-Regling, op. cit., 2407-2426, tav. V, 7; 2440-2445, tavv. 8-9. Per altri tipi della monetazione greca di Odessos attribuiti al Th. M.: E. Condurachi, "Zeul mare" de pe monedele din Odessos, in Cronica numism. Şi archeol., XIV, 1939, nn. 115-116, p. 148 ss. Monete di Odessos di età imperiale: Pick-Regling, op. cit., 2227, 2233, 2240, 2247, 2250, tav. XIII, 25, 2251, 2271, tav. V, I, 2281-2286, 2289-2302, 2308-2311, 2314, 2318-2320; solo il busto del Th. M. affrontato a quello di Gordiano III, 2325-2359; fronte di un tempio tetrastilo con statua del Th. M. (?), 2360; moneta con simboli agonistici e leggenda ΔΑΡΖΑΛΕΙΑ, 2370, tav. V, 3. Iscrizioni di Odessos e Dionysopolis di età imperiale: G. Mihailov, Inscr. Graecae in Bulgaria repertae, I, 474, 482-3, 491, 674=5, 150, (Odessos), 134=10 (Dionysopolis). Rilievo di Tîrgoviṣte: id., op. cit., ii, 768 (ivi prec. bibl.). Rilievo di Mufatlar: G. Tončeva, loc. cit., fig. 49.
Bibl.: B. Pick, in Jahrbuch, XIII, 1898, p. 155 ss.; B. Pick-K. Regling, Die antiken Münzen von Dacien u. Moesien, I, 2, pp. 523 ss.; 600 ss.; B. V. Head, Historia numorum, Oxford 1911, pp. 276 ss.; O. Höfer, in Roscher, V, 1916-24, c. 637 s., s. v.; A. B. Cook, Zeus, II, 2, Cambridge 1925, pp. 885; 984 s., 1126; Y. Todoroff, The pagans Cults in Moesia Inferior, Sofia 1928, p. 180, 133-5; p. 244 (in bulgaro con tavole sinottiche in inglese); G. I. Kazarow, in Pauly-Wissowa, XV, I, 1931, c. 226 ss., s. v. Megas Theos; B. Hemberg, Die Kabiren, Uppsala 1950, p. 223 ss.; R. Pettazzoni, L'onniscienza di Dio, Torino 1955, p. 257 ss.; Chr. M. Danoff, in Pauly-Wissowa, Suppl. IX, 1962, c. 1088, 1173, s. v. Pontos Euxeinos.